The script begins with an opening introduction about Carmelo Bene, with some general informations about his poetics and his theater idea. There is also a quick overview of the various editions of Carmelo Bene's Pinocchio, from 60's to 1999; here are underlined the diferrences between the versions, mostly between the firts and the second period. Then the analysis lingers on the 1999 tv version and proceeds to themes. The first theme addressed is Carmelo Bene's relationship with television, passing through cinema. The author prefers television, because it allows more control and can catch many more details. About the show, looking at the scenography we see that is almost inexistent and fixed; furthermore the characters masks become part of the scene objects; these contribute to the strangeness effect that pervades all the show, because they give another face to the only two actors on the scene (Carmelo Bene and Sonia Bergamasco). The next topic is about the Woman- Baby girl. This leads to a reflection about the role of woman in theater, according to Carmelo Bene, about the loss of the actor's femininity, and about the topics of Childhood and Maternity, through which the Baby girl captures Pinocchio in a series of traps through all the story. In fact it is her that leads the wires of the narration, playing with the puppet as he was a really toy. In contrast with this character there is Geppetto, who explains pretty well the author's idea about fatherhood; can't exist a relationship father-son between Geppetto and Pinocchio, because the carpenter is not a really father, but the puppet is always his creation. The third theme is the Phonè, a very important theme in Carmelo Bene's poetics. In this show the study on the Phonè reaches a very high level, especially thanks to the use of playback and amplification instruments. The actors' voices are recorded on a tape, which is reproduced later in the show. This is another estranging component, because the actor looses his voice and is forced to follow a story that has already happened and told. Moreover playback is not used as in cinema, to go synchronously with images, because Bene does not want to have a realistic effect, instead wants to confuse the spectator. The last theme is about education. In the show there is a criticism to the school institution and to the switch from childhood to adulthood. All the time Pinocchio tries to oppose to the process that should lead him to conform with the society's rules, but in the end he has no escape. He becomes himself a teacher, climbing up the teaching post and ripping his nose. However this story has not a moral; the spectator is not really at school and there is not a lesson to learn.
Il testo comincia con un'introduzione iniziale su Carmelo Bene, con accenni generali alla sua poetica e alla sua idea di teatro. Sempre nell'introduzione vi è una panoramica veloce delle varie edizioni del Pinocchio di Carmelo Bene, dagli anni '60 fino al 1999; qui sono sottolineate le differenze tra le varie versioni, soprattutto fra le prime e le ultime. A questo punto l'analisi si sofferma sulla versione televisiva del 1999 e procede per tematiche. Il primo tema che viene affrontato è il rapporto di Carmelo Bene con la televisione, passando anche attraverso il cinema. L'autore predilige sicuramente la televisione, in quanto strumento che permette un controllo maggiore e che con il primo piano può cogliere molti più dettagli. Tornado allo spettacolo e osservandone la scenografia, si vede come questa sia quasi inesistente e fissa; inoltre entrano a far parte degli oggetti di scena anche le maschere dei personaggi; queste contribuiscono all'effetto di estraneità che pervade tutto lo spettacolo, dando un volto altro ai due soli attori sulla scena (Carmelo Bene e Sonia Bergamasco). Successivamente viene affrontata la tematica della Donna-Bambina. Questa conduce ad una riflessione sul ruolo della donna nel teatro, secondo Carmelo Bene, sulla perdita della femminilità da parte dell'attore, e sulle tematiche di Infanzia e Maternità, attraverso cui la Bambina cattura Pinocchio in una serie di trappole durante tutta la storia. È infatti proprio lei a condurre i fili della narrazione, giocando con il burattino come fosse davvero un suo giocattolo. In contrapposizione a questa strana figura materna troviamo la figura di Geppetto, che non si vede spesso ma che rende molto chiaramente l'idea che l'autore ha della paternità; un rapporto padre figlio non può esistere tra Geppetto e Pinocchio, poiché il falegname non è davvero suo padre, ma il burattino è comunque la sua creatura. Il terzo tema affrontato è quello della Phonè, tema fondamentale nella poetica di Carmelo Bene. In questo spettacolo infatti lo studio della Phonè raggiunge un livello altissimo, soprattutto grazie all'uso del playback e degli strumenti di amplificazione. La voce degli attori infatti viene registrata su un nastro che viene poi riprodotto durante lo spettacolo e su cui gli attori recitano. Questo è un altro elemento fortemente estraniante, dal momento che l'attore perde la sua voce ed è costretto a seguire una storia che in realtà è già accaduta ed è già stata raccontata precedentemente. Inoltre il playback non è pensato come quello cinematografico, ovvero per andare a sincrono con le immagini, perché Bene non vuole dare un effetto realistico ma totalmente surreale, che confonda lo spettatore. Infine, l'ultimo aspetto preso in considerazione è quello dell'istruzione. C'è nello spettacolo una critica all'istituzione scolastica e al passaggio dall'infanzia all'età adulta. Per tutto lo spettacolo Pinocchio cerca di opporsi al processo che lo dovrebbe portare a conformarsi ai canoni della società, ma alla fine non ha scampo. Diventa lui stesso insegnante, salendo in cattedra e strappandosi il naso. Tuttavia questo racconto non vuole avere una morale; lo spettatore non è davvero a scuola e non c'è una lezione da imparare.
