Obiettivo di questo studio è stato calcolare mediante metodologia LCA gli impatti generati dall'impiego di compost e separato solido in orticoltura e maiscoltura, confrontando i risultati ottenuti con gli impatti riferiti alla gestione colturale con pratiche convenzionali per le medesime colture e negli stessi siti oggetto d'indagine. La sperimentazione ha avuto luogo per più annate agrarie, mantenendo invariate le operazioni colturali principali di anno in anno cosicché le eventuali differenze significative rilevate avessero origine soltanto dalle diverse gestioni colturali adottate in termini di fertilizzazione. Tale sperimentazione ha permesso di evidenziare, attraverso i risultati dell'analisi LCA, che per la coltivazione di mais l'impiego di separato solido risulta il trattamento meno impattante sull'ambiente, seguito dal trattamento compost e infine dalla gestione tradizionale con i fertilizzanti minerali. La differenza tra il compost e il separato solido è principalmente legata ai maggiori dispendi energetici dovuti alla fase di compostaggio stessa. Il maggiore impatto dell'urea, nonostante le più alte performance produttive, è invece dovuto alla produzione del fertilizzante stesso. Per quanto riguarda le colture orticole, invece, è stata registrata una situazione opposta, con il trattamento compost che è il più impattante e il minerale il meno inquinante. Tale condizione è riconducibile agli impatti generati dai surplus di nutrienti, che sono maggiori laddove gli apporti sono stati maggiori: il compost ha infatti ricevuto maggiori quantità di NPK e questo non è stato completamente compensato dai maggiori asporti. Tuttavia, è opportuno considerare che, tali matrici organiche presentano una lenta cessione degli elementi nutritivi nel suolo ed un incremento negli anni del contenuto di carbonio nel terreno, agevolando l'assorbimento da parte delle radici dei macro e micro-nutrienti proprio nella fase in cui la coltura presenta i maggiori asporti. Ciò determina tendenzialmente l'ottenimento di rese superiori con l'utilizzo di compost rispetto alle altre gestioni. I rapporti relativi tra i trattamenti potrebbero cambiare quando si terrà in opportuna considerazione la variazione dello stock di carbonio nel suolo e il beneficio ambientale legato alla produzione di biogas. Risulta di grande interesse considerare come l'attuale pensiero in ambito agronomico europeo stia evolvendo verso l'importanza della valorizzazione dei servizi agroecosistemici, quali lo stoccaggio di carbonio. Sarà interessante, una volta conclusa la fase di sperimentazione del progetto Life+, implementare l'analisi LCA con i dati di stoccaggio di carbonio nel suolo e la produzione di energia verde a monte del processo di compostaggio, così da valutare complessivamente il possibile vantaggio ambientale derivante dall'uso del compost. Sarà importante verificare se tali aspetti controbilancino o meno gli svantaggi ambientali derivanti dal surplus di elementi nutritivi, in particolare azoto, come si è riscontrato specialmente per le colture orticole. In conclusione, questo studio, volto a valorizzare l'utilizzo del compost in agricoltura analizzando tale matrice come una risorsa in termini ambientali, energetici ed economici, ha evidenziato taluni aspetti migliorabili, connessi alla filiera di produzione del compost e alla sua gestione aziendale.

Compost da digestato: valutazioni agronomiche e con LCA

MACARIO GIOANAS, EMILIO
2016/2017

Abstract

Obiettivo di questo studio è stato calcolare mediante metodologia LCA gli impatti generati dall'impiego di compost e separato solido in orticoltura e maiscoltura, confrontando i risultati ottenuti con gli impatti riferiti alla gestione colturale con pratiche convenzionali per le medesime colture e negli stessi siti oggetto d'indagine. La sperimentazione ha avuto luogo per più annate agrarie, mantenendo invariate le operazioni colturali principali di anno in anno cosicché le eventuali differenze significative rilevate avessero origine soltanto dalle diverse gestioni colturali adottate in termini di fertilizzazione. Tale sperimentazione ha permesso di evidenziare, attraverso i risultati dell'analisi LCA, che per la coltivazione di mais l'impiego di separato solido risulta il trattamento meno impattante sull'ambiente, seguito dal trattamento compost e infine dalla gestione tradizionale con i fertilizzanti minerali. La differenza tra il compost e il separato solido è principalmente legata ai maggiori dispendi energetici dovuti alla fase di compostaggio stessa. Il maggiore impatto dell'urea, nonostante le più alte performance produttive, è invece dovuto alla produzione del fertilizzante stesso. Per quanto riguarda le colture orticole, invece, è stata registrata una situazione opposta, con il trattamento compost che è il più impattante e il minerale il meno inquinante. Tale condizione è riconducibile agli impatti generati dai surplus di nutrienti, che sono maggiori laddove gli apporti sono stati maggiori: il compost ha infatti ricevuto maggiori quantità di NPK e questo non è stato completamente compensato dai maggiori asporti. Tuttavia, è opportuno considerare che, tali matrici organiche presentano una lenta cessione degli elementi nutritivi nel suolo ed un incremento negli anni del contenuto di carbonio nel terreno, agevolando l'assorbimento da parte delle radici dei macro e micro-nutrienti proprio nella fase in cui la coltura presenta i maggiori asporti. Ciò determina tendenzialmente l'ottenimento di rese superiori con l'utilizzo di compost rispetto alle altre gestioni. I rapporti relativi tra i trattamenti potrebbero cambiare quando si terrà in opportuna considerazione la variazione dello stock di carbonio nel suolo e il beneficio ambientale legato alla produzione di biogas. Risulta di grande interesse considerare come l'attuale pensiero in ambito agronomico europeo stia evolvendo verso l'importanza della valorizzazione dei servizi agroecosistemici, quali lo stoccaggio di carbonio. Sarà interessante, una volta conclusa la fase di sperimentazione del progetto Life+, implementare l'analisi LCA con i dati di stoccaggio di carbonio nel suolo e la produzione di energia verde a monte del processo di compostaggio, così da valutare complessivamente il possibile vantaggio ambientale derivante dall'uso del compost. Sarà importante verificare se tali aspetti controbilancino o meno gli svantaggi ambientali derivanti dal surplus di elementi nutritivi, in particolare azoto, come si è riscontrato specialmente per le colture orticole. In conclusione, questo studio, volto a valorizzare l'utilizzo del compost in agricoltura analizzando tale matrice come una risorsa in termini ambientali, energetici ed economici, ha evidenziato taluni aspetti migliorabili, connessi alla filiera di produzione del compost e alla sua gestione aziendale.
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