The first economic models, that were born in order to study household behaviours, treat the family as a unitary body, whose members have the same expenditure and resource allocation preferences and whose income is unitary, according to the income pooling theory. Unitary models can be criticized from different points of view. Particularly it has been noticed that they are valid only for developed countries. In contrast, the necessity of new economic models for developing countries pushed economists to implement the range of their knowledge and they proposed the bargaining economic models. These latter posit that two individuals, husband and wife, have different preferences and different weights during the decision-making process for resource allocation decisions. Therefore, second generation models are more suitable to determine women's bargaining power in their household since they highlight how an increase in the wife income originates a stronger decision-making power for her. This is important mainly in patriarchal societies, where the possibility for women to increase their decision-making power regarding some expenditures, rises the probability of an improvement of the family and children welfare. This implies that it is necessary to implement economic policies and aid projects that aim at improving intrahousehold women's status. Several studies have demonstrated that a family subsidy addressed at the male breadwinner, increases only his income, but it does not coincide with a family welfare improvement. On the contrary, if economic supports are aimed at women, it has been noticed an increase in the consumption of goods traditionally used by women and children, such as clothes, education and healthcare. Women's bargaining power can be improved thanks to economic, political and social conditions outside the family, and to the person's own characteristics. Relevant extrahousehold environmental parameters are the labour market and welfare system situation and the possibility for the woman to work outside the family and to earn her own labour income. This is important because it improves her utility in case of divorce. Therefore, it is necessary to increase the number of years of education for girls, so that their human capital improvement may be a guarantee for a future better position in the bargaining process. Finally having access and control of resources is very important for an effective women's empowerment. This is the reason why several aid projects are based on microcredit and are addressed to married women with children. Nevertheless economic policies alone are not sufficient to eliminate intrahousehold discriminating practices. A married women possibility to dispose of resources and decide their allocation is still bound to social norms and rules. Only with social and cultural reforms it will be possible to arrest the gender gap observed in the intrahousehold resource allocation sphere.
I primi modelli economici nati per studiare i comportamenti dei nuclei familiari, considerano la famiglia come un ente unitario, i cui membri hanno le stesse preferenze di allocazione delle risorse e il cui reddito è unico, secondo la teoria dell'income pooling. Questi modelli unitari sono criticabili in particolare modo in quanto siano validi quasi esclusivamente per i paesi del Nord del mondo. Per quanto riguarda lo studio dei paesi in via di sviluppo invece, è stato necessario cercare di ideare nuovi modelli economici. Sono nati i modelli di bargaining in cui si ipotizza che due individui, marito e moglie, abbiano preferenze diverse e diversi pesi nel processo di decision making che porta alle decisioni di allocazione delle risorse. I modelli di seconda generazione sono quindi più adatti per poter determinare quale sia il bargaining power delle donne all'interno della loro famiglia perché evidenziano come ad un aumento del reddito guadagnato dalla moglie, corrisponda un maggiore potere di decisione. Questo è importante poiché, in società ancora rigidamente patriarcali, la possibilità che le decisioni riguardo alcune spese siano in mano alle donne, aumenta la probabilità di un miglioramento del benessere della famiglia, e dei figli in particolare. Questo comporta la necessità di politiche economiche e progetti di aiuto allo sviluppo che si concentrino sul miglioramento dello status delle donne all'interno dei nuclei familiari. Numerosi studi hanno infatti dimostrato come un sussidio alle famiglie che sia volto ad aumentare il reddito del capofamiglia, di solito il marito, non coincida con un rispettivo aumento del benessere della famiglia in generale. Viceversa, se aiuti economici vengono destinati alle donne, si è visto, studiando i pacchetti di beni che vengono consumati dalle famiglie, come aumentino quei beni tradizionalmente consumati da donne e bambini; in particolare incrementa la spesa per abiti, istruzione e sanità. Un aumento del bargaining power delle donne può avvenire grazie ad un miglioramento delle condizioni economiche, politiche e sociali all'esterno della famiglia, ma anche grazie alle caratteristiche proprie della persona. Tra i fattori esterni sono rilevanti la salute del mercato del lavoro e del sistema di welfare, ma è importante sottolineare come anche la possibilità per le donne di lavorare e guadagnare un proprio reddito da lavoro sia un elemento importante per migliorare l'utilità in caso di separazione dal marito. A ciò si collega la necessità di aumentare gli anni di istruzione per le bambine, di modo che un incremento del loro capitale umano possa in un futuro garantire loro una migliore posizione nel processo di bargaining. Infine l'accesso e il controllo delle risorse sono quegli elementi in mancanza dei quali non potrà avvenire un effettivo empowerment per le donne. Per questo numerosi progetti di aiuto allo sviluppo si concentrano sul microcredito ed in particolare le destinatarie sono donne sposate con figli. Tuttavia le sole politiche economiche non saranno sufficienti per un completo abbandono delle pratiche discriminanti. La possibilità per una donna sposata di poter disporre delle risorse e del potere di decisione riguardo la loro allocazione, è legato ancora a norme sociali e regole di buona condotta, e solamente grazie a riforme sociali e culturali si potrà arrestare il perpetuarsi del divario di genere che si registra in materia di allocazione delle risorse all'interno dei nuclei familiari.
