L'immagine del libro Einaudi è una costante nella storia della casa editrice torinese, non perché immutata nel corso degli anni, ma in quanto sofisticato riflesso di una linea editoriale che persegue la qualità del libro e adotta il rigore e la semplicità come ideali estetici. Al fiuto estetico di Giulio Einaudi e alla precisione e cura bibliofila del tecnico interno, Oreste Molina, a partire dalla fine degli anni cinquanta si innesta la collaborazione grafica di Bruno Munari, uno dei pionieri della grafica in Italia. In qualche modo Munari ripulisce la veste grafica dei libri Einaudi a favore di un bianco dispotico bilanciato da colori primari come il rosso e il blu. Mentre le copertine dei libri in quegli stessi anni del dopoguerra riproducono i manifesti cinematografici in un moto di aggressione visiva del lettore, l'Einaudi in controtendenza opta per una grafica spoglia e lineare, proprio per questo riconoscibile tra tutti gli altri libri. Il bagaglio artistico di Munari, che confluirà nell'immagine grafica dei libri Einaudi, parte dalla militanza giovanile nel secondo Futurismo e passa per la fondazione del Movimento Arte Concreta. Il libro per Munari è innanzitutto un oggetto, laboratorio di sperimentazioni artistiche e al contempo frutto di un metodo progettuale rigoroso, quello stesso adottato nel suo lavoro di designer. Superando il pregiudizio estetico che contrapponeva l'arte al design, Munari è stato uno dei primi a codificare il suo mestiere in ambito editoriale: non più semplicemente artista, ma grafico (o graphic designer, nella dizione più diffusa oggi).
Bruno Munari e i libri. Dal secondo Futurismo alla casa editrice Einaudi
TORSELLO, BENEDETTA
2017/2018
Abstract
L'immagine del libro Einaudi è una costante nella storia della casa editrice torinese, non perché immutata nel corso degli anni, ma in quanto sofisticato riflesso di una linea editoriale che persegue la qualità del libro e adotta il rigore e la semplicità come ideali estetici. Al fiuto estetico di Giulio Einaudi e alla precisione e cura bibliofila del tecnico interno, Oreste Molina, a partire dalla fine degli anni cinquanta si innesta la collaborazione grafica di Bruno Munari, uno dei pionieri della grafica in Italia. In qualche modo Munari ripulisce la veste grafica dei libri Einaudi a favore di un bianco dispotico bilanciato da colori primari come il rosso e il blu. Mentre le copertine dei libri in quegli stessi anni del dopoguerra riproducono i manifesti cinematografici in un moto di aggressione visiva del lettore, l'Einaudi in controtendenza opta per una grafica spoglia e lineare, proprio per questo riconoscibile tra tutti gli altri libri. Il bagaglio artistico di Munari, che confluirà nell'immagine grafica dei libri Einaudi, parte dalla militanza giovanile nel secondo Futurismo e passa per la fondazione del Movimento Arte Concreta. Il libro per Munari è innanzitutto un oggetto, laboratorio di sperimentazioni artistiche e al contempo frutto di un metodo progettuale rigoroso, quello stesso adottato nel suo lavoro di designer. Superando il pregiudizio estetico che contrapponeva l'arte al design, Munari è stato uno dei primi a codificare il suo mestiere in ambito editoriale: non più semplicemente artista, ma grafico (o graphic designer, nella dizione più diffusa oggi).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/92906