The fight against the Human Immunodeficiency Virus (HIV) represents a global challenge. Thanks to the drugs currently avaible is possible to live with the infection: the current antiretroviral therapy (ART) includes the combination of drugs that stop the virus life cycle in different points (fusion inhibitors, reverse transcriptase inhibitors, integrase inhibitors, protease inhibitors) (1). In recent years the most important problems, in order to eradicate or to reduce the spread of infection among the population at risk, have been the control of the incidence of HIV infection on the child population, the mother-to-child-transmission, the impact of co-infection with tuberculosis, the difficulty of the diagnosis, the adherence to the therapy and the probably rising of resistance. The spread of HIV, that usually occurs by sexual and blood transmission, is frequent especially in low- and middle-income countries in sub-Saharan Africa, with a lot of other opportunistic infections. Tuberculosis is responsible of the greatest number of deaths among HIV-positive people: in 2016, 0,4 millions of deaths were caused by the co-infection. The deaths are often caused by a delay in diagnosis and in beginning therapy. People living with HIV are up to 21 times more likely to contract tuberculosis, indeed in 2016 86% of deaths was associated with co-infection. Children represent the weakest part of population for both the infection: in 2016 one million of children get sick with tuberculosis, 250.000 died, and 52.000 of them were HIV-positive (2). The transmission during the childhood is caused by the lack of prevention in pregnancy and in breastfeeding: with the programme Option B+, introduced by WHO in 2013, the ART was extended to all pregnant or breastfeeding women, to CD4 count independently (3). The prevention of transmission for both the infection is very important, especially for children, in order to have the opportunity to create a healthy generation. The diagnosis and the therapy are more complex for children than for adult, but these are essential to improve the public healthcare. DREAM Program represents a success in the reduction of mother-to-child-transmission and in the improvement of life condition for people living with HIV. DREAM introduced analysis and therapy to reduce the opportunistic infection and chronic conditions, with innovation and new way to take care in the African healthcare system (4).

La lotta contro il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) rappresenta una sfida a livello globale. Con i farmaci ora disponibili è possibile convivere con l'infezione: la terapia antiretrovirale (ART) solitamente utilizzata comprende la combinazione di farmaci che bloccano processi diversi del ciclo vitale del virus (inibitori della fusione, della trascrittasi inversa, delle integrasi, delle proteasi) (1). Tra i problemi più importanti da affrontare negli ultimi anni, per cercare di debellare o almeno limitare la diffusione dell'infezione nella popolazione più a rischio, sono stati il controllo dell'incidenza dell'infezione da HIV nella popolazione infantile, la trasmissione verticale, l'impatto della co-infezione con la tubercolosi, le difficoltà nella diagnosi, l'aderenza alla terapia e la possibile insorgenza di resistenze. La diffusione dell'HIV (che avviene per via sessuale o ematica) colpisce soprattutto le popolazioni in Paesi in via di sviluppo (Africa Sub-Sahariana), tra le quali si diffondono facilmente infezioni opportunistiche. Tra queste la tubercolosi causa il maggior numero di decessi tra gli individui HIV-positivi (nel 2016 0,4 milioni di persone sono morte a causa della co-infezione). I decessi sono spesso dovuti alla mancata tempestività nella diagnosi e al conseguente ritardo nell'inizio della terapia. La probabilità di contrarre l'infezione è 21 volte maggiore per gli individui affetti da HIV, infatti nel 2016 l'86% dei decessi è stata associata alla co-infezione. La popolazione più fragile che viene maggiormente colpita da entrambe le infezioni è quella dei bambini: nel 2016 un milione di bambini ha contratto la tubercolosi, 250.000 sono morti, di cui 52.000 erano HIV-positivi (2). La diffusione del virus tra i bambini è dovuto alla mancata prevenzione della trasmissione durante la gravidanza e l'allattamento: con il protocollo Option B+, introdotto dal WHO nel 2013, l'utilizzo della ART viene esteso a tutte le donne in gravidanza e allattamento, indipendentemente dalla conta leucocitaria, riducendo così la diffusione dell'infezione (3). La prevenzione nella trasmissione di entrambe le epidemie è fondamentale, soprattutto tra la popolazione infantile, per avere la possibilità di creare una generazione sana. La diagnosi e la terapia sono più complesse rispetto a quelle per gli adulti, ma sono essenziali per migliorare la sanità pubblica. Il Programma DREAM rappresenta in questo ambito un successo per la riduzione della trasmissione verticale del virus e il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione che convive con l'infezione. Infatti, dopo aver ridotto il contagio dei bambini, ha introdotto controlli e terapie per ridurre infezioni opportunistiche e patologie croniche, portando innovazione e nuovi metodi di cura nell'ambito del sistema sanitario africano (4).

