La rivoluzione industriale è quel capovolgimento o cambiamento profondo del sistema produttivo causato dal passaggio irreversibile dell'economia da uno stadio evolutivo ad un altro. Alcuni studiosi individuano tre rivoluzioni industriali che coprono l'intero arco di tempo compreso tra la metà del Settecento e i giorni nostri. Al giorno d'oggi è stata identificata una quarta rivoluzione industriale determinata dallo sviluppo simultaneo e interdipendente di tecnologie, la cui combinazione e interazione attraverso le sfere fisica, digitale e biologica sta conducendo alla modificazione dei metodi classici di produzione, di organizzazione del lavoro, di aggiornamento delle competenze dei lavoratori. Con lo sviluppo delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, per mezzo delle quali i confini tra beni e servizi appaiono sempre meno delineati rispetto al passato, comportando una convergenza dei mercati, si configurano nuovi scenari economici, sociali e culturali mondiali. Sono nati nuovi modelli d'impresa e sono stati ripensati i sistemi di lavorazione, di consumo, di trasporto tradizionali. Nonostante il profondo stato di incertezza in merito allo sviluppo e al ricorso delle tecnologie emergenti implichi l'impossibilità di prevederne i precisi effetti futuri, la loro complessità e il grado di interazione tra ambiti diversi richiedono una maggiore collaborazione tra soggetti, pubblici e privati, tale da poterne comprendere meglio le dinamiche e, di conseguenza, poter adottare adeguate politiche di gestione delle stesse. La profonda riconversione economica industriale, in cui le macchine acquisiranno sempre più importanza ed autonomia impattando su formazione e occupazione della forza lavoro, si verificherà soprattutto nelle regioni più dinamiche in termini di produttività del capitale e del lavoro, in cui verranno premiati i settori più innovativi e le imprese più aperte al cambiamento tecnologico, a nuovi modelli organizzativi e a nuove competenze. La definizione di un quadro regolatorio e normativo snello ed evoluto, che possa permettere la realizzazione di processi innovativi, minimizzandone i rischi e garantendo la stabilità e la prosperità sociale, sarà un importantissimo requisito affinché i potenziali effetti negativi generati dalle stesse nuove tecnologie possano essere evitati. Le innovazioni in ambito tecnologico utili a cambiare le pratiche e i sistemi di produzione e di consumo offrirebbero a governi e istituzioni, sprovvisti di un progetto di rilancio industriale, oltre alla possibilità di innovarsi e riorganizzarsi, l'opportunità di investire su quei settori non delocalizzabili come turismo, cultura, valore sociale e ambientale, in grado di dare una spinta alla ripresa economica locale creando ulteriori vantaggi lavorativi e occupazionali.
LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: LE SFIDE DEL PROSSIMO FUTURO
VALMAGGIA, DAVIDE
2016/2017
Abstract
La rivoluzione industriale è quel capovolgimento o cambiamento profondo del sistema produttivo causato dal passaggio irreversibile dell'economia da uno stadio evolutivo ad un altro. Alcuni studiosi individuano tre rivoluzioni industriali che coprono l'intero arco di tempo compreso tra la metà del Settecento e i giorni nostri. Al giorno d'oggi è stata identificata una quarta rivoluzione industriale determinata dallo sviluppo simultaneo e interdipendente di tecnologie, la cui combinazione e interazione attraverso le sfere fisica, digitale e biologica sta conducendo alla modificazione dei metodi classici di produzione, di organizzazione del lavoro, di aggiornamento delle competenze dei lavoratori. Con lo sviluppo delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, per mezzo delle quali i confini tra beni e servizi appaiono sempre meno delineati rispetto al passato, comportando una convergenza dei mercati, si configurano nuovi scenari economici, sociali e culturali mondiali. Sono nati nuovi modelli d'impresa e sono stati ripensati i sistemi di lavorazione, di consumo, di trasporto tradizionali. Nonostante il profondo stato di incertezza in merito allo sviluppo e al ricorso delle tecnologie emergenti implichi l'impossibilità di prevederne i precisi effetti futuri, la loro complessità e il grado di interazione tra ambiti diversi richiedono una maggiore collaborazione tra soggetti, pubblici e privati, tale da poterne comprendere meglio le dinamiche e, di conseguenza, poter adottare adeguate politiche di gestione delle stesse. La profonda riconversione economica industriale, in cui le macchine acquisiranno sempre più importanza ed autonomia impattando su formazione e occupazione della forza lavoro, si verificherà soprattutto nelle regioni più dinamiche in termini di produttività del capitale e del lavoro, in cui verranno premiati i settori più innovativi e le imprese più aperte al cambiamento tecnologico, a nuovi modelli organizzativi e a nuove competenze. La definizione di un quadro regolatorio e normativo snello ed evoluto, che possa permettere la realizzazione di processi innovativi, minimizzandone i rischi e garantendo la stabilità e la prosperità sociale, sarà un importantissimo requisito affinché i potenziali effetti negativi generati dalle stesse nuove tecnologie possano essere evitati. Le innovazioni in ambito tecnologico utili a cambiare le pratiche e i sistemi di produzione e di consumo offrirebbero a governi e istituzioni, sprovvisti di un progetto di rilancio industriale, oltre alla possibilità di innovarsi e riorganizzarsi, l'opportunità di investire su quei settori non delocalizzabili come turismo, cultura, valore sociale e ambientale, in grado di dare una spinta alla ripresa economica locale creando ulteriori vantaggi lavorativi e occupazionali.File | Dimensione | Formato | |
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