Generation Y: how companies can acquire and retain Millennials Con l'espressione ¿generazione Y¿ è indicata quella fascia di popolazione nata tra il 1981 e il 2000. Questi giovani, detti anche Millennials, dal 2020 rappresenteranno più del 50% della forza lavoro e, avendo caratteristiche molto diverse rispetto a coloro che nativi digitali non sono, stravolgeranno inevitabilmente le dinamiche lavorative finora instauratesi. Come possono le aziende attrarre giovani talentuosi? Ma soprattutto come possono convincere questi giovani, formati grazie ad un investimento di tempo e risorse, a restare? Queste sono le domande che mi hanno portato a voler approfondire quello che poi è diventato l'argomento della mia tesi: il rapporto tra i Millennials e il mondo del lavoro. La caratteristica fondamentale di questi giovani appartenenti alla Generazione Y è l'esser nati e cresciuti in corrispondenza con la diffusione delle nuove tecnologie informatiche. Ed è proprio la tecnologia ad aver avuto uno dei ruoli più incisivi nel plasmare il comportamento di questi giovani abituati ad avere tutto e subito. Al giorno d'oggi si può ordinare la cena con Just Eat, si può fare shopping su Amazon e in tempi brevi, fino a una decina di anni fa impensabili, si riceve tutto comodamente a casa. Al lavoro ottenere ciò che si vuole quando lo si vuole è più difficile, ma anche in questo ambito i giovani della generazione Y si dimostrano smaniosi di far carriera in fretta, evitando l'odiata ¿gavetta¿. Un'altra conseguenza della tecnologia, ma soprattutto dell'utilizzo dei social network è la continua ricerca di apprezzamenti che rinforzino l'ego di questi giovani, che i sociologi descrivono come narcisisti e insicuri. Infatti, come sui social il ricevere ¿likes¿ e cuoricini è una conferma gratificante, in ambito lavorativo i feedback che i Millennials spesso richiedono vanno a colmare le insicurezze relative al proprio operato e alla propria persona. Sempre riguardo all'approccio manageriale che questi giovani tendenzialmente preferiscono, è utile sottolineare che essi non ricercano figure autoritarie, il cui approccio da ¿boss¿ viene ritenuto antiquato, bensì mentori che possano guidarli nel loro percorso di crescita professionale. Inoltre, come già accennato, i Millennials sono molto ambiziosi e non cercano la sicurezza di un posto fisso, di una carriera che possa durare decine di anni. Essi amano le sfide e sono pronti a lasciare l'azienda per cui lavorano, qualora si presenti l'occasione di acquisire nuove capacità e di fare qualcosa che dia soddisfazione personale. Gli appartenenti alla Generazione Y, infatti, nel valutare un posto di lavoro non pensano solo l'aspetto remunerativo, ma considerano anche altri parametri quali la possibilità fare qualcosa di importante, di vivere sfide quotidiane e di bilanciare in modo efficiente la vita lavorativa e quella privata. In particolare, quest'ultimo aspetto, che gli americani chiamano ¿work life balance¿, per i giovani è di fondamentale importanza. Essi preferiscono, pertanto, aziende in cui sia possibile lavorare da casa e gli orari siano flessibili. In conclusione, ciò che emerge da quest'analisi teorica e dal questionario che ho posto a ragazzi e ragazze pronti ad entrare nel mondo del lavoro è che le aziende dovrebbero impegnarsi ad offrire innanzitutto ambienti dinamici e sfide motivanti. Inoltre, ¿coach¿ complici, feedback frequenti, un alto uso della tecnologia e un'attenzione all'equilibrio tra vita lavorati

In 2020 Millennials, i.e. young people belonging to generation Y, born between 1981 and 2000, will represent 50% of the workforce. Therefore, it is of paramount importance to understand which behavior, goals and needs characterize them. This generation, grown up in the age of technology, has a strong self-esteem, but also anxiety levels never registered before. At work, these young people want to receive constant feedbacks and aim to a stimulating coach, not to an oppressive boss. Work life balance is essential for them and, used to travel since childhood, they are ready to move whenever they feel attracted by an exciting job offer. Then, how can companies acquire but, above all, retain Millennials? In order to respond to these questions and deeply understand the dynamics which involve generation Y, I submitted a survey to my peers.

