In questa tesi di letterature comparate si cerca di trovare un posto all'autore Dino Buzzati nella lunga tradizione letteraria del fantastico, tramite la sua raccolta La boutique del mistero, uscita nel 1968. Per compiere questo obbiettivo, in una prima parte si dà una definizione generale del fantastico, soprattutto grazie agli scritti di Todorov. Si studiano le caratteristiche stilistiche di questo genere e la sua lunga storia che va dal Settecento fino al Novecento, in cui si sviluppa il cosidetto surrealismo italiano e di cui fa parte Buzzati. Dopo questo processo d'inquadramento del fantastico, si fa in una seconda parte una biografia dell'autore bellunese, che fu un artista pluridisciplinare e che lavorὸ da giornalista nel ¿Corriere della Sera¿. Parallelamente si elencano i suoi romanzi e le sue raccolte, prima di vedere quali sono le tematiche di cui ha principalmente trattato lungo la sua carriera letteraria, come l'attesa, il tempo che fugge, la morte, l'angoscia e la fatalità. Così si giungono alle critiche ricevute e alla ricensione dei suoi volumi. In una terza parte, si fa un'analisi dei componenti della sua scrittura attraverso quattro racconti della Boutique del mistero. Sono i Sette piani, Il Mantello, Lo Scarafaggio e Il Colombre, e così si cerca di capire in che maniera le sue specificità stilistiche, ovvero l'uso della notte, dei colori, della montagna, dei mostri e di un linguaggio adatto, gli consentono di dare un contributo suo al fantastico. Questo processo di analisi dei racconti permette un confronto tra Buzzati e parecchi altri autori nella quarta parte, in cui si evincono quattro tematiche derivate dai quattro racconti : l'attesa e la beffa, la morte, l'animale e l'allegoria della mostruosità. A cavallo tra assurdo kafkiano ed esistenzialismo, si cerca in questo modo di studiare le somiglianze o le differenze tra Buzzati e autori come Poe, Sartre, Kafka, tema per tema. Solo così si arriva a capire bene l'originalità dello scrittore italiano, che sta proprio nella capacità di riprendere la tradizione fantastica per veicolare un pensiero esistenzialista, attraverso l'uso dell'assurdo.

Buzzati, il fantastico e la tradizione europea : La boutique del mistero

DAL BIANCO, FANNY
2016/2017

Abstract

In questa tesi di letterature comparate si cerca di trovare un posto all'autore Dino Buzzati nella lunga tradizione letteraria del fantastico, tramite la sua raccolta La boutique del mistero, uscita nel 1968. Per compiere questo obbiettivo, in una prima parte si dà una definizione generale del fantastico, soprattutto grazie agli scritti di Todorov. Si studiano le caratteristiche stilistiche di questo genere e la sua lunga storia che va dal Settecento fino al Novecento, in cui si sviluppa il cosidetto surrealismo italiano e di cui fa parte Buzzati. Dopo questo processo d'inquadramento del fantastico, si fa in una seconda parte una biografia dell'autore bellunese, che fu un artista pluridisciplinare e che lavorὸ da giornalista nel ¿Corriere della Sera¿. Parallelamente si elencano i suoi romanzi e le sue raccolte, prima di vedere quali sono le tematiche di cui ha principalmente trattato lungo la sua carriera letteraria, come l'attesa, il tempo che fugge, la morte, l'angoscia e la fatalità. Così si giungono alle critiche ricevute e alla ricensione dei suoi volumi. In una terza parte, si fa un'analisi dei componenti della sua scrittura attraverso quattro racconti della Boutique del mistero. Sono i Sette piani, Il Mantello, Lo Scarafaggio e Il Colombre, e così si cerca di capire in che maniera le sue specificità stilistiche, ovvero l'uso della notte, dei colori, della montagna, dei mostri e di un linguaggio adatto, gli consentono di dare un contributo suo al fantastico. Questo processo di analisi dei racconti permette un confronto tra Buzzati e parecchi altri autori nella quarta parte, in cui si evincono quattro tematiche derivate dai quattro racconti : l'attesa e la beffa, la morte, l'animale e l'allegoria della mostruosità. A cavallo tra assurdo kafkiano ed esistenzialismo, si cerca in questo modo di studiare le somiglianze o le differenze tra Buzzati e autori come Poe, Sartre, Kafka, tema per tema. Solo così si arriva a capire bene l'originalità dello scrittore italiano, che sta proprio nella capacità di riprendere la tradizione fantastica per veicolare un pensiero esistenzialista, attraverso l'uso dell'assurdo.
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