La tesi si propone di far luce sulle possibili conseguenze del pensiero di Bruno Latour nel campo della cultura materiale, in particolar modo in relazione ai concetti di nonmodernità e agency materiale presentati dallo studioso francese. La prima parte verterà quindi su una panoramica del pensiero di Latour, soffermandosi in particolar modo sulle nozioni di nonmodernità e di actor-network-theory (ANT) ed evidenziandone le implicazioni antropologiche. Esse risultano chiare nel momento in cui Latour, inserendosi nella cosiddetta "svolta ontologica", tenta di dimostrare come l'antropologia culturale si sia formata su basi prettamente moderne, e ha quindi colpevolmente separato natura e cultura, rendendo orfani i prodotti che l'umanità andava moltiplicando - gli ibridi e i quasi-oggetti. Latour si fa quindi promotore di un'antropologia simmetrica, che vada a riequilibrare la tensione antropologica troppo sbilanciata verso uno studio dell'esotico a sfavore del familiare, e che tenti di ridare voce a tutti quegli enti che la modernità ha da sempre ignorato, ponendoli al centro della lente delle scienze sociali e ipotizzando successivamente quello che l'autore francese chiama "Parlamento degli oggetti". Nella seconda parte del lavoro vengono presentati alcuni antropologi che hanno trattato specificatamente di cultura materiale: Appadurai, Kopytoff e Miller; ne vengono presentate le tesi e le conclusioni, che risultano infine essenziali per giungere alla terza e ultima parte della tesi; in essa si tenta di fare un'opera di sintesi tra prima e seconda parte, unendo le implicazioni antropologiche dell'opera latouriana con gli studi più recenti di cultura materiale. Si fa in particolare riferimento alla questione dell'agency materiale, recentemente oggetto di dibattito tra molti degli autori trattati, soprattutto in relazione all'ANT. Vengono inoltre presentate le tesi contrarie o critiche al lavoro latouriano, che presenta alcune lacune nel momento in cui non rende chiare le dinamiche temporali o spaziali della nonmodernità. Infine si cerca di dare spazio a spunti originali o poco trattati nel lavoro degli autori trattati, andando ad analizzare questioni poco o per niente sviluppate, incrociando e collegando queste ultime con le tematiche di più ampio respiro dell'antropologia culturale recente.
Bruno Latour e il potere degli oggetti. Percorsi e sfide della materialità culturale
FRASSINETI, GIACOMO
2016/2017
Abstract
La tesi si propone di far luce sulle possibili conseguenze del pensiero di Bruno Latour nel campo della cultura materiale, in particolar modo in relazione ai concetti di nonmodernità e agency materiale presentati dallo studioso francese. La prima parte verterà quindi su una panoramica del pensiero di Latour, soffermandosi in particolar modo sulle nozioni di nonmodernità e di actor-network-theory (ANT) ed evidenziandone le implicazioni antropologiche. Esse risultano chiare nel momento in cui Latour, inserendosi nella cosiddetta "svolta ontologica", tenta di dimostrare come l'antropologia culturale si sia formata su basi prettamente moderne, e ha quindi colpevolmente separato natura e cultura, rendendo orfani i prodotti che l'umanità andava moltiplicando - gli ibridi e i quasi-oggetti. Latour si fa quindi promotore di un'antropologia simmetrica, che vada a riequilibrare la tensione antropologica troppo sbilanciata verso uno studio dell'esotico a sfavore del familiare, e che tenti di ridare voce a tutti quegli enti che la modernità ha da sempre ignorato, ponendoli al centro della lente delle scienze sociali e ipotizzando successivamente quello che l'autore francese chiama "Parlamento degli oggetti". Nella seconda parte del lavoro vengono presentati alcuni antropologi che hanno trattato specificatamente di cultura materiale: Appadurai, Kopytoff e Miller; ne vengono presentate le tesi e le conclusioni, che risultano infine essenziali per giungere alla terza e ultima parte della tesi; in essa si tenta di fare un'opera di sintesi tra prima e seconda parte, unendo le implicazioni antropologiche dell'opera latouriana con gli studi più recenti di cultura materiale. Si fa in particolare riferimento alla questione dell'agency materiale, recentemente oggetto di dibattito tra molti degli autori trattati, soprattutto in relazione all'ANT. Vengono inoltre presentate le tesi contrarie o critiche al lavoro latouriano, che presenta alcune lacune nel momento in cui non rende chiare le dinamiche temporali o spaziali della nonmodernità. Infine si cerca di dare spazio a spunti originali o poco trattati nel lavoro degli autori trattati, andando ad analizzare questioni poco o per niente sviluppate, incrociando e collegando queste ultime con le tematiche di più ampio respiro dell'antropologia culturale recente.File | Dimensione | Formato | |
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