ABSTRACT INTRODUZIONE E OBIETTIVO: I trattamenti per la cura delle patologie ematologiche causano una riduzione delle difese immunitarie del paziente a cui viene prescritta una dieta a bassa carica microbica al fine di prevenire le infezioni cibo-correlate. La letteratura sostiene che non vi sia una chiara implicazione della dieta protetta nella riduzione delle infezioni correlate al cibo e che in un contesto di stress e paure conseguenti alla malattia essa possa rappresentare un onere emotivo non necessario. L'obiettivo dello studio è quello di indagare vissuto, emozioni e percepito dei pazienti neutropenici a proposito delle restrizioni alimentari prescritte. MATERIALI E METODI: Il disegno di studio è osservazionale qualitativo. Si è condotto uno studio qualitativo fenomenologico. Si sono realizzati due focus group e una serie di interviste telefoniche singole a pazienti sottoposti a dieta a bassa carica microbica durante e nei mesi successivi il trapianto di midollo osseo. Per la conduzione di focus group ed interviste è stata elaborata una guida. Per l'analisi dei risultati è stato utilizzato il metodo Amedeo Giorgi. RISULTATI: I temi maggiormente emersi durante i dialoghi con i pazienti sono: correlazione tra malattia e dieta, costanza nel seguire la dieta, dieta e influenze sulle interazioni sociali, influenza della dieta in famiglia, dieta libera vs dieta protetta a bassa carica microbica, dieta e umore, emozioni, vissuto e percepito. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI: Alla luce dei risultati è possibile sostenere che la dieta a bassa carica microbica venga vissuta tendenzialmente in due modi opposti caratterizzati da paura per le infezioni e senso di responsabilità nei confronti della propria salute o desiderio di tornare a condurre una vita normale e di mantenere le proprie abitudini individuali e sociali correlate al cibo. Si conclude che potrebbe rivelarsi opportuno indagare le attitudini dei pazienti a proposito della dieta protetta a bassa carica microbica prima delle dimissioni, al fine di proporre un piano assistenziale il più completo e personalizzato possibile ed ottenere una maggiore compliance.

Dieta post-trapianto di cellule staminali ematopoietiche per pazienti neutropenici: vissuto, sensazioni e percepito a proposito delle restrizioni alimentari prescritte.

LERDA, LUCIA
2016/2017

Abstract

ABSTRACT INTRODUZIONE E OBIETTIVO: I trattamenti per la cura delle patologie ematologiche causano una riduzione delle difese immunitarie del paziente a cui viene prescritta una dieta a bassa carica microbica al fine di prevenire le infezioni cibo-correlate. La letteratura sostiene che non vi sia una chiara implicazione della dieta protetta nella riduzione delle infezioni correlate al cibo e che in un contesto di stress e paure conseguenti alla malattia essa possa rappresentare un onere emotivo non necessario. L'obiettivo dello studio è quello di indagare vissuto, emozioni e percepito dei pazienti neutropenici a proposito delle restrizioni alimentari prescritte. MATERIALI E METODI: Il disegno di studio è osservazionale qualitativo. Si è condotto uno studio qualitativo fenomenologico. Si sono realizzati due focus group e una serie di interviste telefoniche singole a pazienti sottoposti a dieta a bassa carica microbica durante e nei mesi successivi il trapianto di midollo osseo. Per la conduzione di focus group ed interviste è stata elaborata una guida. Per l'analisi dei risultati è stato utilizzato il metodo Amedeo Giorgi. RISULTATI: I temi maggiormente emersi durante i dialoghi con i pazienti sono: correlazione tra malattia e dieta, costanza nel seguire la dieta, dieta e influenze sulle interazioni sociali, influenza della dieta in famiglia, dieta libera vs dieta protetta a bassa carica microbica, dieta e umore, emozioni, vissuto e percepito. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI: Alla luce dei risultati è possibile sostenere che la dieta a bassa carica microbica venga vissuta tendenzialmente in due modi opposti caratterizzati da paura per le infezioni e senso di responsabilità nei confronti della propria salute o desiderio di tornare a condurre una vita normale e di mantenere le proprie abitudini individuali e sociali correlate al cibo. Si conclude che potrebbe rivelarsi opportuno indagare le attitudini dei pazienti a proposito della dieta protetta a bassa carica microbica prima delle dimissioni, al fine di proporre un piano assistenziale il più completo e personalizzato possibile ed ottenere una maggiore compliance.
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