Generazione Y: come le aziende possono acquisire e mantenere i Millennials

RIVETTI, ANDREA
2017/2018

Abstract

In 2020 Millennials, i.e. young people belonging to generation Y, born between 1981 and 2000, will represent 50% of the workforce. Therefore, it is of paramount importance to understand which behavior, goals and needs characterize them. This generation, grown up in the age of technology, has a strong self-esteem, but also anxiety levels never registered before. At work, these young people want to receive constant feedbacks and aim to a stimulating coach, not to an oppressive boss. Work life balance is essential for them and, used to travel since childhood, they are ready to move whenever they feel attracted by an exciting job offer. Then, how can companies acquire but, above all, retain Millennials? In order to respond to these questions and deeply understand the dynamics which involve generation Y, I submitted a survey to my peers.
ENG
Generation Y: how companies can acquire and retain Millennials Con l'espressione ¿generazione Y¿ è indicata quella fascia di popolazione nata tra il 1981 e il 2000. Questi giovani, detti anche Millennials, dal 2020 rappresenteranno più del 50% della forza lavoro e, avendo caratteristiche molto diverse rispetto a coloro che nativi digitali non sono, stravolgeranno inevitabilmente le dinamiche lavorative finora instauratesi. Come possono le aziende attrarre giovani talentuosi? Ma soprattutto come possono convincere questi giovani, formati grazie ad un investimento di tempo e risorse, a restare? Queste sono le domande che mi hanno portato a voler approfondire quello che poi è diventato l'argomento della mia tesi: il rapporto tra i Millennials e il mondo del lavoro. La caratteristica fondamentale di questi giovani appartenenti alla Generazione Y è l'esser nati e cresciuti in corrispondenza con la diffusione delle nuove tecnologie informatiche. Ed è proprio la tecnologia ad aver avuto uno dei ruoli più incisivi nel plasmare il comportamento di questi giovani abituati ad avere tutto e subito. Al giorno d'oggi si può ordinare la cena con Just Eat, si può fare shopping su Amazon e in tempi brevi, fino a una decina di anni fa impensabili, si riceve tutto comodamente a casa. Al lavoro ottenere ciò che si vuole quando lo si vuole è più difficile, ma anche in questo ambito i giovani della generazione Y si dimostrano smaniosi di far carriera in fretta, evitando l'odiata ¿gavetta¿. Un'altra conseguenza della tecnologia, ma soprattutto dell'utilizzo dei social network è la continua ricerca di apprezzamenti che rinforzino l'ego di questi giovani, che i sociologi descrivono come narcisisti e insicuri. Infatti, come sui social il ricevere ¿likes¿ e cuoricini è una conferma gratificante, in ambito lavorativo i feedback che i Millennials spesso richiedono vanno a colmare le insicurezze relative al proprio operato e alla propria persona. Sempre riguardo all'approccio manageriale che questi giovani tendenzialmente preferiscono, è utile sottolineare che essi non ricercano figure autoritarie, il cui approccio da ¿boss¿ viene ritenuto antiquato, bensì mentori che possano guidarli nel loro percorso di crescita professionale. Inoltre, come già accennato, i Millennials sono molto ambiziosi e non cercano la sicurezza di un posto fisso, di una carriera che possa durare decine di anni. Essi amano le sfide e sono pronti a lasciare l'azienda per cui lavorano, qualora si presenti l'occasione di acquisire nuove capacità e di fare qualcosa che dia soddisfazione personale. Gli appartenenti alla Generazione Y, infatti, nel valutare un posto di lavoro non pensano solo l'aspetto remunerativo, ma considerano anche altri parametri quali la possibilità fare qualcosa di importante, di vivere sfide quotidiane e di bilanciare in modo efficiente la vita lavorativa e quella privata. In particolare, quest'ultimo aspetto, che gli americani chiamano ¿work life balance¿, per i giovani è di fondamentale importanza. Essi preferiscono, pertanto, aziende in cui sia possibile lavorare da casa e gli orari siano flessibili. In conclusione, ciò che emerge da quest'analisi teorica e dal questionario che ho posto a ragazzi e ragazze pronti ad entrare nel mondo del lavoro è che le aziende dovrebbero impegnarsi ad offrire innanzitutto ambienti dinamici e sfide motivanti. Inoltre, ¿coach¿ complici, feedback frequenti, un alto uso della tecnologia e un'attenzione all'equilibrio tra vita lavorati
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