Since the last twenty years of the last century, some sociological factors have strongly influenced the search for a new world order paradigm: globalization, technological and informatics development, the creation of new supranational entities intended to carry out significant tasks in economic, financial and monetary surges and the excessive increase in national public debt. The interaction of all these factors has led to a profound modification of the human and social entity of the community as well as the mode of production and state sovereignty. The globalization of trade and the economy has intensified foreign competition and required ever greater levels of international competitiveness. The state, with its peculiar characteristics capable of affecting almost exclusively within its territorial boundaries, has become more and more inadequate with regard to free market players, which, on the contrary, act within a global market. In this scenario, national sovereignty raises an identity crisis. The birth and development of new institutions, new jurisdictions and new spaces, identify a form of new political rule that cannot be included in the old categories. With the collapse of the Soviet Union, there is no longer any obstacle to the integration of all territories into a single world system. Nations are continually facing common problems that can only be dealt through well-defined agreements. Thus emerges a new world order, characterized by a multi-level structure and the breakdown of the old state system. The new order is a complex structure of political-economic entities: micro-regions, traditional states, macro-regions, international institutions of greater or lesser scope and formal authority, and cities of the world. The development of this new order poses a fundamental challenge to the old system, as it establishes ideological rival transnational processes, institutions for conciliation and coordination, and multilateral conflict management, peacekeeping and global regulation. States are involved in these processes, but not always as dominant agents. State sovereignty has progressively found itself in a defensive position both against a world that cannot control itself and from institutions such as the European Union that it had originally built to remedy its weaknesses. He suffered a loss of will and ability and appears weak in relation to many of the problems he faces. But the paradox is that it is still indispensable within the governance system of the world system: this is because it is appropriate to recognize that sovereign power provides, despite its current weakness, guarantees of legitimacy and of certainty and often of the protection of rights, that no post-sovereign-centric constellation has so far shown to be equal. All this would imply the need to reconcile the maintenance of a certain conception of sovereignty, to be compatible with a normative and institutional context of interdependence and the openness towards a positive evaluation of supranational regimes.

A partire dall'ultimo ventennio del secolo scorso alcuni fattori sociologici hanno influito fortemente sulla ricerca di un nuovo paradigma ordinatore internazionale: la globalizzazione, lo sviluppo tecnologico ed informatico, la creazione di nuove entità sovranazionali destinate ad esercitare compiti significativi in materia economica, finanziaria e monetaria e l'eccessivo aumento dei debiti pubblici nazionali. L'interazione di tutti questi fattori ha determinato una profonda modificazione del tessuto umano e sociale della collettività, nonché del modo di produzione e della stessa sovranità statale. La globalizzazione planetaria dei commerci e dell'economia, ha intensificato la concorrenza estera e richiesto livelli di competitività internazionale sempre maggiori. Lo Stato, con le sue caratteristiche peculiari capaci di incidere quasi esclusivamente all'interno dei propri confini territoriali, si è scoperto sempre più inadeguato nei confronti di attori del mercato libero che al contrario agiscono all'interno di un mercato globale. In questo scenario, la sovranità nazionale registra una crisi d'identità. La nascita e lo sviluppo di nuove istituzioni, nuove giurisdizioni e nuovi spazi, individuano una forma di regola politica nuova, che non può essere inserita nelle vecchie categorie. Con il crollo dell'Unione Sovietica, infatti, non esiste più alcun ostacolo all'integrazione di tutti i territori in un unico sistema mondiale. Le Nazioni si trovano continuamente di fronte a problemi comuni che possono essere trattati unicamente attraverso accordi ben definiti. Emerge così un nuovo ordine mondiale, caratterizzato da una struttura multi-livello e dalla rottura del vecchio sistema statale. Il nuovo ordine è una struttura complessa di entità politico-economiche: microregioni, stati tradizionali, macroregioni, istituzioni internazionali di maggiore o minore portata e autorità formale, e città del mondo. Lo sviluppo di questo nuovo ordine pone una sfida fondamentale al vecchio sistema, poiché istituisce processi transnazionali rivali di natura ideologica, istituzioni per la concertazione e il coordinamento, e processi multilaterali per la gestione dei conflitti, il mantenimento della pace e la regolamentazione mondiale. Gli stati sono coinvolti in questi processi, ma non sempre come agenti dominanti. La sovranità statale si è progressivamente ritrovato in una posizione di difesa sia nei confronti di un'economia mondiale che non può controllare, sia di istituzioni come l'Unione europea che aveva originariamente costruito per rimediare alle proprie debolezze. Ha subito una perdita di volontà e capacità e appare debole in relazione a molti dei problemi che affronta. Ma il paradosso è che è ancora indispensabile all'interno della struttura di governo del sistema mondiale: questo perché è opportuno riconoscere che il potere sovrano fornisce, nonostante la sua attuale debolezza, garanzie di legittimità, e di certezza e spesso di tutela dei diritti, che nessuna costellazione post-sovrano-centrica ha finora mostrato di saper eguagliare. Tutto ciò imporrebbe la necessità di conciliare il mantenimento di una certa concezione di sovranità, da rendere compatibile con un contesto di interdipendenza normativa e istituzionale, e l'apertura verso una valutazione positiva degli ordinamenti sovranazionali.