LA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE NEI NUCLEI FAMILIARI DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO: MODELLI ECONOMICI E AZIONI PER L'EMPOWERMENT FEMMINILE
PANE, ELEONORA
2016/2017
Abstract
I primi modelli economici nati per studiare i comportamenti dei nuclei familiari, considerano la famiglia come un ente unitario, i cui membri hanno le stesse preferenze di allocazione delle risorse e il cui reddito è unico, secondo la teoria dell'income pooling. Questi modelli unitari sono criticabili in particolare modo in quanto siano validi quasi esclusivamente per i paesi del Nord del mondo. Per quanto riguarda lo studio dei paesi in via di sviluppo invece, è stato necessario cercare di ideare nuovi modelli economici. Sono nati i modelli di bargaining in cui si ipotizza che due individui, marito e moglie, abbiano preferenze diverse e diversi pesi nel processo di decision making che porta alle decisioni di allocazione delle risorse. I modelli di seconda generazione sono quindi più adatti per poter determinare quale sia il bargaining power delle donne all'interno della loro famiglia perché evidenziano come ad un aumento del reddito guadagnato dalla moglie, corrisponda un maggiore potere di decisione. Questo è importante poiché, in società ancora rigidamente patriarcali, la possibilità che le decisioni riguardo alcune spese siano in mano alle donne, aumenta la probabilità di un miglioramento del benessere della famiglia, e dei figli in particolare. Questo comporta la necessità di politiche economiche e progetti di aiuto allo sviluppo che si concentrino sul miglioramento dello status delle donne all'interno dei nuclei familiari. Numerosi studi hanno infatti dimostrato come un sussidio alle famiglie che sia volto ad aumentare il reddito del capofamiglia, di solito il marito, non coincida con un rispettivo aumento del benessere della famiglia in generale. Viceversa, se aiuti economici vengono destinati alle donne, si è visto, studiando i pacchetti di beni che vengono consumati dalle famiglie, come aumentino quei beni tradizionalmente consumati da donne e bambini; in particolare incrementa la spesa per abiti, istruzione e sanità. Un aumento del bargaining power delle donne può avvenire grazie ad un miglioramento delle condizioni economiche, politiche e sociali all'esterno della famiglia, ma anche grazie alle caratteristiche proprie della persona. Tra i fattori esterni sono rilevanti la salute del mercato del lavoro e del sistema di welfare, ma è importante sottolineare come anche la possibilità per le donne di lavorare e guadagnare un proprio reddito da lavoro sia un elemento importante per migliorare l'utilità in caso di separazione dal marito. A ciò si collega la necessità di aumentare gli anni di istruzione per le bambine, di modo che un incremento del loro capitale umano possa in un futuro garantire loro una migliore posizione nel processo di bargaining. Infine l'accesso e il controllo delle risorse sono quegli elementi in mancanza dei quali non potrà avvenire un effettivo empowerment per le donne. Per questo numerosi progetti di aiuto allo sviluppo si concentrano sul microcredito ed in particolare le destinatarie sono donne sposate con figli. Tuttavia le sole politiche economiche non saranno sufficienti per un completo abbandono delle pratiche discriminanti. La possibilità per una donna sposata di poter disporre delle risorse e del potere di decisione riguardo la loro allocazione, è legato ancora a norme sociali e regole di buona condotta, e solamente grazie a riforme sociali e culturali si potrà arrestare il perpetuarsi del divario di genere che si registra in materia di allocazione delle risorse all'interno dei nuclei familiari.File | Dimensione | Formato | |
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