Leggendo uno dei testi principali di Salvador Minuchin ovvero ¿Famiglie Psicosomatiche- L'anoressia mentale nel contesto familiare¿, mi sono imbattuta in una citazione che mi ha permesso di comprendere a pieno quanto sia importante ampliare il proprio sguardo sul contesto che circonda una persona. Minuchin ha citato un'opera teatrale di Eugène Ionesco, un drammaturgo e saggista rumeno, che con il suo ¿Il re muore¿ (opera che esordi nei teatri parigini nel 1962) diede un importante spunto di riflessione per comprendere quanto i cambiamenti personali abbiano un'influenza sull'ambiente che ci circonda e viceversa. Il re protagonista di questo dramma, anche chiamato ¿sovrano dell'universo¿, soffre di una malattia che sicuramente lo porterà alla morte. Viene descritta la sua vecchiaia e la sua successiva morte con immagini del suo regno in rovina, come a sottolineare che ¿non c'è separazione di tempo e di spazio. Le persone sono le loro circostanze¿ (Minuchin, Famiglie Psicosomatiche- L'anoressia mentale nel contesto familiare, 1980). Nonostante l'evidente ed esagerata allegoria di Ionesco, ho trovato questo pensiero estremamente pertinente con l'obiettivo che propone Minuchin nello studio dei casi di anoressia mentale. Mi sono spesso domandata cosa potesse esserci di ¿non funzionale¿ all'interno della vita di una persona che soffre di un disturbo così debilitante e ho trovato svariate risposte in diversi approcci terapeutici. Nel momento in cui ho avuto l'opportunità di analizzare la terapia sistemica, ho pensato che conferisse una certa completezza a tutto ciò che avevo analizzato in precedenza. Secondo la teoria sistemica è impossibile considerare la singola persona come un sistema chiuso che si autoregola e modifica: ogni sistema si deve considerare come aperto agli altri, con tutte le conseguenze che ciò comporta, ovvero la presenza di influenze sia dall'interno verso l'esterno, sia nel senso opposto. Seguendo questa teoria, il disturbo alimentare, che mediamente insorge nell'età adolescenziale, ha la necessità di essere considerato insieme ai sistemi che influenzano il mantenimento di questa patologia, primo fra tutti il sistema familiare. Altre autrici hanno considerato questo tipo di approccio applicato ai disturbi dell'alimentazione: Hilde Bruch si rese conto dei limiti della teoria psicoanalitica, per questo iniziò a ricercare le cause legate all'insorgenza dei disturbi alimentari nel contesto di vita dei pazienti, focalizzandosi sul rapporto madre-bambino nella prima infanzia. Mara Selvini Palazzoli, con la sua ¿Scuola di Milano¿, ampiamente citata nei testi di Minuchin, rappresentò uno dei pilastri della terapia sistemica italiana, e diventò un punto di riferimento mondiale per la terapia familiare applicata ai disturbi alimentari e alla schizofrenia. Infine Valeria Ugazio, alunna della Selvini Palazzoli, che partendo dalla psicologia sistemica, ha lavorato e ipotizzato successivamente la teoria delle polarità semantiche, mettendo in risalto l'importanza di quelle che definisce polarità del linguaggio (es. intelligente-ottuso) che diventano all'interno delle famiglie ¿una dimensione semantica attorno alla quale si organizza la conversazione¿. Ho deciso di analizzare il pensiero di Minuchin, considerabile senza dubbio come il pioniere della terapia familiare, per l'interesse che ha suscitato in me la sua teoria, spiegata da parte dell'autore stesso in una maniera sempre estremamente comprensibile, pur essendo complessa e completa. Per queste motivazioni mi è risultato più semplice analizzare gli assunti più generali della teoria di Minuchin, per poi successivamente addentrarmi nella spiegazione delle applicazioni della teoria sui disturbi alimentari.

