In questo lavoro si è analizzato il problema relativo alla gestione dei residui di potatura del nocciolo (Corylus avellana L. ) che, in questi ultimi anni, è diventata sempre più rilevante per l'insorgenza di diversi fattori: l'aumento della superficie coltivata a nocciòlo (mondialmente si contano 620.255 ha e una produzione di 858.700 t), l'affermarsi di tecniche di potatura sempre più precise che portano all'aumento del materiale residuo, infine l'entrata in vigore di normative molto rigide che vietano, in alcuni periodi dell'anno l'abbruciamento di questa biomassa, e ne impediscono l'abbandono. In passato i residui non venivano valorizzati, ma nella maggior parte dei casi inceneriti in cumuli di grosse dimensioni oppure abbandonati in aree non coltivate. Attualmente si stanno cercando delle modalità di valorizzazione di codesti residui come per esempio la produzione di pellet o cippato, viste le buone proprietà che possiede il legno di nocciola, come i valori della densità basale (da 0,48 a 0,51 g/cm3) che ne conferiscono delle buone caratteristiche per la combustione e la produzione di energia. Altre modalità di smaltimento prevedono una trinciatura di questa biomassa direttamente nell'interfila, lasciando in campo dei residui di pochi centimetri che verranno successivamente degradati, oppure accumulati in aree dell'appezzamento e successivamente triturati o inceneriti in base alle modalità stabilite dalle normative. In alternativa i residui di potatura possono essere utilizzati per la realizzazione di compost da applicare successivamente sul terreno agricolo. Lo scopo di questa tesi era quello di valutare la possibilità di trasformare i residui di potatura del nocciòlo in un fertilizzante organico di buona qualità tramite compostaggio. Sono state studiate le varie fasi del processo di compostaggio, le precauzioni da adottare durante il processo e i principali parametri fisico-chimici che caratterizzano il materiale finale. E' stata realizzata una prova pilota di compostaggio di 0,7 t di ramaglie derivanti dalla potatura primaverile del 2016, ridotte a cippato ed uniti a circa 0,2 t di letame, successivamente miscelati e deposti sotto un capannone. La prova di compostaggio è durata 3 mesi durante la quale sono state fatte diverse operazioni: rilevamento della temperatura, mantenimento dell'umidità e ribaltamento regolare per garantire un corretta aerazione della miscela. Alla fine del processo, il compost maturo è stato utilizzato come substrato per la prova di germinabilità confermando, in seguito ad un esito positivo, la sua idoneità come substrato di crescita vegetale. In conclusione si può ritenere che la tecnica del compostaggio applicata alla valorizzazione dei residui di potatura del nocciòlo sia una strada percorribile perché l'apporto di compost al terreno ne migliora le proprietà chimiche, fisiche e biologiche. Inoltre la tecnica di compostaggio non richiede particolari attenzioni, se non il verificare che, nella fase iniziale del processo, la temperatura del cumulo raggiunga dei valori compresi tra i 55 e i 60 ºC per l'inattivazione di organismi fitopatogeni ed eventuali semi di infestanti. In aggiunta il cumulo dovrà essere inumidito se risulta troppo secco e rivoltato frequentemente nelle prime fasi. Infine, è stato riscontrato come unico aspetto negativo l'elevato consumo di carburante necessario all'utilizzo del cippatore.

Valorizzazione dei residui di potatura del nocciòlo tramite compostaggio

ALBARELLO, MATTIA
2016/2017

Abstract

In questo lavoro si è analizzato il problema relativo alla gestione dei residui di potatura del nocciolo (Corylus avellana L. ) che, in questi ultimi anni, è diventata sempre più rilevante per l'insorgenza di diversi fattori: l'aumento della superficie coltivata a nocciòlo (mondialmente si contano 620.255 ha e una produzione di 858.700 t), l'affermarsi di tecniche di potatura sempre più precise che portano all'aumento del materiale residuo, infine l'entrata in vigore di normative molto rigide che vietano, in alcuni periodi dell'anno l'abbruciamento di questa biomassa, e ne impediscono l'abbandono. In passato i residui non venivano valorizzati, ma nella maggior parte dei casi inceneriti in cumuli di grosse dimensioni oppure abbandonati in aree non coltivate. Attualmente si stanno cercando delle modalità di valorizzazione di codesti residui come per esempio la produzione di pellet o cippato, viste le buone proprietà che possiede il legno di nocciola, come i valori della densità basale (da 0,48 a 0,51 g/cm3) che ne conferiscono delle buone caratteristiche per la combustione e la produzione di energia. Altre modalità di smaltimento prevedono una trinciatura di questa biomassa direttamente nell'interfila, lasciando in campo dei residui di pochi centimetri che verranno successivamente degradati, oppure accumulati in aree dell'appezzamento e successivamente triturati o inceneriti in base alle modalità stabilite dalle normative. In alternativa i residui di potatura possono essere utilizzati per la realizzazione di compost da applicare successivamente sul terreno agricolo. Lo scopo di questa tesi era quello di valutare la possibilità di trasformare i residui di potatura del nocciòlo in un fertilizzante organico di buona qualità tramite compostaggio. Sono state studiate le varie fasi del processo di compostaggio, le precauzioni da adottare durante il processo e i principali parametri fisico-chimici che caratterizzano il materiale finale. E' stata realizzata una prova pilota di compostaggio di 0,7 t di ramaglie derivanti dalla potatura primaverile del 2016, ridotte a cippato ed uniti a circa 0,2 t di letame, successivamente miscelati e deposti sotto un capannone. La prova di compostaggio è durata 3 mesi durante la quale sono state fatte diverse operazioni: rilevamento della temperatura, mantenimento dell'umidità e ribaltamento regolare per garantire un corretta aerazione della miscela. Alla fine del processo, il compost maturo è stato utilizzato come substrato per la prova di germinabilità confermando, in seguito ad un esito positivo, la sua idoneità come substrato di crescita vegetale. In conclusione si può ritenere che la tecnica del compostaggio applicata alla valorizzazione dei residui di potatura del nocciòlo sia una strada percorribile perché l'apporto di compost al terreno ne migliora le proprietà chimiche, fisiche e biologiche. Inoltre la tecnica di compostaggio non richiede particolari attenzioni, se non il verificare che, nella fase iniziale del processo, la temperatura del cumulo raggiunga dei valori compresi tra i 55 e i 60 ºC per l'inattivazione di organismi fitopatogeni ed eventuali semi di infestanti. In aggiunta il cumulo dovrà essere inumidito se risulta troppo secco e rivoltato frequentemente nelle prime fasi. Infine, è stato riscontrato come unico aspetto negativo l'elevato consumo di carburante necessario all'utilizzo del cippatore.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
778481_realazionefinalemattiaalbarello.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.16 MB
Formato Adobe PDF
1.16 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/91676