The Sahel is a territory located between the Sahara desert and the Sudanian Africa, included between hysoiets of 200 and 600 mm, extended for the all continent's width. Rain season is concentrated in 2-4 months and the natural environment is the savanna. Between few activities that humans can realize in this land the pastoralism is indeed an important reality; for the economy, being up to the 50\% of the GDP in some countries, and for livestock's cultural value as a part of the tradition of these populations. The countries face a harsh situation, with political and organizational issues, with a broad spread of conflicts and instability. Together with climatic changes and rain variability, which characterized last decades, life became tough for the local population, especially nomads and transumant herders who had great livestock losses. Herders adopted a variety of strategies to cope with these uncertainties and to be able to keep on getting incomes from their business. There is a general trend in shifting transumant's routes, moving southward and travelling longer distances, nevertheless the augmentation of croplands and protected areas make it much more problematic. In a range of possible solutions, herd's owners prefer to diversify their income, minimizing the risk of just one activity. A series of droughts from the '70 put strain on the ecosystem and its potential to satisfy pastoral's needs, casting doubts about this way to raise livestock in this area. However, these theories haven't been confirmed and many data denied them. The Sahel is a "non-equilibrium" environment and this evidence means that is not always efficient using practises which worked in an "equilibrium" environment. In fact, considering the dramatic reduction of livestock, following droughts and other interaction's dynamics between herbivores and vegetation, is possible to say that pastoral system, per sé, are not a threat for the environment but, actually, they preserve the savanna habitat. As a further proof, the ecosystem shows its resilience after the strong impact suffered. To conclude, the interactions between pastoral systems and Sahelian environment are regulated by many factors and variables, which are the key to know, for environment's safety and for a sustainable use of natural resources.
Il Sahel è un territorio che si trova tra il deserto del Sahara e l'Africa sudaniana, compreso tra le isoiete di 200 e 600 mm, esteso per tutta la larghezza del continente. Le piogge sono concentrate in 2-4 mesi all'anno, e l'ambiente caratterizzante è la savana. Poche sono le attività umane possibili; tra queste, quella più diffusa ed efficace è la pastorizia, che ricopre un importante ruolo a livello economico, arrivando a costituire il 50\% del PIL in alcuni paesi. Inoltre l'allevamento di grandi mandrie e greggi ha un forte valore culturale ed è parte delle tradizioni di questi popoli. Tutti i paesi cdl Sahel si trovano in gravi condizioni, economiche, politiche ed organizzative, con ampia diffusione di conflitti ed instabilità. Ciò, unito alla grande variabilità climatica che ha caratterizzato gli ultimi decenni, ha reso aspra la vita per le popolazioni locali ed in particolare per gli allevatori nomadi e transumanti, producendo gravi perdite di bestiame. Gli allevatori, per far fronte a queste incertezze, hanno dovuto far ricorso a diverse strategie. Si osserva una generale tendenza a modificare i percorsi delle transumanze, spostandosi maggiormente verso sud e aumentando le distanze percorse, anche se l'espansione delle superfici coltivate e delle aree protette lo rende sempre più difficile. Tra le varie soluzioni adottate spicca la preferenza a diversificare le proprie attività, riducendo così il rischio di una sola fonte di reddito. Le siccità che si sono susseguite dagli anni '70 hanno messo a dura prova l'ecosistema e il suo potenziale di soddisfare il pascolamento facendo sorgere dubbi, non sempre fondati e spesso confutati, sull'impatto di questa pratica nell'areale. Il fatto che il Sahel sia un ecosistema in "non-equilibrio" non rende sempre efficaci l'applicazione di pratiche usate in ambienti in "equilibrio". Considerando le drastiche riduzioni di animali a seguito delle siccità, e altre dinamiche di interazione tra erbivori e vegetazione, si può dire che l'allevamento allo stato brado, di per sé, non costituisca problemi per l'ambiente, ma anzi contribuisca al mantenimento dell'ambiente savana. Ad ulteriore prova vi è la resilienza dell'ecosistema nonostante i forti shock subiti. Per concludere l'interazione tra pastorizia ed ambiente saheliano è regolato da molti fattori e variabili; la cui conoscenza è importante per il mantenimento dell'ambiente e per un utilizzo sostenibile delle risorse naturali presenti.
Adattamento e resilienza dei sistemi pastorali nel Sahel
GIAGNONI, GIULIO
2016/2017
Abstract
Il Sahel è un territorio che si trova tra il deserto del Sahara e l'Africa sudaniana, compreso tra le isoiete di 200 e 600 mm, esteso per tutta la larghezza del continente. Le piogge sono concentrate in 2-4 mesi all'anno, e l'ambiente caratterizzante è la savana. Poche sono le attività umane possibili; tra queste, quella più diffusa ed efficace è la pastorizia, che ricopre un importante ruolo a livello economico, arrivando a costituire il 50\% del PIL in alcuni paesi. Inoltre l'allevamento di grandi mandrie e greggi ha un forte valore culturale ed è parte delle tradizioni di questi popoli. Tutti i paesi cdl Sahel si trovano in gravi condizioni, economiche, politiche ed organizzative, con ampia diffusione di conflitti ed instabilità. Ciò, unito alla grande variabilità climatica che ha caratterizzato gli ultimi decenni, ha reso aspra la vita per le popolazioni locali ed in particolare per gli allevatori nomadi e transumanti, producendo gravi perdite di bestiame. Gli allevatori, per far fronte a queste incertezze, hanno dovuto far ricorso a diverse strategie. Si osserva una generale tendenza a modificare i percorsi delle transumanze, spostandosi maggiormente verso sud e aumentando le distanze percorse, anche se l'espansione delle superfici coltivate e delle aree protette lo rende sempre più difficile. Tra le varie soluzioni adottate spicca la preferenza a diversificare le proprie attività, riducendo così il rischio di una sola fonte di reddito. Le siccità che si sono susseguite dagli anni '70 hanno messo a dura prova l'ecosistema e il suo potenziale di soddisfare il pascolamento facendo sorgere dubbi, non sempre fondati e spesso confutati, sull'impatto di questa pratica nell'areale. Il fatto che il Sahel sia un ecosistema in "non-equilibrio" non rende sempre efficaci l'applicazione di pratiche usate in ambienti in "equilibrio". Considerando le drastiche riduzioni di animali a seguito delle siccità, e altre dinamiche di interazione tra erbivori e vegetazione, si può dire che l'allevamento allo stato brado, di per sé, non costituisca problemi per l'ambiente, ma anzi contribuisca al mantenimento dell'ambiente savana. Ad ulteriore prova vi è la resilienza dell'ecosistema nonostante i forti shock subiti. Per concludere l'interazione tra pastorizia ed ambiente saheliano è regolato da molti fattori e variabili; la cui conoscenza è importante per il mantenimento dell'ambiente e per un utilizzo sostenibile delle risorse naturali presenti.File | Dimensione | Formato | |
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