Recent studies have highlighted the importance of complementary care in the therapeutic pathway of the patient with prostate cancer. It has also to be consideration how the improvement of therapies significantly increased survival, and therefore the time that patients spend with the tumour the related effects of the treatment. The aim of this study was to verify the hypothesis that multidisciplinary management, survival assistance and simultaneous care provide important support to prevent, measure and mitigate the effects of androgen deprivation therapy (ADT), as far as bone health and cardio-vascular risk are concerned. A two-year retrospective study (2018-2019) was conducted on 53 patients (mean age 76.5 ± 6.5 years) diagnosed with adenocarcinoma in ADT (at the time of taking in charge: range 6-9 months). At the first visit, the presence of comorbidities of any type was assessed through an anamnestic investigation. Imaging (DEXA, Morphometry), and biochemical (calcemia, 25OHVitaminD, PTH, Total Cholesterol , Triglycerides, HDL, LDL, Glucose) evaluation were assessed at 0, 6 and 12 months. At baseline, most patients had glico-metabolic abnormalities, increased risk or previous cardio-vascular events. At the first observation, the DEXA performed on 37 patients showed an average T-score value at the femoral neck -1.43 ± 0.82. In particular, 54% of patients had a pre-existing picture of altered bone density (osteopenia and osteoporosis). The results of the Vertebral Morphometry, performed on 16, showed the presence of vertebral subsidence in 7 patients, but in almost half of them BMD resulted in normal range. Also at baseline, patients presented with evident hypovitaminosis D status, in need of supplementation, also in view of a next bone anti-resorptive therapy. The metabolic side showed the presence of metabolic syndrome. At 6 and 12 months, an improving trend was observed. Furthermore, metabolic profile values have not shown a deterioration over time. All patients had been given guidance on the appropriate lifestyle in preventing CV events. The low sample size did not allow to observe a significant improvement of these values. In conclusion, it is important to underline, in patients with prostatic cancer in ADT the importance of early and additional simultaneous treatments togheter with cancer therapy, in order to intercept early patients who need a more careful follow-up for a greater risk of bone diseases and cardiovascular disease. Furthermore, a greater awareness of the Specialists responsible for the oncological treatment of these patients is essential regarding the negative effects on bone and cardiovascular of ADT, in order to obtain optimal management in the multidisciplinary field.

