The topic of this dissertation is Corneille's Médée, his seventh play and the first of his tragedies. The play achieved some success during the first representations in the season 1634-1635 and was published in 1639. Despite that, after some time it stopped being staged. As a consequence, this tragedy has never been translated in Italian, even though Italian critics have demonstrated great interest towards Corneille's works. The aim of this paper is to provide new insights about why Médée has been almost forgotten by the critique and highlight the importance of this work in the playwright's career. In order to achieve its purpose, this study analyses the play by the means of catharsis, the Aristotelian concept consisting in the purgation (or purification) of pity and fear through tragedy, having a restorative effect on the spectator. As the catharsis is a core element of the genre, shaping the concept of tragedy, the approach employed aims to explain the importance of the play through the meaning of this foundational element. The first chapter of the dissertation analyses the play and illustrates its peculiar status of a tragedy in between two different aesthetics, the declining Baroque and the nascent Classic Theatre. This status encapsulates both the reason of the disappearance of the Médée from the scenes and its importance, as it was the first time the author has experimented with the tragic genre. Some of the features included in the Médée have been developed by Corneille later on, especially in his latest tragedies, and they had made him become one of the most representative playwrights of the XVIIth century and one of the masters of French Classic Theatre. The second chapter examines the element of catharsis. Starting from Aristotle's definition, important interpretations given by Italian, Spanish and French philologists and theoreticians of theatre, from the Middle Ages to the XVIIth century, are presented to report several meanings that have been attributed to the phenomenon. Subsequently, the paper focuses on Corneille's definition of catharsis. This definition leads the analysis of the concept in Médée that is provided in the third chapter. After the conclusion, this dissertation includes a amateurish translation in Italian of some extracts of the play concerning catharsis, with the purpose of encouraging a professional translation of this tragedy.
In questa dissertazione si tratta della Medea di Pierre Corneille, la prima tragedia del drammaturgo francese, il quale aveva scritto in precedenza cinque commedie e una tragicommedia. L'opera riscuote un certo successo nella stagione teatrale 1634-1635 e viene pubblicata nel 1639. Malgrado ciò, scompare dalle scene poco tempo dopo. La suddetta tragedia sembra essere stata successivamente dimenticata, tanto che, nonostante l'interesse che gli ambienti accademici italiani hanno sempre dimostrato nei confronti di Corneille, non esiste una traduzione italiana dell'opera. Tuttavia, si tratta di un'opera importantissima nella carriera del drammaturgo, che meriterebbe maggiore attenzione. Per questa ragione, la tesi si propone di spiegare, nel primo capitolo, le ragioni che hanno condotto il pubblico a disinteressarsi alla tragedia in questione, ma anche ciò che la rende una tappa fondamentale nella carriera di Corneille. Nello specifico, la tragedia è stata scritta in un periodo di transizione dall'estetica barocca, che nella prima metà del secolo iniziava il suo declino, alla nascente estetica neoclassica e, proprio perché presenta ancora aspetti di irregolarità rispetto alle norme che si affermarono in seguito, è destinata a non incontrare più il gusto dell'epoca. Tuttavia, Medea porta in seno, in uno stato ancora larvale, alcuni aspetti dello stile e delle tematiche corneliane che il drammaturgo svilupperà nel corso della sua carriera di tragediografo e che lo renderanno uno dei maestri del teatro classico francese. Allo scopo di attirare maggiormente l'attenzione verso questa tragedia, si propone un'analisi della catarsi, concetto aristotelico che consiste nella purificazione delle emozioni tragiche (nello specifico il timore e la pietà) con un effetto liberatorio sullo spettatore. Aristotele spiega che la catarsi è l'elemento costitutivo della tragedia e, secondo i suoi commentatori, essa spiega l'utilità della tragedia stessa. Pertanto, l'applicazione della catarsi in Medea può essere un buon modo per mettere maggiormente in luce l'importanza di questa tragedia. Perciò, nel secondo capitolo della tesi, dopo aver illustrato la definizione aristotelica di catarsi, si forniscono le diverse interpretazioni del fenomeno che sono state elaborate da filologi e teorici del teatro dal Medioevo al XVII secolo, soffermandosi maggiormente sull'interpretazione fornita da Corneille stesso. Tale interpretazione guiderà l'analisi della catarsi in Medea, che sarà sviluppata nel terzo capitolo. Infine, dopo la conclusione, viene fornita in appendice la traduzione amatoriale di alcuni passaggi chiave della tragedia che hanno guidato l'analisi della catarsi, nella speranza che questo umile lavoro possa spronare un futuro lavoro di traduzione di livello professionale.
Forma e statuto della catarsi nella Medea di Corneille
BONANNO, LAURA
2017/2018
Abstract
In questa dissertazione si tratta della Medea di Pierre Corneille, la prima tragedia del drammaturgo francese, il quale aveva scritto in precedenza cinque commedie e una tragicommedia. L'opera riscuote un certo successo nella stagione teatrale 1634-1635 e viene pubblicata nel 1639. Malgrado ciò, scompare dalle scene poco tempo dopo. La suddetta tragedia sembra essere stata successivamente dimenticata, tanto che, nonostante l'interesse che gli ambienti accademici italiani hanno sempre dimostrato nei confronti di Corneille, non esiste una traduzione italiana dell'opera. Tuttavia, si tratta di un'opera importantissima nella carriera del drammaturgo, che meriterebbe maggiore attenzione. Per questa ragione, la tesi si propone di spiegare, nel primo capitolo, le ragioni che hanno condotto il pubblico a disinteressarsi alla tragedia in questione, ma anche ciò che la rende una tappa fondamentale nella carriera di Corneille. Nello specifico, la tragedia è stata scritta in un periodo di transizione dall'estetica barocca, che nella prima metà del secolo iniziava il suo declino, alla nascente estetica neoclassica e, proprio perché presenta ancora aspetti di irregolarità rispetto alle norme che si affermarono in seguito, è destinata a non incontrare più il gusto dell'epoca. Tuttavia, Medea porta in seno, in uno stato ancora larvale, alcuni aspetti dello stile e delle tematiche corneliane che il drammaturgo svilupperà nel corso della sua carriera di tragediografo e che lo renderanno uno dei maestri del teatro classico francese. Allo scopo di attirare maggiormente l'attenzione verso questa tragedia, si propone un'analisi della catarsi, concetto aristotelico che consiste nella purificazione delle emozioni tragiche (nello specifico il timore e la pietà) con un effetto liberatorio sullo spettatore. Aristotele spiega che la catarsi è l'elemento costitutivo della tragedia e, secondo i suoi commentatori, essa spiega l'utilità della tragedia stessa. Pertanto, l'applicazione della catarsi in Medea può essere un buon modo per mettere maggiormente in luce l'importanza di questa tragedia. Perciò, nel secondo capitolo della tesi, dopo aver illustrato la definizione aristotelica di catarsi, si forniscono le diverse interpretazioni del fenomeno che sono state elaborate da filologi e teorici del teatro dal Medioevo al XVII secolo, soffermandosi maggiormente sull'interpretazione fornita da Corneille stesso. Tale interpretazione guiderà l'analisi della catarsi in Medea, che sarà sviluppata nel terzo capitolo. Infine, dopo la conclusione, viene fornita in appendice la traduzione amatoriale di alcuni passaggi chiave della tragedia che hanno guidato l'analisi della catarsi, nella speranza che questo umile lavoro possa spronare un futuro lavoro di traduzione di livello professionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/92178