A causa della crescita della popolazione, dei cambiamenti nello stile di vita e dell'aumento del consumo personale, usiamo quantità sempre maggiori di risorse naturali. Tra queste vi è il cibo, procurato dal sistema alimentare, che al pari dell'acqua e dell'energia, soddisfa i bisogni primari dell'uomo. Quando viene rilevato uno spreco alimentare, contemporaneamente si verifica la perdita di tutte le risorse a esso connesse, dal campo alla tavola, come l'acqua, l'energia di produzione e il terreno. Le cause più frequenti degli sprechi alimentari sono riscontrabili come difetti del prodotto (73%) o guasti tecnici (54%). La mancanza o l'inadeguatezza di sistemi obbligatori per garantire la sicurezza alimentare può essere inclusa nelle cause delle perdite alimentari; ciò è dovuto alla mancanza di personale specializzato, di una corretta organizzazione del lavoro e una gestione del prodotto finale non adeguata. Le cause dello spreco alimentare nel mondo ortofrutticolo sono maggiormente imputate alle condizioni di preraccolta e alle azioni in campo, potendo comportare perdite lungo la filiera. Le pratiche agronomiche contribuiscono alle caratteristiche nutrizionali e organolettiche degli ortaggi. Molti agricoltori vendono i loro prodotti attraverso dei contratti, stipulati sulla base di capitolati tecnici di qualità, cioè di determinate caratteristiche definite dal rivenditore o produttore di alimenti, e con costoro accordati. Gli agricoltori sotto contratto possono produrre in eccedenza di proposito per assicurarsi di non rifornire sottocosto i propri clienti a causa di circostanze imprevedibili, quali condizioni meteorologiche estreme o infestazione da fitofagi. Di conseguenza, gli agricoltori possono produrre quantità maggiori di quelle necessarie, anche in condizioni di normalità, comportando un mancato raggiungimento del mercato dell'intero raccolto. Nella presente analisi sono stati messi a confronto due modelli di filiera orticola, uno di grande distribuzione organizzata (G.D.O.) e l'altro di distribuzione organizzata (D.O.), per due tipologie di referenze orticole: Melanzana e Ortaggio a Cespo. Lo studio si è sviluppato su due ¿livelli¿ lungo la filiera dei prodotti orticoli. Nel primo livello è stato confrontato il flusso degli sprechi alimentari, nelle due piattaforme, Carrefour (G.D.O.) e Ramondo (D.O), nei mesi di aprile, maggio e giugno, per un totale analizzato di 74.451 colli. Nel secondo livello è stato confrontato il flusso degli sprechi alimentari, nei diversi canali distributivi, analizzando 2.805 kg di ortaggi. Nella G.D.O. sono stati analizzati tre supermercati (Market Gourmet e Attrazione, Express e un Ipermercato), mentre nella D.O. sono stati analizzati un banco ortofrutta, presso il Mercato rionale di Santa Rita (TO), e un'azienda di trasformazione. L'analisi nel secondo livello ha riguardato tre o quattro giorni presso i canali distributivi e di trasformazione.

ANALISI DEI FLUSSI DEGLI SPRECHI ALIMENTARI NELLA DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI ORTICOLI

CASILE, LUCA
2017/2018

Abstract

A causa della crescita della popolazione, dei cambiamenti nello stile di vita e dell'aumento del consumo personale, usiamo quantità sempre maggiori di risorse naturali. Tra queste vi è il cibo, procurato dal sistema alimentare, che al pari dell'acqua e dell'energia, soddisfa i bisogni primari dell'uomo. Quando viene rilevato uno spreco alimentare, contemporaneamente si verifica la perdita di tutte le risorse a esso connesse, dal campo alla tavola, come l'acqua, l'energia di produzione e il terreno. Le cause più frequenti degli sprechi alimentari sono riscontrabili come difetti del prodotto (73%) o guasti tecnici (54%). La mancanza o l'inadeguatezza di sistemi obbligatori per garantire la sicurezza alimentare può essere inclusa nelle cause delle perdite alimentari; ciò è dovuto alla mancanza di personale specializzato, di una corretta organizzazione del lavoro e una gestione del prodotto finale non adeguata. Le cause dello spreco alimentare nel mondo ortofrutticolo sono maggiormente imputate alle condizioni di preraccolta e alle azioni in campo, potendo comportare perdite lungo la filiera. Le pratiche agronomiche contribuiscono alle caratteristiche nutrizionali e organolettiche degli ortaggi. Molti agricoltori vendono i loro prodotti attraverso dei contratti, stipulati sulla base di capitolati tecnici di qualità, cioè di determinate caratteristiche definite dal rivenditore o produttore di alimenti, e con costoro accordati. Gli agricoltori sotto contratto possono produrre in eccedenza di proposito per assicurarsi di non rifornire sottocosto i propri clienti a causa di circostanze imprevedibili, quali condizioni meteorologiche estreme o infestazione da fitofagi. Di conseguenza, gli agricoltori possono produrre quantità maggiori di quelle necessarie, anche in condizioni di normalità, comportando un mancato raggiungimento del mercato dell'intero raccolto. Nella presente analisi sono stati messi a confronto due modelli di filiera orticola, uno di grande distribuzione organizzata (G.D.O.) e l'altro di distribuzione organizzata (D.O.), per due tipologie di referenze orticole: Melanzana e Ortaggio a Cespo. Lo studio si è sviluppato su due ¿livelli¿ lungo la filiera dei prodotti orticoli. Nel primo livello è stato confrontato il flusso degli sprechi alimentari, nelle due piattaforme, Carrefour (G.D.O.) e Ramondo (D.O), nei mesi di aprile, maggio e giugno, per un totale analizzato di 74.451 colli. Nel secondo livello è stato confrontato il flusso degli sprechi alimentari, nei diversi canali distributivi, analizzando 2.805 kg di ortaggi. Nella G.D.O. sono stati analizzati tre supermercati (Market Gourmet e Attrazione, Express e un Ipermercato), mentre nella D.O. sono stati analizzati un banco ortofrutta, presso il Mercato rionale di Santa Rita (TO), e un'azienda di trasformazione. L'analisi nel secondo livello ha riguardato tre o quattro giorni presso i canali distributivi e di trasformazione.
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