Recenti studi hanno sottolineato l’importanza di cure complementari nel percorso terapeutico del paziente con tumore prostatico, considerando anche come il miglioramento delle terapie abbia aumentato considerevolmente la sopravvivenza, e quindi il tempo che il paziente trascorre con il tumore e con gli effetti collaterali del trattamento. Lo scopo di questo studio è stato avvalorare l’ipotesi secondo la quale la gestione multidisciplinare, nell’ambito di Survivorship care e Simoultaneous care, possa fornire un importante supporto per prevenire, misurare e mitigare gli effetti della terapia di blocco androgenico, sia nella gestione delle problematiche ossee che di quelle cardio-metaboliche. È stato condotto uno studio retrospettivo di due anni (2018-2019) su 53 pazienti (età media 76.5 ± 6.5 anni) con diagnosi di adenocarcinoma in terapia anti-androgenica (range della durata al al momento della presa in carico: 6-9 mesi). Alla prima visita è stata valutata tramite indagine anamnestica la presenza di comorbilità di qualsiasi tipo. Sono state effettuate quindi effettuate valutazioni di imaging (DEXA, Morfometria), e biochimiche (calcemia, 25OHVitaminaD, PTH, Colesterolo tot, Trigliceridi, HDL, LDL, Glicemia) ai tempi 0, 6 e 12 mesi. Al basale, la maggior parte dei pazienti presentava alterazioni glico-metaboliche, aumentato rischio o pregressi eventi cardio-vascolari. Alla prima osservazione la DEXA, effettuata su 37 pazienti, ha mostrato come valore medio di T-score al collo femorale -1.43 ± 0.82. In particolare il 54% dei pazienti presentava un quadro preesistente di alterata densità ossea (osteopenia e osteoporosi). I risultati della Morfometria Vertebrale, eseguita su 16 pazienti, hanno mostrato in 7 pazienti la presenza di cedimenti vertebrali, ma in circa la metà di questi stessi pazienti il valore di BMD era in range di norma. Sempre al basale, i pazienti hanno presentato un evidente stato di ipovitaminosi D, necessitante la supplementazione, anche in vista di una successiva terapia anti-riassorbitiva ossea. Il versante metabolico ha mostrato la presenza di sindrome metabolica (dislipidemie e IFG). A 6 e 12 mesi i valori relativi al versante osseo hanno mostrano un trend in miglioramento. Inoltre i valori relativi al profilo metabolico non hanno dimostrato un peggioramento nel tempo. A tutti i pazienti erano state date indicazioni sullo stile di vita idoneo nella prevenzione degli eventi CV. La bassa numerosità del campione non ha permesso di osservare un significativo miglioramento di tali valori. In conclusione, è bene sottolineare l’importanza, nei pazienti affetti da carcinoma prostatico in ADT, della diagnosi precoce e dell’uso di cure simultanee aggiuntive e di affiancamento a quelle oncologiche, al fine di intercettare precocemente i pazienti che necessitano di un più attento follow-up per un maggiore rischio di patologie ossee e cardiovascolari. Inoltre risulta indispensabile una maggiore sensibilizzazione degli Specialisti responsabili del trattamento oncologico di questi pazienti relativamente agli effetti negativi a livello osseo e cardiovascolare della ADT, al fine di ottenere una gestione ottimale in ambito multidisciplinare

Aspetti endocrino-metabolici nella Survivorship Care e Simultaneous Care in pazienti con tumore alla prostata in terapia di deprivazione antiandrogenica

