La tesi presenta come oggetto di studio l'analisi dell'inserimento delle nuove architetture nei contesti storici delle maggiori città europee. Durante la stesura sono stati esaminati tutti gli avvenimenti architettonici avvenuti nell'ultimo secolo e mezzo, che hanno portato alla creazione di dibattiti per la salvaguardia del patrimonio storico e per la ricerca dei migliori metodi di inserimento delle nuove costruzioni e alla nascita di nuovi linguaggi. Conseguenza di questi dibattiti é stata la stesura di diverse Carte del Restauro, che hanno dettato delle normative utili agli architetti per la creazione del nuovo. Tra i casi di studio analizzati vi sono il Neuer Zollhof di Düsseldorf, la Kunsthaus di Graz, il 30 St. Mary Axe nell'antica City di Londra, il nuovo museo dell'Ara Pacis nel pieno centro storico di Roma, l'ampliamento dello storico museo del Prado di Madrid, il Ponte della Costituzione nel centro di Venezia, il MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo) del quartiere Flaminio di Roma e la riqualificazione dell'area di Les Halles di Parigi. L'obiettivo finale del lavoro era quello di determinare se, nell'ultimo ventennio, gli architetti fossero riusciti a far integrare i loro progetti con il tessuto antico delle città. Le risposte a questo quesito sono state discordanti e hanno portato alla conclusione che, nonostante le tante direttive sulla tutela dei centri storici e dei monumenti, i nuovi innesti non sempre riescono a convivere con le preesistenze e ad essere accettati dai critici e dalla popolazione. Le città fortemente entrate nella modernità, come Londra e Düsseldorf, hanno riscontrato meno problemi nell'accogliere ulteriori nuovi edifici, mentre quelle con il tessuto storico più radicato e che ha subito meno cambiamenti nel corso dello scorso secolo, come Venezia e Roma, hanno posto molti più ostacoli. Tra queste realtà si pongono delle eccezioni, come quella di Graz, città poco avvezza alle nuove architetture, ma che ben ha reagito alla loro introduzione, o Sulla base di questi risultati, gli unici aiuti alle architetture contemporanee restano gli architetti e il tempo. I primi dovranno essere in grado di inserire il nuovo facendo sempre attenzione al passato e al volto dei centri storici; il secondo dovrà riuscire, trasformando gli edifici presenti di oggi nei monumenti del domani, a far abituare chi le guarda della loro presenza.
Il nuovo sfida la tradizione. L'architettura contemporanea nei contesti storici.
NAPOLITANO, GIUSEPPE
2017/2018
Abstract
La tesi presenta come oggetto di studio l'analisi dell'inserimento delle nuove architetture nei contesti storici delle maggiori città europee. Durante la stesura sono stati esaminati tutti gli avvenimenti architettonici avvenuti nell'ultimo secolo e mezzo, che hanno portato alla creazione di dibattiti per la salvaguardia del patrimonio storico e per la ricerca dei migliori metodi di inserimento delle nuove costruzioni e alla nascita di nuovi linguaggi. Conseguenza di questi dibattiti é stata la stesura di diverse Carte del Restauro, che hanno dettato delle normative utili agli architetti per la creazione del nuovo. Tra i casi di studio analizzati vi sono il Neuer Zollhof di Düsseldorf, la Kunsthaus di Graz, il 30 St. Mary Axe nell'antica City di Londra, il nuovo museo dell'Ara Pacis nel pieno centro storico di Roma, l'ampliamento dello storico museo del Prado di Madrid, il Ponte della Costituzione nel centro di Venezia, il MAXXI (Museo nazionale delle arti del XXI secolo) del quartiere Flaminio di Roma e la riqualificazione dell'area di Les Halles di Parigi. L'obiettivo finale del lavoro era quello di determinare se, nell'ultimo ventennio, gli architetti fossero riusciti a far integrare i loro progetti con il tessuto antico delle città. Le risposte a questo quesito sono state discordanti e hanno portato alla conclusione che, nonostante le tante direttive sulla tutela dei centri storici e dei monumenti, i nuovi innesti non sempre riescono a convivere con le preesistenze e ad essere accettati dai critici e dalla popolazione. Le città fortemente entrate nella modernità, come Londra e Düsseldorf, hanno riscontrato meno problemi nell'accogliere ulteriori nuovi edifici, mentre quelle con il tessuto storico più radicato e che ha subito meno cambiamenti nel corso dello scorso secolo, come Venezia e Roma, hanno posto molti più ostacoli. Tra queste realtà si pongono delle eccezioni, come quella di Graz, città poco avvezza alle nuove architetture, ma che ben ha reagito alla loro introduzione, o Sulla base di questi risultati, gli unici aiuti alle architetture contemporanee restano gli architetti e il tempo. I primi dovranno essere in grado di inserire il nuovo facendo sempre attenzione al passato e al volto dei centri storici; il secondo dovrà riuscire, trasformando gli edifici presenti di oggi nei monumenti del domani, a far abituare chi le guarda della loro presenza.File | Dimensione | Formato | |
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