Si registra da qualche anno, in Italia e, più generalmente, in Europa, un forte aumento nella domanda di prodotti cerealicoli-industriali ottenuti con metodo biologico. A fronte di questo trend positivo, l'offerta continua ad essere insufficiente a sostenere la domanda, nonostante il continuo aumento delle superfici destinate a queste produzioni. Tra le principali criticità agronomiche che scoraggiano la conversione di una superficie agricola al metodo di coltivazione biologico sono certamente da ricordare la gestione delle malerbe e della fertilità dei suoli. Nei sistemi produttivi cerealicolo-industriali condotti con metodo biologico nella Pianura Padana, e più in particolare nell'areale piemontese, si sta cercando di limitare queste criticità ricorrendo all'impiego di colture di copertura (cover crops). In questo lavoro si sono analizzati i principali aspetti che caratterizzano le colture di copertura, tenendo conto anche delle esperienze maturate a livello applicativo. La ricerca è iniziata dallo studio delle esigenze pedoclimatiche e dei criteri di impiego delle specie maggiormente utilizzate a questo scopo, appartenenti alla famiglia delle graminacee e delle leguminose. Le colture di copertura svolgono un ruolo importante nell'ambito dei servizi eco-sistemici del suolo (¿soil ecosystem services¿); proprio in questo ambito sono stati analizzati, in relazione all'impiego di colture di copertura, gli aspetti riguardanti la sostanza organica del suolo e la sua struttura, la temperatura, il contenuto e il rilascio di azoto e, infine, l'umidità. In questo quadro è stata, inoltre, approfondita la tecnica, finora non ancora molto diffusa in Italia, della pacciamatura verde. L'obiettivo di maggior interesse riguardo a questa tecnica è il contenimento della flora infestante. L'analisi degli elementi considerati ha posto in evidenza che ognuno di essi è fortemente influenzato da molte variabili, le quali rendono scarsamente prevedibile e aleatorio il raggiungimento delle finalità agronomiche perseguite. Tali obiettivi, comunque, permettono di avere dei riscontri a partire da spazi temporali di medio termine. Proprio per questi motivi, l'utilizzo di colture di copertura in Italia non è molto diffuso, anche se risultano ben evidenti i benefici derivanti dal loro utilizzo. Osservando attentamente le variabili in gioco e perseguendo un impiego corretto di tali colture, l'inserimento nei sistemi colturali di riferimento porterebbe alla mitigazione delle criticità agronomiche e contribuirebbe ai benefici ambientali che rappresentano i punti di forza dei sistemi biologici.
Colture di copertura: ruolo e gestione per valorizzare la filiera del biologico
VISCUSO, LUCA
2016/2017
Abstract
Si registra da qualche anno, in Italia e, più generalmente, in Europa, un forte aumento nella domanda di prodotti cerealicoli-industriali ottenuti con metodo biologico. A fronte di questo trend positivo, l'offerta continua ad essere insufficiente a sostenere la domanda, nonostante il continuo aumento delle superfici destinate a queste produzioni. Tra le principali criticità agronomiche che scoraggiano la conversione di una superficie agricola al metodo di coltivazione biologico sono certamente da ricordare la gestione delle malerbe e della fertilità dei suoli. Nei sistemi produttivi cerealicolo-industriali condotti con metodo biologico nella Pianura Padana, e più in particolare nell'areale piemontese, si sta cercando di limitare queste criticità ricorrendo all'impiego di colture di copertura (cover crops). In questo lavoro si sono analizzati i principali aspetti che caratterizzano le colture di copertura, tenendo conto anche delle esperienze maturate a livello applicativo. La ricerca è iniziata dallo studio delle esigenze pedoclimatiche e dei criteri di impiego delle specie maggiormente utilizzate a questo scopo, appartenenti alla famiglia delle graminacee e delle leguminose. Le colture di copertura svolgono un ruolo importante nell'ambito dei servizi eco-sistemici del suolo (¿soil ecosystem services¿); proprio in questo ambito sono stati analizzati, in relazione all'impiego di colture di copertura, gli aspetti riguardanti la sostanza organica del suolo e la sua struttura, la temperatura, il contenuto e il rilascio di azoto e, infine, l'umidità. In questo quadro è stata, inoltre, approfondita la tecnica, finora non ancora molto diffusa in Italia, della pacciamatura verde. L'obiettivo di maggior interesse riguardo a questa tecnica è il contenimento della flora infestante. L'analisi degli elementi considerati ha posto in evidenza che ognuno di essi è fortemente influenzato da molte variabili, le quali rendono scarsamente prevedibile e aleatorio il raggiungimento delle finalità agronomiche perseguite. Tali obiettivi, comunque, permettono di avere dei riscontri a partire da spazi temporali di medio termine. Proprio per questi motivi, l'utilizzo di colture di copertura in Italia non è molto diffuso, anche se risultano ben evidenti i benefici derivanti dal loro utilizzo. Osservando attentamente le variabili in gioco e perseguendo un impiego corretto di tali colture, l'inserimento nei sistemi colturali di riferimento porterebbe alla mitigazione delle criticità agronomiche e contribuirebbe ai benefici ambientali che rappresentano i punti di forza dei sistemi biologici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/91031