IANNICELLI, BEATRICE
2019/2020

Abstract

Recenti studi hanno sottolineato l’importanza di cure complementari nel percorso terapeutico del paziente con tumore prostatico, considerando anche come il miglioramento delle terapie abbia aumentato considerevolmente la sopravvivenza, e quindi il tempo che il paziente trascorre con il tumore e con gli effetti collaterali del trattamento. Lo scopo di questo studio è stato avvalorare l’ipotesi secondo la quale la gestione multidisciplinare, nell’ambito di Survivorship care e Simoultaneous care, possa fornire un importante supporto per prevenire, misurare e mitigare gli effetti della terapia di blocco androgenico, sia nella gestione delle problematiche ossee che di quelle cardio-metaboliche. È stato condotto uno studio retrospettivo di due anni (2018-2019) su 53 pazienti (età media 76.5 ± 6.5 anni) con diagnosi di adenocarcinoma in terapia anti-androgenica (range della durata al al momento della presa in carico: 6-9 mesi). Alla prima visita è stata valutata tramite indagine anamnestica la presenza di comorbilità di qualsiasi tipo. Sono state effettuate quindi effettuate valutazioni di imaging (DEXA, Morfometria), e biochimiche (calcemia, 25OHVitaminaD, PTH, Colesterolo tot, Trigliceridi, HDL, LDL, Glicemia) ai tempi 0, 6 e 12 mesi. Al basale, la maggior parte dei pazienti presentava alterazioni glico-metaboliche, aumentato rischio o pregressi eventi cardio-vascolari. Alla prima osservazione la DEXA, effettuata su 37 pazienti, ha mostrato come valore medio di T-score al collo femorale -1.43 ± 0.82. In particolare il 54% dei pazienti presentava un quadro preesistente di alterata densità ossea (osteopenia e osteoporosi). I risultati della Morfometria Vertebrale, eseguita su 16 pazienti, hanno mostrato in 7 pazienti la presenza di cedimenti vertebrali, ma in circa la metà di questi stessi pazienti il valore di BMD era in range di norma. Sempre al basale, i pazienti hanno presentato un evidente stato di ipovitaminosi D, necessitante la supplementazione, anche in vista di una successiva terapia anti-riassorbitiva ossea. Il versante metabolico ha mostrato la presenza di sindrome metabolica (dislipidemie e IFG). A 6 e 12 mesi i valori relativi al versante osseo hanno mostrano un trend in miglioramento. Inoltre i valori relativi al profilo metabolico non hanno dimostrato un peggioramento nel tempo. A tutti i pazienti erano state date indicazioni sullo stile di vita idoneo nella prevenzione degli eventi CV. La bassa numerosità del campione non ha permesso di osservare un significativo miglioramento di tali valori. In conclusione, è bene sottolineare l’importanza, nei pazienti affetti da carcinoma prostatico in ADT, della diagnosi precoce e dell’uso di cure simultanee aggiuntive e di affiancamento a quelle oncologiche, al fine di intercettare precocemente i pazienti che necessitano di un più attento follow-up per un maggiore rischio di patologie ossee e cardiovascolari. Inoltre risulta indispensabile una maggiore sensibilizzazione degli Specialisti responsabili del trattamento oncologico di questi pazienti relativamente agli effetti negativi a livello osseo e cardiovascolare della ADT, al fine di ottenere una gestione ottimale in ambito multidisciplinare
Endocrine-metabolic aspects in Survivorship Care and Simultaneous Care in pazients with prostate cancer under antiandrogenic deprivation therapy
Recent studies have highlighted the importance of complementary care in the therapeutic pathway of the patient with prostate cancer. It has also to be consideration how the improvement of therapies significantly increased survival, and therefore the time that patients spend with the tumour the related effects of the treatment. The aim of this study was to verify the hypothesis that multidisciplinary management, survival assistance and simultaneous care provide important support to prevent, measure and mitigate the effects of androgen deprivation therapy (ADT), as far as bone health and cardio-vascular risk are concerned. A two-year retrospective study (2018-2019) was conducted on 53 patients (mean age 76.5 ± 6.5 years) diagnosed with adenocarcinoma in ADT (at the time of taking in charge: range 6-9 months). At the first visit, the presence of comorbidities of any type was assessed through an anamnestic investigation. Imaging (DEXA, Morphometry), and biochemical (calcemia, 25OHVitaminD, PTH, Total Cholesterol , Triglycerides, HDL, LDL, Glucose) evaluation were assessed at 0, 6 and 12 months. At baseline, most patients had glico-metabolic abnormalities, increased risk or previous cardio-vascular events. At the first observation, the DEXA performed on 37 patients showed an average T-score value at the femoral neck -1.43 ± 0.82. In particular, 54% of patients had a pre-existing picture of altered bone density (osteopenia and osteoporosis). The results of the Vertebral Morphometry, performed on 16, showed the presence of vertebral subsidence in 7 patients, but in almost half of them BMD resulted in normal range. Also at baseline, patients presented with evident hypovitaminosis D status, in need of supplementation, also in view of a next bone anti-resorptive therapy. The metabolic side showed the presence of metabolic syndrome. At 6 and 12 months, an improving trend was observed. Furthermore, metabolic profile values have not shown a deterioration over time. All patients had been given guidance on the appropriate lifestyle in preventing CV events. The low sample size did not allow to observe a significant improvement of these values. In conclusion, it is important to underline, in patients with prostatic cancer in ADT the importance of early and additional simultaneous treatments togheter with cancer therapy, in order to intercept early patients who need a more careful follow-up for a greater risk of bone diseases and cardiovascular disease. Furthermore, a greater awareness of the Specialists responsible for the oncological treatment of these patients is essential regarding the negative effects on bone and cardiovascular of ADT, in order to obtain optimal management in the multidisciplinary field.
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