Famiglie in Terapia. La cura dell'anoressia mentale attraverso il sistema familiare

MOTTA, ELEONORA
2017/2018

Abstract

Leggendo uno dei testi principali di Salvador Minuchin ovvero ¿Famiglie Psicosomatiche- L'anoressia mentale nel contesto familiare¿, mi sono imbattuta in una citazione che mi ha permesso di comprendere a pieno quanto sia importante ampliare il proprio sguardo sul contesto che circonda una persona. Minuchin ha citato un'opera teatrale di Eugène Ionesco, un drammaturgo e saggista rumeno, che con il suo ¿Il re muore¿ (opera che esordi nei teatri parigini nel 1962) diede un importante spunto di riflessione per comprendere quanto i cambiamenti personali abbiano un'influenza sull'ambiente che ci circonda e viceversa. Il re protagonista di questo dramma, anche chiamato ¿sovrano dell'universo¿, soffre di una malattia che sicuramente lo porterà alla morte. Viene descritta la sua vecchiaia e la sua successiva morte con immagini del suo regno in rovina, come a sottolineare che ¿non c'è separazione di tempo e di spazio. Le persone sono le loro circostanze¿ (Minuchin, Famiglie Psicosomatiche- L'anoressia mentale nel contesto familiare, 1980). Nonostante l'evidente ed esagerata allegoria di Ionesco, ho trovato questo pensiero estremamente pertinente con l'obiettivo che propone Minuchin nello studio dei casi di anoressia mentale. Mi sono spesso domandata cosa potesse esserci di ¿non funzionale¿ all'interno della vita di una persona che soffre di un disturbo così debilitante e ho trovato svariate risposte in diversi approcci terapeutici. Nel momento in cui ho avuto l'opportunità di analizzare la terapia sistemica, ho pensato che conferisse una certa completezza a tutto ciò che avevo analizzato in precedenza. Secondo la teoria sistemica è impossibile considerare la singola persona come un sistema chiuso che si autoregola e modifica: ogni sistema si deve considerare come aperto agli altri, con tutte le conseguenze che ciò comporta, ovvero la presenza di influenze sia dall'interno verso l'esterno, sia nel senso opposto. Seguendo questa teoria, il disturbo alimentare, che mediamente insorge nell'età adolescenziale, ha la necessità di essere considerato insieme ai sistemi che influenzano il mantenimento di questa patologia, primo fra tutti il sistema familiare. Altre autrici hanno considerato questo tipo di approccio applicato ai disturbi dell'alimentazione: Hilde Bruch si rese conto dei limiti della teoria psicoanalitica, per questo iniziò a ricercare le cause legate all'insorgenza dei disturbi alimentari nel contesto di vita dei pazienti, focalizzandosi sul rapporto madre-bambino nella prima infanzia. Mara Selvini Palazzoli, con la sua ¿Scuola di Milano¿, ampiamente citata nei testi di Minuchin, rappresentò uno dei pilastri della terapia sistemica italiana, e diventò un punto di riferimento mondiale per la terapia familiare applicata ai disturbi alimentari e alla schizofrenia. Infine Valeria Ugazio, alunna della Selvini Palazzoli, che partendo dalla psicologia sistemica, ha lavorato e ipotizzato successivamente la teoria delle polarità semantiche, mettendo in risalto l'importanza di quelle che definisce polarità del linguaggio (es. intelligente-ottuso) che diventano all'interno delle famiglie ¿una dimensione semantica attorno alla quale si organizza la conversazione¿. Ho deciso di analizzare il pensiero di Minuchin, considerabile senza dubbio come il pioniere della terapia familiare, per l'interesse che ha suscitato in me la sua teoria, spiegata da parte dell'autore stesso in una maniera sempre estremamente comprensibile, pur essendo complessa e completa. Per queste motivazioni mi è risultato più semplice analizzare gli assunti più generali della teoria di Minuchin, per poi successivamente addentrarmi nella spiegazione delle applicazioni della teoria sui disturbi alimentari.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/91982