La sovranità nell'epoca post-egemonica

URBINATI, GIULIA
2016/2017

Abstract

A partire dall'ultimo ventennio del secolo scorso alcuni fattori sociologici hanno influito fortemente sulla ricerca di un nuovo paradigma ordinatore internazionale: la globalizzazione, lo sviluppo tecnologico ed informatico, la creazione di nuove entità sovranazionali destinate ad esercitare compiti significativi in materia economica, finanziaria e monetaria e l'eccessivo aumento dei debiti pubblici nazionali. L'interazione di tutti questi fattori ha determinato una profonda modificazione del tessuto umano e sociale della collettività, nonché del modo di produzione e della stessa sovranità statale. La globalizzazione planetaria dei commerci e dell'economia, ha intensificato la concorrenza estera e richiesto livelli di competitività internazionale sempre maggiori. Lo Stato, con le sue caratteristiche peculiari capaci di incidere quasi esclusivamente all'interno dei propri confini territoriali, si è scoperto sempre più inadeguato nei confronti di attori del mercato libero che al contrario agiscono all'interno di un mercato globale. In questo scenario, la sovranità nazionale registra una crisi d'identità. La nascita e lo sviluppo di nuove istituzioni, nuove giurisdizioni e nuovi spazi, individuano una forma di regola politica nuova, che non può essere inserita nelle vecchie categorie. Con il crollo dell'Unione Sovietica, infatti, non esiste più alcun ostacolo all'integrazione di tutti i territori in un unico sistema mondiale. Le Nazioni si trovano continuamente di fronte a problemi comuni che possono essere trattati unicamente attraverso accordi ben definiti. Emerge così un nuovo ordine mondiale, caratterizzato da una struttura multi-livello e dalla rottura del vecchio sistema statale. Il nuovo ordine è una struttura complessa di entità politico-economiche: microregioni, stati tradizionali, macroregioni, istituzioni internazionali di maggiore o minore portata e autorità formale, e città del mondo. Lo sviluppo di questo nuovo ordine pone una sfida fondamentale al vecchio sistema, poiché istituisce processi transnazionali rivali di natura ideologica, istituzioni per la concertazione e il coordinamento, e processi multilaterali per la gestione dei conflitti, il mantenimento della pace e la regolamentazione mondiale. Gli stati sono coinvolti in questi processi, ma non sempre come agenti dominanti. La sovranità statale si è progressivamente ritrovato in una posizione di difesa sia nei confronti di un'economia mondiale che non può controllare, sia di istituzioni come l'Unione europea che aveva originariamente costruito per rimediare alle proprie debolezze. Ha subito una perdita di volontà e capacità e appare debole in relazione a molti dei problemi che affronta. Ma il paradosso è che è ancora indispensabile all'interno della struttura di governo del sistema mondiale: questo perché è opportuno riconoscere che il potere sovrano fornisce, nonostante la sua attuale debolezza, garanzie di legittimità, e di certezza e spesso di tutela dei diritti, che nessuna costellazione post-sovrano-centrica ha finora mostrato di saper eguagliare. Tutto ciò imporrebbe la necessità di conciliare il mantenimento di una certa concezione di sovranità, da rendere compatibile con un contesto di interdipendenza normativa e istituzionale, e l'apertura verso una valutazione positiva degli ordinamenti sovranazionali.
ITA
Since the last twenty years of the last century, some sociological factors have strongly influenced the search for a new world order paradigm: globalization, technological and informatics development, the creation of new supranational entities intended to carry out significant tasks in economic, financial and monetary surges and the excessive increase in national public debt. The interaction of all these factors has led to a profound modification of the human and social entity of the community as well as the mode of production and state sovereignty. The globalization of trade and the economy has intensified foreign competition and required ever greater levels of international competitiveness. The state, with its peculiar characteristics capable of affecting almost exclusively within its territorial boundaries, has become more and more inadequate with regard to free market players, which, on the contrary, act within a global market. In this scenario, national sovereignty raises an identity crisis. The birth and development of new institutions, new jurisdictions and new spaces, identify a form of new political rule that cannot be included in the old categories. With the collapse of the Soviet Union, there is no longer any obstacle to the integration of all territories into a single world system. Nations are continually facing common problems that can only be dealt through well-defined agreements. Thus emerges a new world order, characterized by a multi-level structure and the breakdown of the old state system. The new order is a complex structure of political-economic entities: micro-regions, traditional states, macro-regions, international institutions of greater or lesser scope and formal authority, and cities of the world. The development of this new order poses a fundamental challenge to the old system, as it establishes ideological rival transnational processes, institutions for conciliation and coordination, and multilateral conflict management, peacekeeping and global regulation. States are involved in these processes, but not always as dominant agents. State sovereignty has progressively found itself in a defensive position both against a world that cannot control itself and from institutions such as the European Union that it had originally built to remedy its weaknesses. He suffered a loss of will and ability and appears weak in relation to many of the problems he faces. But the paradox is that it is still indispensable within the governance system of the world system: this is because it is appropriate to recognize that sovereign power provides, despite its current weakness, guarantees of legitimacy and of certainty and often of the protection of rights, that no post-sovereign-centric constellation has so far shown to be equal. All this would imply the need to reconcile the maintenance of a certain conception of sovereignty, to be compatible with a normative and institutional context of interdependence and the openness towards a positive evaluation of supranational regimes.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/91157