The subject of the present Preservation and Restoration of Cultural Assets Master's degree thesis, shall consist in a painted wood Ushabti box ¿CAT.2441¿ dating back to Third Intermediate Period (ca. 1100-650 B.C.), coming from the Turin Fondazione Museo delle Antichità Egizie collection. This kind of artifact, represent an essential part of the Ancient Egypt grave goods. The preliminary study carried out on the evidence has been focused on the stylistic and iconographic aspects, together with the constituent materials, the implementation technique and the state of conservation. Comparisons with similar items have been conducted, and a research on these specific artifacts evolution over time has been carried out. The interdisciplinary study which characterize this thesis project has been supported by several scientific studies of the CRR Scientific Laboratories, in order to achieve a planned and consistent conservative intervention. The analytical campaign included: multispectral analysis, micro-invasive and non-invasive scientific analysis. The wooden box showed up in fair conservative conditions, even if it showed a widespread consistent sediment layer close to the cover dimming the readability of the decoration underlying. The most relevant issue was related to the base deformation and disentanglement that implicates a loss of alignment at each handling. Previously to the restoration activities, laboratory trials has been carried out to increase knowledge related to the implementation technique and in order to replicate the degraded conditions of the original artifact. Based on proofs realized with materials and technique reproduction which mimic the original artifact, the most appropriate products and methodology for the restoration has been selected taking account of the piece needs. The tests carried out allowed us to identify the acrylic adhesive Acril E-411 as the most appropriate item to help on the groundwork of the raised wood small flake repositioning; furthermore, the laser cleaning has been identified as the most appropriate solution to remove all the pieces that were showing a consistent sediment layer. In the first instance several acrylic adhesives, both of organic and synthetic origin, and in part already tested on comparable evidence, have been taken into account. For the surface cleaning the dry cleaning approach has been chosen as first step, taking into consideration the porous and no protective nature of the artifact; this action was followed by the laser cleaning. Moreover, a wooden prototype at a scale of 1:1 has been made to replicate the Ancient Egyptians assembly technique and to design a methodology to proceed with the correctly reposition of the dislodged base. The approach was to make the box base stable in the current position, both for the handling and for the museum exhibition, by using a superstructure that could follows the fluctuations of the components that needs to be supported. Each intervention phase has been documented to give evidence of the artifact conditions, the analysis and the investigations carried out, the procedure executed and the materials used, in order to testify the outcome both form the structural and the functional and aesthetic perspective.

