La ricerca si incentra sulla figura di Democrito ¿Bernardo¿ Bitti, pittore gesuita nativo di Camerino, che alla fine del XVI secolo venne inviato in Perù dalla Compagnia di Gesù per incaricarsi dei programmi decorativi nelle nuove missioni aperte in quel paese. L'arte, potente strumento visuale di catechesi, fu un importantissimo medium con il quale i Gesuiti poterono abbattere le barriere sia culturali che linguistiche che avevano reso difficoltosa l'attività missionaria di altri ordini. Poterono così sviluppare un tipo di evangelizzazione vincente soprattutto nei territori dove la percentuale di popolazione indigena era molto alta come nella famosa doctrina di Juli sul Titicaca dove, oltre al marchigiano, lavorarono importanti linguisti. Attraverso un'analisi della documentazione esistente su di lui, sia italiana - per la maggior parte inedita - che peruviana, e grazie alla ricostruzione del catalogo delle opere sopravvissute, viene ripercorsa l'evoluzione artistica del pittore marchigiano che, formatosi tra le Marche e Roma, fu il primo artista a portare in Sudamerica modelli italiani del tardo manierismo e della Controriforma poi successivamente ripresi e reinterpretati dai pittori indigeni.

Democrito "Bernardo" Bitti S.J. Un pittore marchigiano nel Nuovo Mondo

AMERIO, ELENA
2017/2018

Abstract

La ricerca si incentra sulla figura di Democrito ¿Bernardo¿ Bitti, pittore gesuita nativo di Camerino, che alla fine del XVI secolo venne inviato in Perù dalla Compagnia di Gesù per incaricarsi dei programmi decorativi nelle nuove missioni aperte in quel paese. L'arte, potente strumento visuale di catechesi, fu un importantissimo medium con il quale i Gesuiti poterono abbattere le barriere sia culturali che linguistiche che avevano reso difficoltosa l'attività missionaria di altri ordini. Poterono così sviluppare un tipo di evangelizzazione vincente soprattutto nei territori dove la percentuale di popolazione indigena era molto alta come nella famosa doctrina di Juli sul Titicaca dove, oltre al marchigiano, lavorarono importanti linguisti. Attraverso un'analisi della documentazione esistente su di lui, sia italiana - per la maggior parte inedita - che peruviana, e grazie alla ricostruzione del catalogo delle opere sopravvissute, viene ripercorsa l'evoluzione artistica del pittore marchigiano che, formatosi tra le Marche e Roma, fu il primo artista a portare in Sudamerica modelli italiani del tardo manierismo e della Controriforma poi successivamente ripresi e reinterpretati dai pittori indigeni.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/92890