The present work is about the study and restoration of three slabs made of concrete and newspaper of the Brazilian artist Matheus Rocha Pitta. The fundamental points of the work are: the collaboration with the artist as well as the combination of materials almost incompatible by the conservative point of view. The close collaboration with the artist allowed a better understanding of the poetry and technical execution of his works. Such result has been possible also thanks to an interview addressed to the artist, which proved to be a valuable tool for both the study of the work and the operational choices made. The artist creates his works, called laje, collecting images cut from local newspapers, which he assembles to incorporate them into concrete slabs. All constituent materials are taken from the everyday context and at low cost. By incorporating images on the surface of his concrete slabs cut from news stories and images from advertising, he creates reading itineraries that guide the public towards critical and problematic aspects of our society focusing on selected topics he wants to address. The term laje in Portuguese refers to many things: from the tombstones of popular tombs to the rooftops of the favelas. It's a well known term, commonly used and related to people coming from popular social contexts that are very common in Brazil, his native land and source of inspiration. The works showed a whitening on their surface that covered the images, preventing the correct reading, as well as numerous and widespread cracking of the concrete and lacerations of the paper layer. The study carried out showed that the majority of degradations was related to the techniques adopted by the artist and the characteristics of the materials used, which are poor, and some of them are also incompatible with each other and managed in an experimental way. The different nature of concrete and paper, put together within the same system, has been the biggest challenge throughout the planning of the intervention. These materials request, indeed, a different conservatory approach and they are reactive to different substances. The situation of the works was certainly worsened by the presence of an adhesive layer (aqueous dispersion of polyvinyl acetate), placed on the surface of the works by the artist during their realization, as a protective. The adhesive, indeed, in addition to covering the images preventing a homogeneous reading, is degraded, by releasing acetic acid that, once penetrated inside the cement, has oxidized the metal reinforcement. In light of the above, the following strategies have beed developed: a methodological approach, in view of the minimal intervention, different intervention solutions for each slab, designed in order to eliminate, where possible, the layer that prevented the correct readability of the images and the consequent interpretation of the artistic message and rehabilitate or contain structural deterioration resulting from the application of the protective. In a constant dialogue with the author, every choice of restoration has as its ultimate end the respect the intrinsic message of the works, even when it was not possible to carry out a fully conclusive intervention.
Il presente lavoro di tesi tratta lo studio e il restauro di tre lastre in cemento armato e carta di giornale dell'artista brasiliano Matheus Rocha Pitta. Due sono i punti cardinali del lavoro: la collaborazione con l'artista e il connubio di materiali parzialmente incompatibili dal punto di vista conservativo. La stretta collaborazione con l'artista ha permesso la conoscenza approfondita della poetica e della tecnica esecutiva delle opere. L'ottenimento di tale risultato è stato possibile anche grazie ad un'intervista a lui rivolta, che si è rivelata uno strumento prezioso sia per lo studio dell'opera sia per le scelte operative effettuate. L'artista realizza le sue opere, laje, raccogliendo immagini ritagliate da giornali locali, che assembla per inglobarle in lastre di cemento armato. Tutti i materiali costitutivi sono presi dal contesto quotidiano e a basso costo. Inglobando sulla superficie delle lastre di cemento armato immagini ritagliate da articoli di cronaca e immagini provenienti da inserzioni pubblicitarie, egli crea dei percorsi di lettura che guidano il pubblico verso aspetti critici e problematici della società sui quali vuole porre l'accento. Il termine laje in portoghese fa riferimento a molte cose: dalle lapidi delle tombe popolari ai tetti delle favelas. E' un termine molto conosciuto, comune e legato a contesti sociali popolani e molto diffusi in Brasile, sua terra natale e fonte di ispirazione. Le opere presentavano uno sbiancamento superficiale che ne copriva le immagini impedendone la corretta lettura e diverse e diffuse fessurazioni del cemento armato e lacerazioni dello strato cartaceo. Dallo studio svolto è emerso che la maggior parte dei degradi era legata alla tecnica esecutiva e alle caratteristiche dei materiali usati, i quali sono poveri e alcuni di essi incompatibili tra di loro nonché gestiti in modo sperimentale. La differente natura del calcestruzzo e della carta all'interno di uno stesso sistema è stata la maggiore sfida durante tutta la progettazione dell'intervento. Questi materiali presentano, infatti, esigenze conservative differenti e sono reattivi a sostanze diverse. La situazione è stata però sicuramente peggiorata dalla presenza di uno strato di adesivo (dispersione acquosa di polivinilacetato), posto sulla superficie delle opere in fase di realizzazione dall'artista, come protettivo. L'adesivo, infatti, oltre a ricoprire le immagini impedendone una lettura omogenea, è degradato, rilasciando acido acetico che, penetrato all'interno del cemento ne ha ossidato l'armatura metallica. Sono stati, quindi, messi a punto: un approccio metodologico, nell'ottica del minimo intervento, e soluzioni di intervento differenziate per ogni lastra, progettati al fine di eliminare, ove possibile, lo strato che impediva la corretta leggibilità delle immagini e la conseguente interpretazione del messaggio artistico e risanare o contenere i degradi strutturali conseguenti all'applicazione del protettivo. Mantenendo un costante dialogo con l'autore, ogni scelta di restauro ha visto come fine ultimo, anche quando non è stato possibile effettuare interventi completamente risolutivi, il rispetto del messaggio intrinseco delle opere.
