This thesis aims at evaluating how the composition of human milk is adherent to the Mediterranean diet. The Mediterranean diet is characterized by a high consumption of fresh fruit, cooked and raw vegetables, unrefined grains, olive oil, moderate consumption of dairy products, moderate to low consumption of fish, eggs and meat. It is not just a set of ingredients, but it can be considered a real lifestyle that offers numerous benefits for the individual’s health. This research aims at providing a better understanding of how this dietary pattern may also play an important role in the composition of breast milk. The Italian multicenter study MEDIDIET involved mothers from five different research centers in Italy, located in the North, Center and South: Turin, Florence, Rome, San Giovanni Rotondo and Palermo. This wide distribution made it possible to collect data on different geographical areas. The mothers were asked to provide a sample of their milk, to answer a series of questions and to fill in a questionnaire that allowed the collection of information. The data that emerged from the analysis of milk and from the questionnaires made it possible to recognize the characteristics of infants, mothers, and milk. Five dietary patterns were then identified to assess the correlation between the mothers’ weekly food consumption with milk components. Finally, it was possible to evaluate the adherence of the maternal diet to the Mediterranean one using the score of the Mediterranean Diet. The results provided evidence of how high adherence to this lifestyle is associated with a particular fatty acid profile in breast milk: a low concentration of saturated fatty acids-SFA and a higher concentration of monounsaturated fatty acids-MUFA, ω-3 fats and in particular docosahexaenoic acid-DHA. Not continuing to have milk collection for a longer period is one of the 7 limitations of this study: this would have allowed to obtain greater accuracy in the results. Despite this, the strengths of the MEDIDIET study are manifold. This work is unique, it has been shown for the first time how a high adherence to the Mediterranean diet is associated with a particular profile of fatty acids in breast milk involved in neonatal growth. In the light of these results, the promotion of the Mediterranean diet, recognized by UNESCO as an Intangible Heritage of Humanity, should take place with meticulousness in the population of pregnant and breastfeeding mothers. The present results, if confirmed by further studies, may contribute to the development of guidelines to be proposed to nursing mothers.
Il presente elaborato ha lo scopo di valutare quanto l’aderenza alla dieta mediterranea possa influenzare la composizione del latte umano. La dieta mediterranea è caratterizzata da un elevato consumo di frutta fresca, verdure cotte e crude, cereali non raffinati, olio d’oliva, un consumo moderato di latticini, da moderato a basso di pesce, uova e carne. Non è solamente un insieme di ingredienti, ma può essere considerata un vero e proprio stile di vita che offre numerosi benefici per la salute dell’individuo. Questa ricerca vuole fornire una migliore comprensione di come questo modello dietetico possa avere un ruolo importante anche nella composizione del latte materno. Lo studio multicentrico italiano MEDIDIET ha coinvolto mamme di cinque diversi centri di ricerca in Italia, collocati al Nord, Centro e Sud: Torino, Firenze, Roma, San Giovanni Rotondo e Palermo. Quest’ampia distribuzione ha consentito di raccogliere dati riguardanti diverse aree geografiche. Alle mamme è stato chiesto di fornire un campione del loro latte, di rispondere ad una serie di domande e di compilare un questionario che ha permesso la raccolta di informazioni alimentari. I dati emersi dall’analisi del latte e dai questionari hanno consentito di riconoscere le caratteristiche dei neonati, delle madri e del latte. In seguito sono stati identificati cinque pattern dietetici per valutarne la correlazione con il consumo alimentare settimanale materno e con i componenti del latte. Infine è stato possibile valutare l’aderenza della dieta materna a quella mediterranea utilizzando il Mediterranean Diet Score. I risultati hanno fornito la prova di come un’elevata aderenza a questo stile di vita sia associata ad un profilo particolare di acidi grassi nel latte materno: una bassa concentrazione di acidi grassi saturi-SFA e più elevata di acidi grassi monoinsaturi-MUFA, acidi grassi ω-3 e in particolare di acido docosaesaenoico- 5 DHA. Il non aver continuato la raccolta del latte per un lasso di tempo maggiore è uno dei limiti di questo studio: questo avrebbe consentito di ottenere una maggiore accuratezza nei risultati. Nonostante questo, i punti di forza dello studio MEDIDIET sono molteplici. Questo lavoro è unico, si è dimostrata infatti per la prima volta come un’elevata aderenza alla dieta mediterranea sia associata ad un profilo particolare di acidi grassi nel latte materno coinvolti nella crescita neonatale. La promozione della dieta mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, dovrebbe alla luce di questi risultati, avvenire con particolare meticolosità nella popolazione di madri in gravidanza e durante il periodo dell’allattamento. I presenti risultati, se confermati da ulteriori studi, potranno contribuire allo sviluppo di linee guida da proporre alle madri che allattano.
Aderenza alla dieta mediterranea e composizione in acidi grassi del latte materno: studio di coorte multicentrico
AMERIO, ERICA
2021/2022
Abstract
Il presente elaborato ha lo scopo di valutare quanto l’aderenza alla dieta mediterranea possa influenzare la composizione del latte umano. La dieta mediterranea è caratterizzata da un elevato consumo di frutta fresca, verdure cotte e crude, cereali non raffinati, olio d’oliva, un consumo moderato di latticini, da moderato a basso di pesce, uova e carne. Non è solamente un insieme di ingredienti, ma può essere considerata un vero e proprio stile di vita che offre numerosi benefici per la salute dell’individuo. Questa ricerca vuole fornire una migliore comprensione di come questo modello dietetico possa avere un ruolo importante anche nella composizione del latte materno. Lo studio multicentrico italiano MEDIDIET ha coinvolto mamme di cinque diversi centri di ricerca in Italia, collocati al Nord, Centro e Sud: Torino, Firenze, Roma, San Giovanni Rotondo e Palermo. Quest’ampia distribuzione ha consentito di raccogliere dati riguardanti diverse aree geografiche. Alle mamme è stato chiesto di fornire un campione del loro latte, di rispondere ad una serie di domande e di compilare un questionario che ha permesso la raccolta di informazioni alimentari. I dati emersi dall’analisi del latte e dai questionari hanno consentito di riconoscere le caratteristiche dei neonati, delle madri e del latte. In seguito sono stati identificati cinque pattern dietetici per valutarne la correlazione con il consumo alimentare settimanale materno e con i componenti del latte. Infine è stato possibile valutare l’aderenza della dieta materna a quella mediterranea utilizzando il Mediterranean Diet Score. I risultati hanno fornito la prova di come un’elevata aderenza a questo stile di vita sia associata ad un profilo particolare di acidi grassi nel latte materno: una bassa concentrazione di acidi grassi saturi-SFA e più elevata di acidi grassi monoinsaturi-MUFA, acidi grassi ω-3 e in particolare di acido docosaesaenoico- 5 DHA. Il non aver continuato la raccolta del latte per un lasso di tempo maggiore è uno dei limiti di questo studio: questo avrebbe consentito di ottenere una maggiore accuratezza nei risultati. Nonostante questo, i punti di forza dello studio MEDIDIET sono molteplici. Questo lavoro è unico, si è dimostrata infatti per la prima volta come un’elevata aderenza alla dieta mediterranea sia associata ad un profilo particolare di acidi grassi nel latte materno coinvolti nella crescita neonatale. La promozione della dieta mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, dovrebbe alla luce di questi risultati, avvenire con particolare meticolosità nella popolazione di madri in gravidanza e durante il periodo dell’allattamento. I presenti risultati, se confermati da ulteriori studi, potranno contribuire allo sviluppo di linee guida da proporre alle madri che allattano.File | Dimensione | Formato | |
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