Il termine ¿microplastiche¿ viene impiegato per indicare l'ingrediente solido, di forma prevalentemente sferica, avente dimensioni comprese tra 1 µm e 5 mm e costituito da polimeri sintetici derivati dal petrolio, quindi non biodegradabili. Esse sono volontariamente addizionate a numerosi prodotti cosmetici e per la cura della persona e la presenza nelle formulazioni è segnalata in etichetta nella lista degli ingredienti secondo nomenclatura INCI (es. polyethylene). Le microplastiche si trovano principalmente in quattro diverse tipologie di cosmetici: detergenti e saponi fluidi, scrub, protettivi solari e prodotti per l'igiene dentale. Le industrie cosmetiche aggiungono le microplastiche sia nelle preparazioni che prevedono il risciacquo sia nei leave-on, come agenti esfolianti e, secondariamente, come regolatori di viscosità, emulsionanti, filmogeni, agenti di carica o, nel caso dell'igiene orale, come derivati lucidanti. La quantità di microplastiche contenute nei prodotti pronti all'uso varia dall'1 a più del 90%, a seconda del tipo di formulazione. Il problema più rilevante delle microplastiche riguarda le possibili ripercussioni sull'ambiente, soprattutto nel caso di utilizzo nei prodotti da rimuovere con l'acqua dopo l'applicazione sulla pelle, perché sono rilasciate negli scarichi e nelle tubature e, a causa delle ridotte dimensioni, non vengono filtrate dagli impianti di depurazione. Di conseguenza, dalle acque reflue, le microplastiche giungono fino al mare, contribuendo ubiquitariamente, seppure in minima percentuale (0.1-1.5%), alla mole di detriti plastici che accresce giorno dopo giorno e mette a serio rischio l'ambiente marino e l'intero ecosistema. Le microplastiche, inoltre, vengono inghiottite dagli organismi planctonici, dagli uccelli marini, dai pesci più grandi e infine risalgono la catena trofica fino ad arrivare sulle nostre tavole. Negli ultimi anni, la preoccupazione pubblica è aumentata sensibilmente per l'oggettivo rischio di persistenza di tali materiali nell'ambiente marino. In aggiunta, si deve tenere conto della loro capacità di assorbire agenti chimici presenti nelle acque, accumulandoli nelle catene alimentari. Ne consegue che si debbano valutare con attenzione gli effetti a lungo termine, sia sull'ambiente sia sull'uomo. La presente tesi esamina caratteristiche e proprietà delle microplastiche cosmetiche e l'apporto di tali inquinanti: da un lato, i provvedimenti normativi mirati a vietarne o limitarne l'impiego; dall'altro, i progressi in ambito tecnologico-scientifico, dedicati allo studio di materie prime alternative. In particolare, gli U.S.A. hanno introdotto già dal 2015 il divieto di commercializzazione di prodotti cosmetici contenenti microplastiche, mentre Cosmetics Europe ha emanato una Raccomandazione rivolta alle aziende cosmetiche europee affinché ne interrompano l'utilizzo nei prodotti a risciacquo entro il 2020. Di pari passo, il mondo scientifico sta studiando alternative ecosostenibili che sostituiscano le microplastiche con materiali analoghi per attività ed efficacia. Sono dunque attualmente disponibili microsfere di origine vegetale, minerale e, ultimamente, tecnologica, con le medesime caratteristiche di colore, viscosità, abrasività, sensazione sulla pelle, stabilità, costi di produzione e disponibilità su scala industriale delle microsfere di polietilene, ma con valide caratteristiche di biodegradabilità ed ecosostenibilità.
Uso delle microplastiche nei prodotti cosmetici e relativo impatto sull'ambiente
RAPACCIUOLO, FRANCESCA MARIA
2016/2017
Abstract
Il termine ¿microplastiche¿ viene impiegato per indicare l'ingrediente solido, di forma prevalentemente sferica, avente dimensioni comprese tra 1 µm e 5 mm e costituito da polimeri sintetici derivati dal petrolio, quindi non biodegradabili. Esse sono volontariamente addizionate a numerosi prodotti cosmetici e per la cura della persona e la presenza nelle formulazioni è segnalata in etichetta nella lista degli ingredienti secondo nomenclatura INCI (es. polyethylene). Le microplastiche si trovano principalmente in quattro diverse tipologie di cosmetici: detergenti e saponi fluidi, scrub, protettivi solari e prodotti per l'igiene dentale. Le industrie cosmetiche aggiungono le microplastiche sia nelle preparazioni che prevedono il risciacquo sia nei leave-on, come agenti esfolianti e, secondariamente, come regolatori di viscosità, emulsionanti, filmogeni, agenti di carica o, nel caso dell'igiene orale, come derivati lucidanti. La quantità di microplastiche contenute nei prodotti pronti all'uso varia dall'1 a più del 90%, a seconda del tipo di formulazione. Il problema più rilevante delle microplastiche riguarda le possibili ripercussioni sull'ambiente, soprattutto nel caso di utilizzo nei prodotti da rimuovere con l'acqua dopo l'applicazione sulla pelle, perché sono rilasciate negli scarichi e nelle tubature e, a causa delle ridotte dimensioni, non vengono filtrate dagli impianti di depurazione. Di conseguenza, dalle acque reflue, le microplastiche giungono fino al mare, contribuendo ubiquitariamente, seppure in minima percentuale (0.1-1.5%), alla mole di detriti plastici che accresce giorno dopo giorno e mette a serio rischio l'ambiente marino e l'intero ecosistema. Le microplastiche, inoltre, vengono inghiottite dagli organismi planctonici, dagli uccelli marini, dai pesci più grandi e infine risalgono la catena trofica fino ad arrivare sulle nostre tavole. Negli ultimi anni, la preoccupazione pubblica è aumentata sensibilmente per l'oggettivo rischio di persistenza di tali materiali nell'ambiente marino. In aggiunta, si deve tenere conto della loro capacità di assorbire agenti chimici presenti nelle acque, accumulandoli nelle catene alimentari. Ne consegue che si debbano valutare con attenzione gli effetti a lungo termine, sia sull'ambiente sia sull'uomo. La presente tesi esamina caratteristiche e proprietà delle microplastiche cosmetiche e l'apporto di tali inquinanti: da un lato, i provvedimenti normativi mirati a vietarne o limitarne l'impiego; dall'altro, i progressi in ambito tecnologico-scientifico, dedicati allo studio di materie prime alternative. In particolare, gli U.S.A. hanno introdotto già dal 2015 il divieto di commercializzazione di prodotti cosmetici contenenti microplastiche, mentre Cosmetics Europe ha emanato una Raccomandazione rivolta alle aziende cosmetiche europee affinché ne interrompano l'utilizzo nei prodotti a risciacquo entro il 2020. Di pari passo, il mondo scientifico sta studiando alternative ecosostenibili che sostituiscano le microplastiche con materiali analoghi per attività ed efficacia. Sono dunque attualmente disponibili microsfere di origine vegetale, minerale e, ultimamente, tecnologica, con le medesime caratteristiche di colore, viscosità, abrasività, sensazione sulla pelle, stabilità, costi di produzione e disponibilità su scala industriale delle microsfere di polietilene, ma con valide caratteristiche di biodegradabilità ed ecosostenibilità.File | Dimensione | Formato | |
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