L'obiettivo di questo lavoro è analizzare il problema della tossicodipendenza nelle donne e, in particolare, nelle madri. Introducendo l'argomento della tossicodipendenza, è emerso che l'uomo e la donna presentano differenze, poiché quest'ultima spesso giunge all'uso di sostanze per motivazioni diverse, ad esempio problemi durante l'infanzia con i propri genitori, stress, sentimento di inadeguatezza, o perché incentivate dal partner. Analizzando nello specifico il ruolo materno in questa condizione, è emerso che, ancora oggi, la donna è considerata la caregiver primaria all'interno del nucleo familiare. Fa dunque parte di un fenomeno culturale il pensiero comune che per la donna dovrebbe essere normale e ¿facile¿ prendersi cura dei figli, per via della sua naturale predisposizione biologica. Le capacità di cura e accudimento dei figli sono considerate come una caratteristica intrinseca della madre, ed eventuali errori da parte sua nello svolgimento del proprio ruolo, rispetto a quelli commessi dal padre, sono meno tollerati. La tossicodipendenza materna sembra avere un impatto più forte sulla vita dei figli. Esistono infatti strutture apposite create per fronteggiare questo problema, ad esempio le comunità terapeutiche madre-bambino. Le donne ricevono spesso più attenzione dai servizi, rispetto agli uomini. Di conseguenza c'è una casistica più alta di donne che, quando scoprono di aspettare un figlio, tentano di disintossicarsi, mentre nei padri è un fenomeno meno accentuato. Nel territorio italiano sono fortunatamente presenti strutture e servizi che si occupano dei problemi della tossicodipendenza associata al ruolo genitoriale, offrendo progetti specifici di rieducazione alla genitorialità che prevedono diverse attività da svolgere insieme ai propri figli, e altre che invece si concentrano più sui soli genitori, così da svolgere un lavoro completo sulla persona nella sua totalità.
Tossicodipendenza al femminile: quando il ruolo di madre coesiste con la dipendenza
IANUTOLO BASSAN, GERALDINA
2017/2018
Abstract
L'obiettivo di questo lavoro è analizzare il problema della tossicodipendenza nelle donne e, in particolare, nelle madri. Introducendo l'argomento della tossicodipendenza, è emerso che l'uomo e la donna presentano differenze, poiché quest'ultima spesso giunge all'uso di sostanze per motivazioni diverse, ad esempio problemi durante l'infanzia con i propri genitori, stress, sentimento di inadeguatezza, o perché incentivate dal partner. Analizzando nello specifico il ruolo materno in questa condizione, è emerso che, ancora oggi, la donna è considerata la caregiver primaria all'interno del nucleo familiare. Fa dunque parte di un fenomeno culturale il pensiero comune che per la donna dovrebbe essere normale e ¿facile¿ prendersi cura dei figli, per via della sua naturale predisposizione biologica. Le capacità di cura e accudimento dei figli sono considerate come una caratteristica intrinseca della madre, ed eventuali errori da parte sua nello svolgimento del proprio ruolo, rispetto a quelli commessi dal padre, sono meno tollerati. La tossicodipendenza materna sembra avere un impatto più forte sulla vita dei figli. Esistono infatti strutture apposite create per fronteggiare questo problema, ad esempio le comunità terapeutiche madre-bambino. Le donne ricevono spesso più attenzione dai servizi, rispetto agli uomini. Di conseguenza c'è una casistica più alta di donne che, quando scoprono di aspettare un figlio, tentano di disintossicarsi, mentre nei padri è un fenomeno meno accentuato. Nel territorio italiano sono fortunatamente presenti strutture e servizi che si occupano dei problemi della tossicodipendenza associata al ruolo genitoriale, offrendo progetti specifici di rieducazione alla genitorialità che prevedono diverse attività da svolgere insieme ai propri figli, e altre che invece si concentrano più sui soli genitori, così da svolgere un lavoro completo sulla persona nella sua totalità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/92930