L'oggetto della Tesi di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali qui presentato è costituito da un cofanetto in legno dipinto porta-ushabti ¿CAT.2441¿ risalente al Terzo Periodo Intermedio (1100-650 a.C. circa) proveniente dalla collezione della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino. Questa tipologia di manufatti rappresenta una parte fondamentale del corredo funerario presente nelle tombe dell'Antico Egitto. Lo studio preliminare condotto sul reperto ha riguardato sia gli aspetti stilistici e iconografici che l'esame dei materiali costitutivi, la tecnica esecutiva e lo stato di conservazione. Sono stati fatti dei confronti con oggetti affini ed è stata condotta una ricerca sull'evoluzione di questi particolari manufatti nel tempo. Al fine di realizzare un coerente e programmato intervento di conservazione e restauro lo studio interdisciplinare che caratterizza questo lavoro di tesi è stato supportato da varie indagini scientifiche svolte dai Laboratori Scientifici del CCR. La campagna analitica ha compreso: indagini multispettrali e analisi scientifiche non invasive e micro-invasive. Il cofanetto si presentava generalmente in discrete condizioni conservative, pur avendo un diffuso strato di deposito coerente che in corrispondenza del coperchio, offuscava la leggibilità della decorazione sottostante. Il problema più consistente era legato alla deformazione e allo svincolamento della base che comportava la perdita del corretto posizionamento della stessa ad ogni movimentazione. Preliminarmente all'esecuzione del restauro, sono state condotte delle sperimentazioni in laboratorio al fine di migliorare la conoscenza della tecnica esecutiva e riproporre le condizioni di degrado presenti sull'originale. Sulla base di provini realizzati riproducendo materiali e tecniche il più possibile simili al manufatto, sono stati selezionati i prodotti e le metodologie applicative ritenute più idonee al restauro, che tenessero conto delle specifiche esigenze dell'opera. I test condotti hanno permesso di individuare l'adesivo acrilico Acril E411 come quello più adeguato a riposizionare le piccole scaglie di preparazione sollevatesi dal supporto ligneo; inoltre è stato possibile identificare la pulitura laser come la soluzione ritenuta più opportuna per la rimozione di tutte quelle parti che presentavano uno strato di deposito coerente. Nel primo caso sono stati presi in considerazione diversi adesivi di origine organica e sintetica, in parte già sperimentati su reperti simili. Per la pulitura superficiale è stato scelto il metodo dry cleaning come primo passaggio, data la natura porosa e priva di protettivi dell'oggetto, seguito poi dalla pulitura laser Inoltre è stato realizzato un modello in legno del cofanetto originale in scala 1:1 allo scopo di riproporre le tecniche di assemblaggio degli antichi Egizi e progettare un metodo per il corretto riposizionamento della base svincolata. La soluzione adottata è stata quella di rendere la base della cassetta stabile nella sua posizione attuale sia per la movimentazione che per l'esposizione museale, adoperando una struttura di sostegno che seguisse l'andamento della parte da sostenere. Ogni fase dell'intervento è stata documentata per testimoniare lo stato del manufatto, le analisi e le indagini effettuate, il procedimento eseguito e i materiali utilizzati, in modo da attestare il risultato ottenuto sia dal punto di vista strutturale e funzionale che dal punto di vista estetico.

Il restauro della cassetta porta-ushabti (CAT. 2441) del Museo Egizio di Torino: studio, sperimentazione e intervento conservativo

