Oggigiorno la parola più in voga in Italia e di conseguenza anche nell'organizzazione Difesa è senz'altro ¿tagli¿. Ci riferiamo in particolare ai tagli al personale ed ai fondi monetari, in particolare tagli ai capitoli 1320 per ¿la ricerca¿ e 1282/24 per ¿l'esercizio e il mantenimento¿, entrambi capitoli fondamentali per lo stato ed in particolare per la Difesa. Con la ricerca che stiamo per presentare abbiamo intenzione di dare un contributo concreto al problema: vorremmo remotizzare le circa 105 stazioni radio interforze delle Forze Armate italiane che ancora mantengono sottoufficiali, graduati e truppa in loco per assicurare la sicurezza, i turni di guardia, la giornaliera manutenzione, ed il pronto intervento tecnico per piccoli guasti e malfunzionamenti. Tale concreta ed attuabile soluzione, al quanto semplice da realizzare con un contenuto sforzo economico, non solo porta un sostanziale risparmio in termini pratici per l'amministrazione, ma risolve anche un più complicato problema tecnico. Infatti, attualmente, la gestione di tali infrastrutture è totalmente affidata ad un sottoufficiale con decine di anni di consolidata esperienza solo nello specifico sito a lui affidato, una sorta di ¿guru¿ della stazione. Ma tali sottoufficiali sono pressoché tutti prossimi alla pensione. Il problema che stiamo riscontrando è la reale difficoltà ed onerosità nel trovare dei tecnici dello stesso livello, i quali dovrebbero essere dapprima sottratti alla compagnia trasmissioni di cui sono il fulcro, per poi essere destinati a fare i ¿guardiani¿ di una infrastruttura che grazie a qualche accorgimento tecnologico in più potrebbe benissimo essere sorvegliata anche in assenza di personale in loco. Non si può sottovalutare anche la difficoltà di spostare un ¿padre di famiglia¿ da un centro città, dove solitamente sono collocati i reggimenti trasmissioni, ad una SRI o CNA, i quali, per ovvi motivi, sono posti in dominio di quota e in siti isolati molto spesso disagiati. Queste sono le ragioni principali che ci hanno spinto a sviluppare e a dedicare lo sforzo di quest'ultimo anni di studi a questo progetto, crediamo infatti che possa essere una soluzione che potrebbe facilmente essere implementata in un futuro prossimo dall'arma delle trasmissioni, dall'Esercito, e dalla Difesa nel suo complesso.

REMOTIZZAZIONE DI UN CENTRO NODALE D'AREA O STAZIONE RADIO INTERFORZE TRAMITE TECNOLOGIA ¿ARDUINO¿

ZUPANCICH, VIRGILIO
2016/2017

Abstract

Oggigiorno la parola più in voga in Italia e di conseguenza anche nell'organizzazione Difesa è senz'altro ¿tagli¿. Ci riferiamo in particolare ai tagli al personale ed ai fondi monetari, in particolare tagli ai capitoli 1320 per ¿la ricerca¿ e 1282/24 per ¿l'esercizio e il mantenimento¿, entrambi capitoli fondamentali per lo stato ed in particolare per la Difesa. Con la ricerca che stiamo per presentare abbiamo intenzione di dare un contributo concreto al problema: vorremmo remotizzare le circa 105 stazioni radio interforze delle Forze Armate italiane che ancora mantengono sottoufficiali, graduati e truppa in loco per assicurare la sicurezza, i turni di guardia, la giornaliera manutenzione, ed il pronto intervento tecnico per piccoli guasti e malfunzionamenti. Tale concreta ed attuabile soluzione, al quanto semplice da realizzare con un contenuto sforzo economico, non solo porta un sostanziale risparmio in termini pratici per l'amministrazione, ma risolve anche un più complicato problema tecnico. Infatti, attualmente, la gestione di tali infrastrutture è totalmente affidata ad un sottoufficiale con decine di anni di consolidata esperienza solo nello specifico sito a lui affidato, una sorta di ¿guru¿ della stazione. Ma tali sottoufficiali sono pressoché tutti prossimi alla pensione. Il problema che stiamo riscontrando è la reale difficoltà ed onerosità nel trovare dei tecnici dello stesso livello, i quali dovrebbero essere dapprima sottratti alla compagnia trasmissioni di cui sono il fulcro, per poi essere destinati a fare i ¿guardiani¿ di una infrastruttura che grazie a qualche accorgimento tecnologico in più potrebbe benissimo essere sorvegliata anche in assenza di personale in loco. Non si può sottovalutare anche la difficoltà di spostare un ¿padre di famiglia¿ da un centro città, dove solitamente sono collocati i reggimenti trasmissioni, ad una SRI o CNA, i quali, per ovvi motivi, sono posti in dominio di quota e in siti isolati molto spesso disagiati. Queste sono le ragioni principali che ci hanno spinto a sviluppare e a dedicare lo sforzo di quest'ultimo anni di studi a questo progetto, crediamo infatti che possa essere una soluzione che potrebbe facilmente essere implementata in un futuro prossimo dall'arma delle trasmissioni, dall'Esercito, e dalla Difesa nel suo complesso.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/91808