IL RECUPERO DELLA LEGGIBILITÁ DI TRE OPERE DI MATHEUS ROCHA PITTA IN CEMENTO ARMATO E CARTA DI GIORNALE
STOISA, SARA
2015/2016
Abstract
Il presente lavoro di tesi tratta lo studio e il restauro di tre lastre in cemento armato e carta di giornale dell'artista brasiliano Matheus Rocha Pitta. Due sono i punti cardinali del lavoro: la collaborazione con l'artista e il connubio di materiali parzialmente incompatibili dal punto di vista conservativo. La stretta collaborazione con l'artista ha permesso la conoscenza approfondita della poetica e della tecnica esecutiva delle opere. L'ottenimento di tale risultato è stato possibile anche grazie ad un'intervista a lui rivolta, che si è rivelata uno strumento prezioso sia per lo studio dell'opera sia per le scelte operative effettuate. L'artista realizza le sue opere, laje, raccogliendo immagini ritagliate da giornali locali, che assembla per inglobarle in lastre di cemento armato. Tutti i materiali costitutivi sono presi dal contesto quotidiano e a basso costo. Inglobando sulla superficie delle lastre di cemento armato immagini ritagliate da articoli di cronaca e immagini provenienti da inserzioni pubblicitarie, egli crea dei percorsi di lettura che guidano il pubblico verso aspetti critici e problematici della società sui quali vuole porre l'accento. Il termine laje in portoghese fa riferimento a molte cose: dalle lapidi delle tombe popolari ai tetti delle favelas. E' un termine molto conosciuto, comune e legato a contesti sociali popolani e molto diffusi in Brasile, sua terra natale e fonte di ispirazione. Le opere presentavano uno sbiancamento superficiale che ne copriva le immagini impedendone la corretta lettura e diverse e diffuse fessurazioni del cemento armato e lacerazioni dello strato cartaceo. Dallo studio svolto è emerso che la maggior parte dei degradi era legata alla tecnica esecutiva e alle caratteristiche dei materiali usati, i quali sono poveri e alcuni di essi incompatibili tra di loro nonché gestiti in modo sperimentale. La differente natura del calcestruzzo e della carta all'interno di uno stesso sistema è stata la maggiore sfida durante tutta la progettazione dell'intervento. Questi materiali presentano, infatti, esigenze conservative differenti e sono reattivi a sostanze diverse. La situazione è stata però sicuramente peggiorata dalla presenza di uno strato di adesivo (dispersione acquosa di polivinilacetato), posto sulla superficie delle opere in fase di realizzazione dall'artista, come protettivo. L'adesivo, infatti, oltre a ricoprire le immagini impedendone una lettura omogenea, è degradato, rilasciando acido acetico che, penetrato all'interno del cemento ne ha ossidato l'armatura metallica. Sono stati, quindi, messi a punto: un approccio metodologico, nell'ottica del minimo intervento, e soluzioni di intervento differenziate per ogni lastra, progettati al fine di eliminare, ove possibile, lo strato che impediva la corretta leggibilità delle immagini e la conseguente interpretazione del messaggio artistico e risanare o contenere i degradi strutturali conseguenti all'applicazione del protettivo. Mantenendo un costante dialogo con l'autore, ogni scelta di restauro ha visto come fine ultimo, anche quando non è stato possibile effettuare interventi completamente risolutivi, il rispetto del messaggio intrinseco delle opere.File | Dimensione | Formato | |
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