Questa tesi riguarda l'evoluzione legislativa riguardante il diritto di accesso ai documenti amministrativi e, in generale, della trasparenza della P.A., a partire dalla Legge 7 agosto 1990, n. 241, fino alla recente riforma Madia che ha introdotto l'accesso civico generalizzato. In particolare la legge 241/90, ed i successivi interventi legislativi in materia di accesso ai sensi del D.lgs. 33/2013 e del D.lgs. 97/2016 hanno come scopo principale la trasparenza nell'attività amministrativa e nell'organizzazione amministrativa fino a stabilire con il testo unico della trasparenza dei veri e propri obblighi di pubblicazione a carico delle Pubbliche Amministrazioni. I suddetti interventi legislativi si prefiggono, pertanto, di regolare il buon andamento dell'attività svolta dalla P.A. al fine di evitare che si verifichino fenomeni di corruzione, come, in sintesi, fu disposto dall'art. 97 della Costituzione, il quale si identifica come base su cui è improntata l'attività della Pubblica Amministrazione. Pertanto, nasce l'esigenza di rendere la P.A. ¿sempre e costantemente visibile¿ . In questa prospettiva la P.A. viene vista come ¿casa di vetro¿ in quanto il suo operato può essere conoscibile agli occhi di tutti i cittadini. L'accesso ai documenti amministrativi costituisce un fondamentale precipitato applicativo del principio di trasparenza, rivoluzionando i rapporti tra amministrazione e cittadini. Il seguente elaborato è suddiviso in tre capitoli, nei quali nella prima parte verrà introdotto il diritto di accesso documentale, sancito dalla Legge 241/1990, le sue modalità di esercizio e i limiti imposti dalla legge; nei successivi capitoli viene analizzato l'accesso civico, istituito dal D. Lgs.33/2013 e successivamente modificato dal D. lgs. 97/2016, il quale si suddivide in due tipologie, accesso civico ¿semplice¿ e accesso civico ¿generalizzato¿. L'elaborato si conclude con una analisi comparata dei vari diritti di accesso introdotti in Italia.
Dall'accesso documentale all'accesso civico
RECUPERO, FEDERICO
2017/2018
Abstract
Questa tesi riguarda l'evoluzione legislativa riguardante il diritto di accesso ai documenti amministrativi e, in generale, della trasparenza della P.A., a partire dalla Legge 7 agosto 1990, n. 241, fino alla recente riforma Madia che ha introdotto l'accesso civico generalizzato. In particolare la legge 241/90, ed i successivi interventi legislativi in materia di accesso ai sensi del D.lgs. 33/2013 e del D.lgs. 97/2016 hanno come scopo principale la trasparenza nell'attività amministrativa e nell'organizzazione amministrativa fino a stabilire con il testo unico della trasparenza dei veri e propri obblighi di pubblicazione a carico delle Pubbliche Amministrazioni. I suddetti interventi legislativi si prefiggono, pertanto, di regolare il buon andamento dell'attività svolta dalla P.A. al fine di evitare che si verifichino fenomeni di corruzione, come, in sintesi, fu disposto dall'art. 97 della Costituzione, il quale si identifica come base su cui è improntata l'attività della Pubblica Amministrazione. Pertanto, nasce l'esigenza di rendere la P.A. ¿sempre e costantemente visibile¿ . In questa prospettiva la P.A. viene vista come ¿casa di vetro¿ in quanto il suo operato può essere conoscibile agli occhi di tutti i cittadini. L'accesso ai documenti amministrativi costituisce un fondamentale precipitato applicativo del principio di trasparenza, rivoluzionando i rapporti tra amministrazione e cittadini. Il seguente elaborato è suddiviso in tre capitoli, nei quali nella prima parte verrà introdotto il diritto di accesso documentale, sancito dalla Legge 241/1990, le sue modalità di esercizio e i limiti imposti dalla legge; nei successivi capitoli viene analizzato l'accesso civico, istituito dal D. Lgs.33/2013 e successivamente modificato dal D. lgs. 97/2016, il quale si suddivide in due tipologie, accesso civico ¿semplice¿ e accesso civico ¿generalizzato¿. L'elaborato si conclude con una analisi comparata dei vari diritti di accesso introdotti in Italia.File | Dimensione | Formato | |
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