Carmelo Bene e Pinocchio. Analisi della versione televisiva di Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza
TESEO, VALENTINA
2016/2017
Abstract
Il testo comincia con un'introduzione iniziale su Carmelo Bene, con accenni generali alla sua poetica e alla sua idea di teatro. Sempre nell'introduzione vi è una panoramica veloce delle varie edizioni del Pinocchio di Carmelo Bene, dagli anni '60 fino al 1999; qui sono sottolineate le differenze tra le varie versioni, soprattutto fra le prime e le ultime. A questo punto l'analisi si sofferma sulla versione televisiva del 1999 e procede per tematiche. Il primo tema che viene affrontato è il rapporto di Carmelo Bene con la televisione, passando anche attraverso il cinema. L'autore predilige sicuramente la televisione, in quanto strumento che permette un controllo maggiore e che con il primo piano può cogliere molti più dettagli. Tornado allo spettacolo e osservandone la scenografia, si vede come questa sia quasi inesistente e fissa; inoltre entrano a far parte degli oggetti di scena anche le maschere dei personaggi; queste contribuiscono all'effetto di estraneità che pervade tutto lo spettacolo, dando un volto altro ai due soli attori sulla scena (Carmelo Bene e Sonia Bergamasco). Successivamente viene affrontata la tematica della Donna-Bambina. Questa conduce ad una riflessione sul ruolo della donna nel teatro, secondo Carmelo Bene, sulla perdita della femminilità da parte dell'attore, e sulle tematiche di Infanzia e Maternità, attraverso cui la Bambina cattura Pinocchio in una serie di trappole durante tutta la storia. È infatti proprio lei a condurre i fili della narrazione, giocando con il burattino come fosse davvero un suo giocattolo. In contrapposizione a questa strana figura materna troviamo la figura di Geppetto, che non si vede spesso ma che rende molto chiaramente l'idea che l'autore ha della paternità; un rapporto padre figlio non può esistere tra Geppetto e Pinocchio, poiché il falegname non è davvero suo padre, ma il burattino è comunque la sua creatura. Il terzo tema affrontato è quello della Phonè, tema fondamentale nella poetica di Carmelo Bene. In questo spettacolo infatti lo studio della Phonè raggiunge un livello altissimo, soprattutto grazie all'uso del playback e degli strumenti di amplificazione. La voce degli attori infatti viene registrata su un nastro che viene poi riprodotto durante lo spettacolo e su cui gli attori recitano. Questo è un altro elemento fortemente estraniante, dal momento che l'attore perde la sua voce ed è costretto a seguire una storia che in realtà è già accaduta ed è già stata raccontata precedentemente. Inoltre il playback non è pensato come quello cinematografico, ovvero per andare a sincrono con le immagini, perché Bene non vuole dare un effetto realistico ma totalmente surreale, che confonda lo spettatore. Infine, l'ultimo aspetto preso in considerazione è quello dell'istruzione. C'è nello spettacolo una critica all'istituzione scolastica e al passaggio dall'infanzia all'età adulta. Per tutto lo spettacolo Pinocchio cerca di opporsi al processo che lo dovrebbe portare a conformarsi ai canoni della società, ma alla fine non ha scampo. Diventa lui stesso insegnante, salendo in cattedra e strappandosi il naso. Tuttavia questo racconto non vuole avere una morale; lo spettatore non è davvero a scuola e non c'è una lezione da imparare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/91453