L'interesse che ha motivato questo progetto di ricerca è stata l'esplorazione dello stalking, in quanto fenomeno complesso e pervasivo, spesso ipogeo ed equivoco. Utilizzando la definizione proposta da Littel, la vittima esperisce 'soul destroying' (Littel, 1999), ovvero effetti diffusi sull'intera sfera personale: fisica, psichica, sociale. La letteratura scientifica in materia suggerisce come soggetti ad alto rischio di vittimizzazione gli Health care professionals (HCPs), proprio a causa della natura stessa della professione intrapresa. Sensibilità, attenzione, cura per la relazione, empatia e coinvolgimento emotivo potrebbero essere mal interpretati da alcuni pazienti soli o disturbati (Pathè, Mullen e Purcell, 2002). A partire da questa premessa, abbiamo deciso di indagare l'esperienza dei giovani professionisti in formazione, essi rischierebbero, infatti, di essere i soggetti maggiormente esposti a molestia, a seguito delle acerbe capacità di fronteggiamento che li caratterizzerebbero. La letteratura scientifica di riferimento suggerisce che una variabile importante è l'età: persone più giovani sono anche più a rischio di intimidazione (Brady, Nobles e Bouffard, 2017). Questo perché, in primo luogo, i giovani HCPs possono non aver ancora appreso tutte le varietà di strategie utili per fronteggiare un'ampia gamma di situazioni professionali e, inoltre, pazienti e parenti dei pazienti, ritengono di poter attuare strategie più aggressive nei loro confronti. Scopo della ricerca è stato, quindi, esplorare i comportamenti persecutori sul luogo di lavoro, le caratteristiche delle vittime e degli stalker, i comportamenti messi in atto e le conseguenze esperite dai giovani (18-34 anni) infermieri. La ricerca, svolta all'interno di due Università del Nord Italia, ha preso avvio a partire dalla somministrazione di un questionario contenente una scala che rileva le caratteristiche dello stalker ed i comportamenti da lui/lei messi in atto (un questionario sullo stalking) ed una che valuta la depressione (Beck Depression Inventory) e l'ansia (STAI formY1 e Y2).

Stalking nella professione infermieristica: una indagine sugli infermieri in formazione

GRILLO, GIORGIA
2017/2018

Abstract

L'interesse che ha motivato questo progetto di ricerca è stata l'esplorazione dello stalking, in quanto fenomeno complesso e pervasivo, spesso ipogeo ed equivoco. Utilizzando la definizione proposta da Littel, la vittima esperisce 'soul destroying' (Littel, 1999), ovvero effetti diffusi sull'intera sfera personale: fisica, psichica, sociale. La letteratura scientifica in materia suggerisce come soggetti ad alto rischio di vittimizzazione gli Health care professionals (HCPs), proprio a causa della natura stessa della professione intrapresa. Sensibilità, attenzione, cura per la relazione, empatia e coinvolgimento emotivo potrebbero essere mal interpretati da alcuni pazienti soli o disturbati (Pathè, Mullen e Purcell, 2002). A partire da questa premessa, abbiamo deciso di indagare l'esperienza dei giovani professionisti in formazione, essi rischierebbero, infatti, di essere i soggetti maggiormente esposti a molestia, a seguito delle acerbe capacità di fronteggiamento che li caratterizzerebbero. La letteratura scientifica di riferimento suggerisce che una variabile importante è l'età: persone più giovani sono anche più a rischio di intimidazione (Brady, Nobles e Bouffard, 2017). Questo perché, in primo luogo, i giovani HCPs possono non aver ancora appreso tutte le varietà di strategie utili per fronteggiare un'ampia gamma di situazioni professionali e, inoltre, pazienti e parenti dei pazienti, ritengono di poter attuare strategie più aggressive nei loro confronti. Scopo della ricerca è stato, quindi, esplorare i comportamenti persecutori sul luogo di lavoro, le caratteristiche delle vittime e degli stalker, i comportamenti messi in atto e le conseguenze esperite dai giovani (18-34 anni) infermieri. La ricerca, svolta all'interno di due Università del Nord Italia, ha preso avvio a partire dalla somministrazione di un questionario contenente una scala che rileva le caratteristiche dello stalker ed i comportamenti da lui/lei messi in atto (un questionario sullo stalking) ed una che valuta la depressione (Beck Depression Inventory) e l'ansia (STAI formY1 e Y2).
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