La tesi intende indagare le abilità visuo-spaziali in un gruppo di studenti dei Corsi di Laurea Magistrale delle Scienze Motorie e Sportive dell'Università di Torino, mettendo a confronto i due generi e considerando anche la quantità e la tipologia di attività fisica svolta.Hanno preso parte alla ricerca 225 soggetti, di cui 130 maschi e 95 femmine, di età compresa tra i 21 ed i 42 anni, con età media di 24,11 anni (DS = 2,61). I soggetti di genere maschile hanno un'età compresa tra i 21 ed i 42 anni, con età media di 24,42 anni (DS = 2,97). I soggetti di genere femminile hanno un'età compresa tra i 22 ed i 38 anni, con età media di 23,68 anni (DS = 1,96). Tutti i soggetti reclutati sono iscritti al primo o al secondo anno di uno dei due corsi di Laurea Magistrale delle Scienze Motorie e Sportive dell'Università di Torino: il corso LM67 in Scienze dell'Educazione Motoria e delle Attività Adattate ed il corso LM68 in Scienze e Tecniche Avanzate dello Sport. Gli strumenti utilizzati per indagare le variabili oggetto di indagine sono stati unificati in un questionario somministrato ai partecipanti e sono i seguenti: - Una scheda conoscitiva sulle informazioni di carattere generale. - Il questionario SF12 STANDARD sullo stato di salute (Ware, Kosinski e Keller, 1996). - Il questionario short QOS sull'orientamento spaziale (Pazzaglia et al., 2000). - Il questionario GPAQ sulla quantità di attività fisica svolta (WHO, 2002). - Il questionario QACO sull'atteggiamento verso i compiti di orientamento. - Il questionario QAS sull'ansia spaziale (adattato da Lawton, 1994). - La scala dell'autoefficacia APEF relativa all'esercizio fisico (Caprara, 2001). - Il questionario MAPAS sull'approccio metacognitivo allo sport (Settanni et al., 2012). Dall'analisi dei dati svolta si nota una differenza notevole tra i due generi a favore del genere maschile, in termini di stato di salute, senso dell'orientamento, conoscenza dei punti cardinali, quantità di attività fisica sia sul luogo di lavoro sia nel tempo libero, piacere nell'esplorazione di luoghi nuovi e sconosciuti. Il campione femminile ha riportato livelli più alti di ansia spaziale in situazioni di orientamento in posti non noti e, infatti, ha registrato anche un punteggio maggiore rispetto al genere maschile nel piacere della navigazione in luoghi conosciuti. La ricerca ha prodotto dei risultati interessanti anche suddividendo il campione in due gruppi di soggetti, coloro che praticano sport individuali e coloro che praticano sport di squadra. I soggetti praticanti sport di squadra hanno riportato un migliore stato di salute, miglior senso dell'orientamento e maggiore piacere della navigazione in luoghi sconosciuti mentre i soggetti che praticano discipline individuali hanno registrato maggiori livelli di ansia spaziale e, ad essa correlato positivamente, un maggior piacere nello spostamento in luoghi conosciuti. Infine, gli atleti di sport individuali svolgono una maggiore quantità di attività fisica e quindi un numero maggiore di MET consumati in una normale settimana rispetto alla controparte. Secondo la ricerca presente, quindi, la quantità di attività fisica svolta non influenza le abilità visuo-spaziali mentre il loro funzionamento dipende in parte dalla tipologia di disciplina sportiva svolta e fortemente dal genere di appartenenza.
Abilità visuo-spaziali in giovani adulti: uno studio sulle differenze di genere in studenti universitari delle Scienze Motorie e Sportive.
PICCO, GABRIELLA
2016/2017
Abstract
La tesi intende indagare le abilità visuo-spaziali in un gruppo di studenti dei Corsi di Laurea Magistrale delle Scienze Motorie e Sportive dell'Università di Torino, mettendo a confronto i due generi e considerando anche la quantità e la tipologia di attività fisica svolta.Hanno preso parte alla ricerca 225 soggetti, di cui 130 maschi e 95 femmine, di età compresa tra i 21 ed i 42 anni, con età media di 24,11 anni (DS = 2,61). I soggetti di genere maschile hanno un'età compresa tra i 21 ed i 42 anni, con età media di 24,42 anni (DS = 2,97). I soggetti di genere femminile hanno un'età compresa tra i 22 ed i 38 anni, con età media di 23,68 anni (DS = 1,96). Tutti i soggetti reclutati sono iscritti al primo o al secondo anno di uno dei due corsi di Laurea Magistrale delle Scienze Motorie e Sportive dell'Università di Torino: il corso LM67 in Scienze dell'Educazione Motoria e delle Attività Adattate ed il corso LM68 in Scienze e Tecniche Avanzate dello Sport. Gli strumenti utilizzati per indagare le variabili oggetto di indagine sono stati unificati in un questionario somministrato ai partecipanti e sono i seguenti: - Una scheda conoscitiva sulle informazioni di carattere generale. - Il questionario SF12 STANDARD sullo stato di salute (Ware, Kosinski e Keller, 1996). - Il questionario short QOS sull'orientamento spaziale (Pazzaglia et al., 2000). - Il questionario GPAQ sulla quantità di attività fisica svolta (WHO, 2002). - Il questionario QACO sull'atteggiamento verso i compiti di orientamento. - Il questionario QAS sull'ansia spaziale (adattato da Lawton, 1994). - La scala dell'autoefficacia APEF relativa all'esercizio fisico (Caprara, 2001). - Il questionario MAPAS sull'approccio metacognitivo allo sport (Settanni et al., 2012). Dall'analisi dei dati svolta si nota una differenza notevole tra i due generi a favore del genere maschile, in termini di stato di salute, senso dell'orientamento, conoscenza dei punti cardinali, quantità di attività fisica sia sul luogo di lavoro sia nel tempo libero, piacere nell'esplorazione di luoghi nuovi e sconosciuti. Il campione femminile ha riportato livelli più alti di ansia spaziale in situazioni di orientamento in posti non noti e, infatti, ha registrato anche un punteggio maggiore rispetto al genere maschile nel piacere della navigazione in luoghi conosciuti. La ricerca ha prodotto dei risultati interessanti anche suddividendo il campione in due gruppi di soggetti, coloro che praticano sport individuali e coloro che praticano sport di squadra. I soggetti praticanti sport di squadra hanno riportato un migliore stato di salute, miglior senso dell'orientamento e maggiore piacere della navigazione in luoghi sconosciuti mentre i soggetti che praticano discipline individuali hanno registrato maggiori livelli di ansia spaziale e, ad essa correlato positivamente, un maggior piacere nello spostamento in luoghi conosciuti. Infine, gli atleti di sport individuali svolgono una maggiore quantità di attività fisica e quindi un numero maggiore di MET consumati in una normale settimana rispetto alla controparte. Secondo la ricerca presente, quindi, la quantità di attività fisica svolta non influenza le abilità visuo-spaziali mentre il loro funzionamento dipende in parte dalla tipologia di disciplina sportiva svolta e fortemente dal genere di appartenenza.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/91796