My exploration was a participatory self-observation in retrospect. Painful. Regenerating. In writing this dissertation, I accepted the proposal to make use of the social research methodology described by Carolyn Ellis: auto-ethnography, a methodology for systematically describing and analysing (graphy) personal experiences (àuto-) in order to understand the reasons for my artistic and cultural practices (ethno-) . The narratives that crowd the three chapters of this paper have flowed incessantly, like a stream; an overwhelming overflow that has required me to keep pace to separate, in that flow, the possible correspondences with my practice sewn to my own soul. A drainage that entailed difficulties and fears, doubts and complex re-emergences, guilt and reward that left room for emotional weeping, but this is where - as Carolyn Ellis puts it - the real work begins because the honest exploration of self-ethnography generates many fears, doubts and emotional pain. This has allowed me to gain a profound understanding that will have sensitive echoes on my future work, on my relationship with myself and with the other from me. I have intertwined autobiography and ethnography to shape a more personal, intimate and embodied writing, yet I hope the research has not lost the required scientificity. If not, I hope the authentic sentiment that animated its journey shines through. The investigation pushed me to the bottom, to probe the reasons for my methodological choices and to take them on with increased critical awareness. I have realised what a decisive role writing really plays in the production of knowledge in the social sciences through its intertwining with literature, which cannot - by no means - be considered a limitation, but a valuable resource that allows different and fruitful perspectives to be combined. I will find the appropriate artistic language to also tell of this discovery to the world to once again satisfy this hunger of mine to share and to be grateful for that beauty that has been denied me, but which I have always had the privilege of encountering and which I will continue to celebrate through my passage. With gratitude. To life.
La mia esplorazione è stata un’auto-osservazione partecipante in chiave retrospettiva. Dolorosa. Rigenerante. Per la redazione di questa dissertazione ho accettato la proposta di avvalermi della metodologia di ricerca sociale descritta da Carolyn Ellis: l'auto-etnografia, metodologia per descrivere e analizzare sistematicamente (graphy) le esperienze personali (àuto-) allo scopo di comprendere le ragioni delle mie pratiche artistiche e culturali (ethno-) . Le narrazioni che affollano i tre capitoli di questo elaborato sono scaturite incessanti, come un flusso; un’esondazione travolgente che mi ha richiesto di stare al passo per separare, in quello scorrere, le corrispondenze possibili con la mia pratica cucita alla mia stessa anima. Un drenaggio che ha comportato difficoltà e timori, dubbi e riemersioni complesse, colpe e ricompense che lasciavano spazio al pianto emozionato, ma è da qui che – per dirla con Carolyn Ellis - inizia il vero lavoro perché l’esplorazione onesta dell'auto-etnografia genera molte paure, dubbi e dolore emotivo . Tutto questo mi ha consentito di acquisire una comprensione profonda che avrà echi sensibili sul mio lavoro futuro, sulla relazione con me stessa e con l’atro da me. Ho intrecciato autobiografia ed etnografia per dare forma ad una scrittura più personale, intima e incarnata , tuttavia spero che la ricerca non abbia perso la scientificità richiesta. In caso contrario, spero traspaia il sentimento autentico che ne ha animato il cammino. L’indagine mi ha spinta in fondo, a sondare le ragioni delle mie scelte metodologiche e ad assumerle con accresciuta consapevolezza critica . Ho compreso quale sia realmente il ruolo determinante che assume la scrittura nella produzione di conoscenza nelle scienze sociali attraverso l’intreccio con la letteratura che non può essere considerato - per nessun motivo - un limite, ma risorsa preziosa che consente di combinare insieme prospettive diverse e feconde. Troverò il linguaggio artistico adeguato a raccontare anche di questa scoperta al mondo per soddisfare ancora una volta questa mia fame di condivisione e di gratitudine per quella bellezza che mi è stata negata, ma che ho sempre avuto il privilegio di incontrare e che continuerò a celebrare attraverso il mio passaggio. Con gratitudine. Alla vita.
13600HZ Cucire la rivoluzione Un viaggio auto-etnografico tra vita, arte e politica per riconfigurare i rapporti tra abito e habitus attraverso l’atto performativo.
CONFORTI, SARA
2023/2024
Abstract
La mia esplorazione è stata un’auto-osservazione partecipante in chiave retrospettiva. Dolorosa. Rigenerante. Per la redazione di questa dissertazione ho accettato la proposta di avvalermi della metodologia di ricerca sociale descritta da Carolyn Ellis: l'auto-etnografia, metodologia per descrivere e analizzare sistematicamente (graphy) le esperienze personali (àuto-) allo scopo di comprendere le ragioni delle mie pratiche artistiche e culturali (ethno-) . Le narrazioni che affollano i tre capitoli di questo elaborato sono scaturite incessanti, come un flusso; un’esondazione travolgente che mi ha richiesto di stare al passo per separare, in quello scorrere, le corrispondenze possibili con la mia pratica cucita alla mia stessa anima. Un drenaggio che ha comportato difficoltà e timori, dubbi e riemersioni complesse, colpe e ricompense che lasciavano spazio al pianto emozionato, ma è da qui che – per dirla con Carolyn Ellis - inizia il vero lavoro perché l’esplorazione onesta dell'auto-etnografia genera molte paure, dubbi e dolore emotivo . Tutto questo mi ha consentito di acquisire una comprensione profonda che avrà echi sensibili sul mio lavoro futuro, sulla relazione con me stessa e con l’atro da me. Ho intrecciato autobiografia ed etnografia per dare forma ad una scrittura più personale, intima e incarnata , tuttavia spero che la ricerca non abbia perso la scientificità richiesta. In caso contrario, spero traspaia il sentimento autentico che ne ha animato il cammino. L’indagine mi ha spinta in fondo, a sondare le ragioni delle mie scelte metodologiche e ad assumerle con accresciuta consapevolezza critica . Ho compreso quale sia realmente il ruolo determinante che assume la scrittura nella produzione di conoscenza nelle scienze sociali attraverso l’intreccio con la letteratura che non può essere considerato - per nessun motivo - un limite, ma risorsa preziosa che consente di combinare insieme prospettive diverse e feconde. Troverò il linguaggio artistico adeguato a raccontare anche di questa scoperta al mondo per soddisfare ancora una volta questa mia fame di condivisione e di gratitudine per quella bellezza che mi è stata negata, ma che ho sempre avuto il privilegio di incontrare e che continuerò a celebrare attraverso il mio passaggio. Con gratitudine. Alla vita.File | Dimensione | Formato | |
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TESI 13600 HZ CUCIRE LA RIVOLUZIONE. SARA CONFORTI. ELABORATO DEFINITIVO.pdf
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Descrizione: Un viaggio auto-etnografico tra vita, arte e politica. Per riconfigurare i rapporti tra abito e habitus attraverso l’atto performativo.
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/9276