L'elaborato si propone di capovolgere lo stereotipo dell'immigrato senza colpa alcuna ed incapace di provare altri sentimenti se non il dolore attraverso un'indagine condotta attraverso delle interviste. Il luogo designato per la ricerca è la zona di Torino denominata Barriera di Milano e gli informanti sono figli dell'immigrazione, nati in Italia o residenti nel nostro paese da molti anni. Nel primo capitolo viene definito il contesto socio-culturale in cui l'indagine è stata condotta: Barriera di Milano è stato considerato, fin dalle sue origini, un quartiere ¿d'immigrazione¿; nel secondo capitolo si trova un quadro generale delle basi teoriche necessarie a comprendere i risultati attesi: il code-switching, la diglossia, la differenza tra lingue minoritarie e lingue dominanti; nella terza parte viene descritto l'obiettivo della ricerca, il campione preso in esame e le domande delle interviste utilizzate per comprendere come i ragazzi di seconda generazione che abitano Barriera di Milano pensino ed elaborino la grande diversità linguistica presente sia nel quartiere che all'interno delle loro famiglie. Nell'ultima sezione è invece esposto il corpus, risultato dall'analisi delle risposte ricevute. L'elaborato si propone infine di poter dar voce, in maniera diversa e originale, ad un sentimento di normalità spesso ricercato invano tra i ragazzi di seconda generazione residenti in Barriera di Milano. Attraverso un percorso che partendo dal contesto generale ha tentato di scendere sempre più nel dettaglio, si è arrivati infine all'analisi di alcuni dialoghi ricchi di code-switching e alla realizzazione di un breve corpus di insulti a sfondo razzista realizzati nei diversi dialetti incontrati. Tenendo conto del limite rappresentato da tempistiche e scadenze universitarie, l'elaborato sembra aver lasciato aperte molte questioni. Sarebbe dunque molto interessante tentare in futuro un approfondimento attraverso un'indagine più completa del code-switching presente in Barriera di Milano o, allargando il campo, nel comune di Torino e prendendo in considerazione anche altre nazionalità ed altri target.

Arabi di Barriera: codeswitching e hate speech a Torino

DRAGOTTA, MANUELA
2016/2017

Abstract

L'elaborato si propone di capovolgere lo stereotipo dell'immigrato senza colpa alcuna ed incapace di provare altri sentimenti se non il dolore attraverso un'indagine condotta attraverso delle interviste. Il luogo designato per la ricerca è la zona di Torino denominata Barriera di Milano e gli informanti sono figli dell'immigrazione, nati in Italia o residenti nel nostro paese da molti anni. Nel primo capitolo viene definito il contesto socio-culturale in cui l'indagine è stata condotta: Barriera di Milano è stato considerato, fin dalle sue origini, un quartiere ¿d'immigrazione¿; nel secondo capitolo si trova un quadro generale delle basi teoriche necessarie a comprendere i risultati attesi: il code-switching, la diglossia, la differenza tra lingue minoritarie e lingue dominanti; nella terza parte viene descritto l'obiettivo della ricerca, il campione preso in esame e le domande delle interviste utilizzate per comprendere come i ragazzi di seconda generazione che abitano Barriera di Milano pensino ed elaborino la grande diversità linguistica presente sia nel quartiere che all'interno delle loro famiglie. Nell'ultima sezione è invece esposto il corpus, risultato dall'analisi delle risposte ricevute. L'elaborato si propone infine di poter dar voce, in maniera diversa e originale, ad un sentimento di normalità spesso ricercato invano tra i ragazzi di seconda generazione residenti in Barriera di Milano. Attraverso un percorso che partendo dal contesto generale ha tentato di scendere sempre più nel dettaglio, si è arrivati infine all'analisi di alcuni dialoghi ricchi di code-switching e alla realizzazione di un breve corpus di insulti a sfondo razzista realizzati nei diversi dialetti incontrati. Tenendo conto del limite rappresentato da tempistiche e scadenze universitarie, l'elaborato sembra aver lasciato aperte molte questioni. Sarebbe dunque molto interessante tentare in futuro un approfondimento attraverso un'indagine più completa del code-switching presente in Barriera di Milano o, allargando il campo, nel comune di Torino e prendendo in considerazione anche altre nazionalità ed altri target.
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