Intimate Partner Violence (IPV) is a complex phenomenon that includes violent behaviors of a physical, psychological, sexual, and economic nature within intimate relationships (Capaldi et al., 2012). Despite growing awareness of the issue in Italy, risk assessment tools, such as the B-SAFER (Brief Spousal Assault Form for the Evaluation of Risk) (Kropp et al., 2005, 2010), have not yet been formally introduced. The B-SAFER, in particular, developed by Kropp and colleagues (2005, 2010), is a structured tool successfully used in countries like Canada and Sweden (Belfrage & Strand, 2008, 2012) to assist law enforcement and justice professionals in assessing and managing the risk of IPV following a report. This thesis represents the first systematic review of international literature on the B-SAFER conducted in Italy, following PRISMA guidelines (Moher et al., 2009; Liberati et al., 2009). The main objective was to evaluate, based on 20 selected studies, the strengths and limitations of the tool, with a particular focus on its predictive validity and effectiveness in risk management, considering both offender-related and victim-related factors. Although the B-SAFER has proven effective in international contexts, the review highlighted several limitations that require improvements in the approach to using the tool or enhancements to the tool itself. Furthermore, its implementation in Italy would require adaptations to reflect local legal and regulatory specifics (Au et al., 2008; Nesset et al., 2017). The review underscores the importance of adequate and continuous training for the professionals involved, ensuring that the tool is used correctly and thoughtfully, integrating but not replacing professional judgment (Petersson et al., 2016; Storey & Strand, 2017). However, its introduction must first be accompanied by experimental studies and pilot projects to assess its adaptability and evaluate how well the B-SAFER performs in a new context. Additionally, a continuous risk assessment approach is proposed, capable of promptly identifying early warning signs and preventing the escalation of violence, thereby contributing to greater protection for victims (Hilton et al., 2010). This work paves the way for further developments, suggesting that the adoption of the B-SAFER in Italy could foster a cultural shift toward greater awareness and prevention of IPV, integrating risk assessment as a central component of victim protection policies.
L'Intimate Partner Violence (IPV) è un fenomeno complesso che comprende comportamenti violenti di natura fisica, psicologica, sessuale ed economica all'interno di relazioni intime (Capaldi et al., 2012). Nonostante la crescente consapevolezza del problema in Italia, strumenti di risk assessment, come il B-SAFER (Brief Spousal Assault Form for the Evaluation of Risk) (Kropp et al., 2005, 2010), non sono ancora stati formalmente introdotti. Il B-SAFER in particolare, sviluppato da Kropp e colleghi (2005, 2010), è uno strumento strutturato utilizzato con successo in paesi come il Canada e la Svezia (Belfrage & Strand, 2008, 2012) per supportare le Forze dell'Ordine e i professionisti della giustizia nella valutazione e nella gestione del rischio di IPV, a seguito di una denuncia. La presente tesi rappresenta la prima revisione sistematica italiana della letteratura internazionale sul B-SAFER, seguendo le linee guida PRISMA (Moher et al., 2009; Liberati et al., 2009). L'obiettivo principale è stato quello di valutare, sulla base di 20 studi selezionati, i punti di forza e le limitazioni dello strumento, con particolare attenzione alla sua validità predittiva e alla sua efficacia nella gestione del rischio, prendendo in considerazione sia i fattori legati all'autore di reato, sia quelli relativi alla vittima. Sebbene il B-SAFER si sia dimostrato efficace in contesti internazionali, la revisione ha evidenziato diversi limiti che richiedono un miglioramento nell'approccio all'utilizzo dello strumento, o un perfezionamento dello strumento stesso. Inoltre, la sua implementazione in Italia richiederà adattamenti per riflettere le specificità normative e giuridiche locali (Au et al., 2008; Nesset et al., 2017): la revisione evidenzia l'importanza di una formazione adeguata e continua degli operatori coinvolti, affinché lo strumento sia utilizzato in modo corretto e consapevole, integrando, ma non sostituendo, il giudizio professionale (Petersson et al., 2016; Storey & Strand, 2017). Tuttavia, la sua introduzione deve essere accompagnata anzitutto da studi sperimentali e progetti pilota per valutarne l'adattabilità e capire sul campo quanto sia valido il B-SAFER in un nuovo conteso; si propone, inoltre, un approccio continuo alla valutazione del rischio, che possa identificare tempestivamente segnali precoci di pericolo e prevenire l'escalation della violenza, contribuendo così a una maggiore protezione delle vittime (Hilton et al., 2010). Questo lavoro apre la strada a ulteriori sviluppi, suggerendo che l'adozione del B-SAFER in Italia possa promuovere un cambiamento culturale verso una maggiore consapevolezza e prevenzione dell'IPV, integrando la valutazione del rischio come componente centrale delle politiche di protezione delle vittime.
