Il presente lavoro ha come oggetto di studio il tema della migrazione, come questo fenomeno viene gestito dal nostro paese e le ripercussioni psicologiche che un'esperienza così forte ha sulla salute mentale e fisica delle persone. In seguito ai traumi subiti durante le traversate per raggiungere l'Europa, sono in forte aumento le segnalazioni dei casi di disagio mentale dei richiedenti asilo e rifugiati (Santone et al., 2010). La vulnerabilità dei soggetti, infatti, si manifesta spesso proprio durante il periodo di accoglienza. Il quadro sintomatologico più frequentemente riscontrato è prevalentemente caratterizzato dal Disturbo post traumatico da stress, da intrusioni diurne e notturne (ricordi e incubi angoscianti del trauma subito) con associate reazioni emotive e fisiche, disturbi del sonno, della memoria, dell'attenzione e della concentrazione. Sin dal primissimo momento di contatto tra il migrante forzato e la struttura di accoglienza diviene quindi fondamentale riuscire a riconoscere i casi affetti da disagio mentale per riuscire meglio ad avviare da subito un percorso diagnostico, terapeutico e di presa in carico. Negli ultimi anni il consistente flusso di arrivi ha evidenziato un'importante crescita del numero di minori e minori non accompagnati che hanno attraversato da soli il Mediterraneo per giungere in Italia. Questi ragazzi provati da un viaggio che li ha visti torturati, minacciati, picchiati e violentati (soprattutto le donne), attendono il loro destino nei luoghi spesso non idonei per accogliere persone cosi fragili. L'obiettivo di questo lavoro è stato quello di capire a fondo come funziona il processo migratorio e il sistema di accoglienza italiano, analizzare come questa esperienza possa avere ripercussioni anche molto profonde a livello psicologico e inserire e confrontare ciò che emerso da questo lavoro di ricerca con la mia esperienza sul campo, in un centro di accoglienza, in Sicilia. Investire nell'accoglienza e integrazione significa non solo restituire dignità e rispetto a una persona, ma contrastare le molteplici forme di sfruttamento a cui assistiamo. Un sistema di accoglienza strutturato e coordinato può aiutare i migranti che altrimenti lasciati al loro destino diventano facilmente oggetto di attenzione da parte della criminalità. Questo accade molto per le vittime di tratta per sfruttamento sessuale o nello sfruttamento lavorativo, dove almeno metà dei lavoratori ha un permesso umanitario o una protezione sussidiaria.

La migrazione forzata e le conseguenti ripercussioni psicologiche: un'indagine etnografica tra Sicilia e Torino

LONGO, CINZIA
2017/2018

Abstract

Il presente lavoro ha come oggetto di studio il tema della migrazione, come questo fenomeno viene gestito dal nostro paese e le ripercussioni psicologiche che un'esperienza così forte ha sulla salute mentale e fisica delle persone. In seguito ai traumi subiti durante le traversate per raggiungere l'Europa, sono in forte aumento le segnalazioni dei casi di disagio mentale dei richiedenti asilo e rifugiati (Santone et al., 2010). La vulnerabilità dei soggetti, infatti, si manifesta spesso proprio durante il periodo di accoglienza. Il quadro sintomatologico più frequentemente riscontrato è prevalentemente caratterizzato dal Disturbo post traumatico da stress, da intrusioni diurne e notturne (ricordi e incubi angoscianti del trauma subito) con associate reazioni emotive e fisiche, disturbi del sonno, della memoria, dell'attenzione e della concentrazione. Sin dal primissimo momento di contatto tra il migrante forzato e la struttura di accoglienza diviene quindi fondamentale riuscire a riconoscere i casi affetti da disagio mentale per riuscire meglio ad avviare da subito un percorso diagnostico, terapeutico e di presa in carico. Negli ultimi anni il consistente flusso di arrivi ha evidenziato un'importante crescita del numero di minori e minori non accompagnati che hanno attraversato da soli il Mediterraneo per giungere in Italia. Questi ragazzi provati da un viaggio che li ha visti torturati, minacciati, picchiati e violentati (soprattutto le donne), attendono il loro destino nei luoghi spesso non idonei per accogliere persone cosi fragili. L'obiettivo di questo lavoro è stato quello di capire a fondo come funziona il processo migratorio e il sistema di accoglienza italiano, analizzare come questa esperienza possa avere ripercussioni anche molto profonde a livello psicologico e inserire e confrontare ciò che emerso da questo lavoro di ricerca con la mia esperienza sul campo, in un centro di accoglienza, in Sicilia. Investire nell'accoglienza e integrazione significa non solo restituire dignità e rispetto a una persona, ma contrastare le molteplici forme di sfruttamento a cui assistiamo. Un sistema di accoglienza strutturato e coordinato può aiutare i migranti che altrimenti lasciati al loro destino diventano facilmente oggetto di attenzione da parte della criminalità. Questo accade molto per le vittime di tratta per sfruttamento sessuale o nello sfruttamento lavorativo, dove almeno metà dei lavoratori ha un permesso umanitario o una protezione sussidiaria.
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