Molto spesso gli studenti reputano lo studio della storia troppo noioso e di difficile comprensione. La disciplina storica, infatti, così come viene insegnata a scuola, risulta essere un elenco di date e di battaglie, che è necessario imparare a memoria, al fine di una verifica conclusiva. Spesso le conoscenze apprese con questa modalità risultano limitate e vengono accantonate in breve tempo, oltre a sviluppare un'avversione per la disciplina che il bambino porterà con se per tutto l'arco dei suoi studi. Esistono altre modalità che permettono di affrontare lo studio della disciplina in modo che esso si riveli piacevole per i bambini, i quali riusciranno, quindi, a tenere a mente le conoscenze? Attraverso un percorso sperimentale, svolto in una classe terza della scuola Primaria, si vuole proporre un approccio alla disciplina che parta dal bambino stesso e, in particolare, dalla sua storia personale. Essa offre, infatti, numerosi spunti che permettono di sviluppare capacità cognitive, metodologiche e organizzative. Attraverso la ricostruzione della storia personale, lo studente si accosta al concetto di fonte storica in modo naturale e spontaneo. Egli è portato a manipolare diverse tipologie di fonti, come le sue foto, i suoi vecchi giocattoli e i racconti che i genitori gli possono fornire. Questo è un terreno molto fertile, su cui è possibile lavorare, attraverso le metodologie più svariate, ottenendo un grande coinvolgimento e attenzione da parte degli alunni. La sfida è quella di riscontrare se, attraverso una didattica di questo tipo, il bambino interiorizzi meglio il concetto di fonte e verificare perché tale concetto sia fondamentale per la disciplina. Si vuole cercare, inoltre, di dimostrare come le conoscenze rimangano più 'vive', rispetto alle informazioni apprese senza alcun accenno alla storia personale.
A caccia di indizi. Un percorso didattico tra interpretazione delle fonti e storia personale.
GARIONE, CHIARA
2016/2017
Abstract
Molto spesso gli studenti reputano lo studio della storia troppo noioso e di difficile comprensione. La disciplina storica, infatti, così come viene insegnata a scuola, risulta essere un elenco di date e di battaglie, che è necessario imparare a memoria, al fine di una verifica conclusiva. Spesso le conoscenze apprese con questa modalità risultano limitate e vengono accantonate in breve tempo, oltre a sviluppare un'avversione per la disciplina che il bambino porterà con se per tutto l'arco dei suoi studi. Esistono altre modalità che permettono di affrontare lo studio della disciplina in modo che esso si riveli piacevole per i bambini, i quali riusciranno, quindi, a tenere a mente le conoscenze? Attraverso un percorso sperimentale, svolto in una classe terza della scuola Primaria, si vuole proporre un approccio alla disciplina che parta dal bambino stesso e, in particolare, dalla sua storia personale. Essa offre, infatti, numerosi spunti che permettono di sviluppare capacità cognitive, metodologiche e organizzative. Attraverso la ricostruzione della storia personale, lo studente si accosta al concetto di fonte storica in modo naturale e spontaneo. Egli è portato a manipolare diverse tipologie di fonti, come le sue foto, i suoi vecchi giocattoli e i racconti che i genitori gli possono fornire. Questo è un terreno molto fertile, su cui è possibile lavorare, attraverso le metodologie più svariate, ottenendo un grande coinvolgimento e attenzione da parte degli alunni. La sfida è quella di riscontrare se, attraverso una didattica di questo tipo, il bambino interiorizzi meglio il concetto di fonte e verificare perché tale concetto sia fondamentale per la disciplina. Si vuole cercare, inoltre, di dimostrare come le conoscenze rimangano più 'vive', rispetto alle informazioni apprese senza alcun accenno alla storia personale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/91851