Co-infezione da HIV e tubercolosi nella popolazione infantile

MAROCCO, ELISA
2017/2018

Abstract

La lotta contro il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) rappresenta una sfida a livello globale. Con i farmaci ora disponibili è possibile convivere con l'infezione: la terapia antiretrovirale (ART) solitamente utilizzata comprende la combinazione di farmaci che bloccano processi diversi del ciclo vitale del virus (inibitori della fusione, della trascrittasi inversa, delle integrasi, delle proteasi) (1). Tra i problemi più importanti da affrontare negli ultimi anni, per cercare di debellare o almeno limitare la diffusione dell'infezione nella popolazione più a rischio, sono stati il controllo dell'incidenza dell'infezione da HIV nella popolazione infantile, la trasmissione verticale, l'impatto della co-infezione con la tubercolosi, le difficoltà nella diagnosi, l'aderenza alla terapia e la possibile insorgenza di resistenze. La diffusione dell'HIV (che avviene per via sessuale o ematica) colpisce soprattutto le popolazioni in Paesi in via di sviluppo (Africa Sub-Sahariana), tra le quali si diffondono facilmente infezioni opportunistiche. Tra queste la tubercolosi causa il maggior numero di decessi tra gli individui HIV-positivi (nel 2016 0,4 milioni di persone sono morte a causa della co-infezione). I decessi sono spesso dovuti alla mancata tempestività nella diagnosi e al conseguente ritardo nell'inizio della terapia. La probabilità di contrarre l'infezione è 21 volte maggiore per gli individui affetti da HIV, infatti nel 2016 l'86% dei decessi è stata associata alla co-infezione. La popolazione più fragile che viene maggiormente colpita da entrambe le infezioni è quella dei bambini: nel 2016 un milione di bambini ha contratto la tubercolosi, 250.000 sono morti, di cui 52.000 erano HIV-positivi (2). La diffusione del virus tra i bambini è dovuto alla mancata prevenzione della trasmissione durante la gravidanza e l'allattamento: con il protocollo Option B+, introdotto dal WHO nel 2013, l'utilizzo della ART viene esteso a tutte le donne in gravidanza e allattamento, indipendentemente dalla conta leucocitaria, riducendo così la diffusione dell'infezione (3). La prevenzione nella trasmissione di entrambe le epidemie è fondamentale, soprattutto tra la popolazione infantile, per avere la possibilità di creare una generazione sana. La diagnosi e la terapia sono più complesse rispetto a quelle per gli adulti, ma sono essenziali per migliorare la sanità pubblica. Il Programma DREAM rappresenta in questo ambito un successo per la riduzione della trasmissione verticale del virus e il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione che convive con l'infezione. Infatti, dopo aver ridotto il contagio dei bambini, ha introdotto controlli e terapie per ridurre infezioni opportunistiche e patologie croniche, portando innovazione e nuovi metodi di cura nell'ambito del sistema sanitario africano (4).
ITA
The fight against the Human Immunodeficiency Virus (HIV) represents a global challenge. Thanks to the drugs currently avaible is possible to live with the infection: the current antiretroviral therapy (ART) includes the combination of drugs that stop the virus life cycle in different points (fusion inhibitors, reverse transcriptase inhibitors, integrase inhibitors, protease inhibitors) (1). In recent years the most important problems, in order to eradicate or to reduce the spread of infection among the population at risk, have been the control of the incidence of HIV infection on the child population, the mother-to-child-transmission, the impact of co-infection with tuberculosis, the difficulty of the diagnosis, the adherence to the therapy and the probably rising of resistance. The spread of HIV, that usually occurs by sexual and blood transmission, is frequent especially in low- and middle-income countries in sub-Saharan Africa, with a lot of other opportunistic infections. Tuberculosis is responsible of the greatest number of deaths among HIV-positive people: in 2016, 0,4 millions of deaths were caused by the co-infection. The deaths are often caused by a delay in diagnosis and in beginning therapy. People living with HIV are up to 21 times more likely to contract tuberculosis, indeed in 2016 86% of deaths was associated with co-infection. Children represent the weakest part of population for both the infection: in 2016 one million of children get sick with tuberculosis, 250.000 died, and 52.000 of them were HIV-positive (2). The transmission during the childhood is caused by the lack of prevention in pregnancy and in breastfeeding: with the programme Option B+, introduced by WHO in 2013, the ART was extended to all pregnant or breastfeeding women, to CD4 count independently (3). The prevention of transmission for both the infection is very important, especially for children, in order to have the opportunity to create a healthy generation. The diagnosis and the therapy are more complex for children than for adult, but these are essential to improve the public healthcare. DREAM Program represents a success in the reduction of mother-to-child-transmission and in the improvement of life condition for people living with HIV. DREAM introduced analysis and therapy to reduce the opportunistic infection and chronic conditions, with innovation and new way to take care in the African healthcare system (4).
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