MANSI, SERENA
2015/2016

Abstract

L'oggetto della Tesi di Laurea Magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali qui presentato è costituito da un cofanetto in legno dipinto porta-ushabti ¿CAT.2441¿ risalente al Terzo Periodo Intermedio (1100-650 a.C. circa) proveniente dalla collezione della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino. Questa tipologia di manufatti rappresenta una parte fondamentale del corredo funerario presente nelle tombe dell'Antico Egitto. Lo studio preliminare condotto sul reperto ha riguardato sia gli aspetti stilistici e iconografici che l'esame dei materiali costitutivi, la tecnica esecutiva e lo stato di conservazione. Sono stati fatti dei confronti con oggetti affini ed è stata condotta una ricerca sull'evoluzione di questi particolari manufatti nel tempo. Al fine di realizzare un coerente e programmato intervento di conservazione e restauro lo studio interdisciplinare che caratterizza questo lavoro di tesi è stato supportato da varie indagini scientifiche svolte dai Laboratori Scientifici del CCR. La campagna analitica ha compreso: indagini multispettrali e analisi scientifiche non invasive e micro-invasive. Il cofanetto si presentava generalmente in discrete condizioni conservative, pur avendo un diffuso strato di deposito coerente che in corrispondenza del coperchio, offuscava la leggibilità della decorazione sottostante. Il problema più consistente era legato alla deformazione e allo svincolamento della base che comportava la perdita del corretto posizionamento della stessa ad ogni movimentazione. Preliminarmente all'esecuzione del restauro, sono state condotte delle sperimentazioni in laboratorio al fine di migliorare la conoscenza della tecnica esecutiva e riproporre le condizioni di degrado presenti sull'originale. Sulla base di provini realizzati riproducendo materiali e tecniche il più possibile simili al manufatto, sono stati selezionati i prodotti e le metodologie applicative ritenute più idonee al restauro, che tenessero conto delle specifiche esigenze dell'opera. I test condotti hanno permesso di individuare l'adesivo acrilico Acril E411 come quello più adeguato a riposizionare le piccole scaglie di preparazione sollevatesi dal supporto ligneo; inoltre è stato possibile identificare la pulitura laser come la soluzione ritenuta più opportuna per la rimozione di tutte quelle parti che presentavano uno strato di deposito coerente. Nel primo caso sono stati presi in considerazione diversi adesivi di origine organica e sintetica, in parte già sperimentati su reperti simili. Per la pulitura superficiale è stato scelto il metodo dry cleaning come primo passaggio, data la natura porosa e priva di protettivi dell'oggetto, seguito poi dalla pulitura laser Inoltre è stato realizzato un modello in legno del cofanetto originale in scala 1:1 allo scopo di riproporre le tecniche di assemblaggio degli antichi Egizi e progettare un metodo per il corretto riposizionamento della base svincolata. La soluzione adottata è stata quella di rendere la base della cassetta stabile nella sua posizione attuale sia per la movimentazione che per l'esposizione museale, adoperando una struttura di sostegno che seguisse l'andamento della parte da sostenere. Ogni fase dell'intervento è stata documentata per testimoniare lo stato del manufatto, le analisi e le indagini effettuate, il procedimento eseguito e i materiali utilizzati, in modo da attestare il risultato ottenuto sia dal punto di vista strutturale e funzionale che dal punto di vista estetico.
ITA
The subject of the present Preservation and Restoration of Cultural Assets Master's degree thesis, shall consist in a painted wood Ushabti box ¿CAT.2441¿ dating back to Third Intermediate Period (ca. 1100-650 B.C.), coming from the Turin Fondazione Museo delle Antichità Egizie collection. This kind of artifact, represent an essential part of the Ancient Egypt grave goods. The preliminary study carried out on the evidence has been focused on the stylistic and iconographic aspects, together with the constituent materials, the implementation technique and the state of conservation. Comparisons with similar items have been conducted, and a research on these specific artifacts evolution over time has been carried out. The interdisciplinary study which characterize this thesis project has been supported by several scientific studies of the CRR Scientific Laboratories, in order to achieve a planned and consistent conservative intervention. The analytical campaign included: multispectral analysis, micro-invasive and non-invasive scientific analysis. The wooden box showed up in fair conservative conditions, even if it showed a widespread consistent sediment layer close to the cover dimming the readability of the decoration underlying. The most relevant issue was related to the base deformation and disentanglement that implicates a loss of alignment at each handling. Previously to the restoration activities, laboratory trials has been carried out to increase knowledge related to the implementation technique and in order to replicate the degraded conditions of the original artifact. Based on proofs realized with materials and technique reproduction which mimic the original artifact, the most appropriate products and methodology for the restoration has been selected taking account of the piece needs. The tests carried out allowed us to identify the acrylic adhesive Acril E-411 as the most appropriate item to help on the groundwork of the raised wood small flake repositioning; furthermore, the laser cleaning has been identified as the most appropriate solution to remove all the pieces that were showing a consistent sediment layer. In the first instance several acrylic adhesives, both of organic and synthetic origin, and in part already tested on comparable evidence, have been taken into account. For the surface cleaning the dry cleaning approach has been chosen as first step, taking into consideration the porous and no protective nature of the artifact; this action was followed by the laser cleaning. Moreover, a wooden prototype at a scale of 1:1 has been made to replicate the Ancient Egyptians assembly technique and to design a methodology to proceed with the correctly reposition of the dislodged base. The approach was to make the box base stable in the current position, both for the handling and for the museum exhibition, by using a superstructure that could follows the fluctuations of the components that needs to be supported. Each intervention phase has been documented to give evidence of the artifact conditions, the analysis and the investigations carried out, the procedure executed and the materials used, in order to testify the outcome both form the structural and the functional and aesthetic perspective.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/91297