Tra le ombre delle relazioni intime: analisi e prospettive sulla valutazione del rischio di Intimate Partner Violence con il B-SAFER.
IMODA, CHIARA
2023/2024
Abstract
L'Intimate Partner Violence (IPV) è un fenomeno complesso che comprende comportamenti violenti di natura fisica, psicologica, sessuale ed economica all'interno di relazioni intime (Capaldi et al., 2012). Nonostante la crescente consapevolezza del problema in Italia, strumenti di risk assessment, come il B-SAFER (Brief Spousal Assault Form for the Evaluation of Risk) (Kropp et al., 2005, 2010), non sono ancora stati formalmente introdotti. Il B-SAFER in particolare, sviluppato da Kropp e colleghi (2005, 2010), è uno strumento strutturato utilizzato con successo in paesi come il Canada e la Svezia (Belfrage & Strand, 2008, 2012) per supportare le Forze dell'Ordine e i professionisti della giustizia nella valutazione e nella gestione del rischio di IPV, a seguito di una denuncia. La presente tesi rappresenta la prima revisione sistematica italiana della letteratura internazionale sul B-SAFER, seguendo le linee guida PRISMA (Moher et al., 2009; Liberati et al., 2009). L'obiettivo principale è stato quello di valutare, sulla base di 20 studi selezionati, i punti di forza e le limitazioni dello strumento, con particolare attenzione alla sua validità predittiva e alla sua efficacia nella gestione del rischio, prendendo in considerazione sia i fattori legati all'autore di reato, sia quelli relativi alla vittima. Sebbene il B-SAFER si sia dimostrato efficace in contesti internazionali, la revisione ha evidenziato diversi limiti che richiedono un miglioramento nell'approccio all'utilizzo dello strumento, o un perfezionamento dello strumento stesso. Inoltre, la sua implementazione in Italia richiederà adattamenti per riflettere le specificità normative e giuridiche locali (Au et al., 2008; Nesset et al., 2017): la revisione evidenzia l'importanza di una formazione adeguata e continua degli operatori coinvolti, affinché lo strumento sia utilizzato in modo corretto e consapevole, integrando, ma non sostituendo, il giudizio professionale (Petersson et al., 2016; Storey & Strand, 2017). Tuttavia, la sua introduzione deve essere accompagnata anzitutto da studi sperimentali e progetti pilota per valutarne l'adattabilità e capire sul campo quanto sia valido il B-SAFER in un nuovo conteso; si propone, inoltre, un approccio continuo alla valutazione del rischio, che possa identificare tempestivamente segnali precoci di pericolo e prevenire l'escalation della violenza, contribuendo così a una maggiore protezione delle vittime (Hilton et al., 2010). Questo lavoro apre la strada a ulteriori sviluppi, suggerendo che l'adozione del B-SAFER in Italia possa promuovere un cambiamento culturale verso una maggiore consapevolezza e prevenzione dell'IPV, integrando la valutazione del rischio come componente centrale delle politiche di protezione delle vittime.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/9105