Abbiamo sempre sognato di andare oltre noi stessi, e fino a pochi decenni fa molti sogni erano destinati a rimanere tali: l'eterna giovinezza, il potenziamento delle capacità psicofisiche, l'eliminazione della sofferenza. Ma con i progressi che le scienze hanno fatto negli ultimi tempi si sono aperti altri scenari, del tutto innovativi, pregni di nuove speranze e nuove problematiche. Insieme alle biotecnologie è nata la bioetica; si è iniziato a distinguere tra medicina a scopo curativo e medicina a scopo migliorativo (enhancement). Il tema dell'enhancement, trattato in questa sede come una tecnica, è trasversale a molti ambiti, ma in primis interessa quella branca dell'etica definita ¿applicata¿. In italiano, il vocabolo è reso con ¿potenziamento¿ ed è usato per indicare tutti quegli interventi non strettamente terapeutici finalizzati a migliorare le caratteristiche di individui umani definibili come ¿normali e sani¿. Sebbene siano numerosi gli studiosi che guardano con favore alle pratiche di miglioramento, talvolta considerandole alla stregua di un dovere atto a incrementare il benessere collettivo, non mancano scetticismi e obiezioni di principio nei confronti di queste ultime frontiere della tecnica, avanzate da chi sostiene che porterebbero non a uno sviluppo ma a una corruzione dell'umano. In questo scritto ci si proporrà di analizzare alcuni aspetti di questo amplissimo dibattito, consapevoli che si tratta, appunto, di problematiche che saremo comunque destinati ad affrontare in un futuro che non sembra più poi così lontano, con l'idea di fondo che, così come siamo progrediti dal punto di vista tecnico, dobbiamo progredire dal punto di vista etico. Uno dei due principali autori che affronteremo è Kevin Kelly, uno scrittore, fotografo e giornalista statunitense, cofondatore della rivista Wired ed esperto di tecnologie. Nel suo ¿Quello che vuole la tecnologia¿, Kelly prova a dimostrare perché nella tecnologia vede una estensione della vita (di cui per lui è infatti il settimo regno, il technium), e nel farlo guarda la realtà tecnologica che ci circonda per ravvisarne le traiettorie e comprendere dove tendono, convinto di una certa inevitabilità di fondo che è indispensabile a suo avviso cogliere per poter godere al meglio dei doni della tecnica. Ed è proprio dal concetto di dono, anche se diversamente inteso, che muove il secondo autore che analizzeremo, Michael John Sandel, filosofo che insegna da molti anni all'università di Harvard. Egli è un critico delle nuove frontiere aperte dall'enhancement e nel suo ¿Contro la perfezione. L'etica al tempo dell'ingegneria genetica¿ sostiene che il miglioramento eserciterebbe una cattiva influenza in particolare sulle nostre disposizioni morali, rendendoci meno disponibili ad accettare l'altro nella sua diversità, e facendo venire meno alcune qualità umane rilevanti come la solidarietà. L'ipotesi di lavoro che adottiamo è la seguente: proveremo a mostrare come Sandel non ha motivi di temere una simile corruzione del nostro carattere a causa dell'avanzamento della tecnica e in particolare dell'enhancement, per una serie di motivi che analizzeremo e perchè come Kelly mostra, il technium porterà invece verso un incremento del mutualismo e un rafforzamento delle doti naturali.
Più umani
FAVARO, CARLOTTA
2017/2018
Abstract
Abbiamo sempre sognato di andare oltre noi stessi, e fino a pochi decenni fa molti sogni erano destinati a rimanere tali: l'eterna giovinezza, il potenziamento delle capacità psicofisiche, l'eliminazione della sofferenza. Ma con i progressi che le scienze hanno fatto negli ultimi tempi si sono aperti altri scenari, del tutto innovativi, pregni di nuove speranze e nuove problematiche. Insieme alle biotecnologie è nata la bioetica; si è iniziato a distinguere tra medicina a scopo curativo e medicina a scopo migliorativo (enhancement). Il tema dell'enhancement, trattato in questa sede come una tecnica, è trasversale a molti ambiti, ma in primis interessa quella branca dell'etica definita ¿applicata¿. In italiano, il vocabolo è reso con ¿potenziamento¿ ed è usato per indicare tutti quegli interventi non strettamente terapeutici finalizzati a migliorare le caratteristiche di individui umani definibili come ¿normali e sani¿. Sebbene siano numerosi gli studiosi che guardano con favore alle pratiche di miglioramento, talvolta considerandole alla stregua di un dovere atto a incrementare il benessere collettivo, non mancano scetticismi e obiezioni di principio nei confronti di queste ultime frontiere della tecnica, avanzate da chi sostiene che porterebbero non a uno sviluppo ma a una corruzione dell'umano. In questo scritto ci si proporrà di analizzare alcuni aspetti di questo amplissimo dibattito, consapevoli che si tratta, appunto, di problematiche che saremo comunque destinati ad affrontare in un futuro che non sembra più poi così lontano, con l'idea di fondo che, così come siamo progrediti dal punto di vista tecnico, dobbiamo progredire dal punto di vista etico. Uno dei due principali autori che affronteremo è Kevin Kelly, uno scrittore, fotografo e giornalista statunitense, cofondatore della rivista Wired ed esperto di tecnologie. Nel suo ¿Quello che vuole la tecnologia¿, Kelly prova a dimostrare perché nella tecnologia vede una estensione della vita (di cui per lui è infatti il settimo regno, il technium), e nel farlo guarda la realtà tecnologica che ci circonda per ravvisarne le traiettorie e comprendere dove tendono, convinto di una certa inevitabilità di fondo che è indispensabile a suo avviso cogliere per poter godere al meglio dei doni della tecnica. Ed è proprio dal concetto di dono, anche se diversamente inteso, che muove il secondo autore che analizzeremo, Michael John Sandel, filosofo che insegna da molti anni all'università di Harvard. Egli è un critico delle nuove frontiere aperte dall'enhancement e nel suo ¿Contro la perfezione. L'etica al tempo dell'ingegneria genetica¿ sostiene che il miglioramento eserciterebbe una cattiva influenza in particolare sulle nostre disposizioni morali, rendendoci meno disponibili ad accettare l'altro nella sua diversità, e facendo venire meno alcune qualità umane rilevanti come la solidarietà. L'ipotesi di lavoro che adottiamo è la seguente: proveremo a mostrare come Sandel non ha motivi di temere una simile corruzione del nostro carattere a causa dell'avanzamento della tecnica e in particolare dell'enhancement, per una serie di motivi che analizzeremo e perchè come Kelly mostra, il technium porterà invece verso un incremento del mutualismo e un rafforzamento delle doti naturali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/93269