Il clima è da sempre stato oggetto di fluttuazioni per cause naturali, cui, negli ultimi secoli, si è aggiunta l'attività antropica. E' proprio per quest'ultima causa che ultimamente si sta assistendo a un rapido innalzamento della concentrazione dei gas serra, naturalmente presenti nell'atmosfera, con conseguenti modificazioni climatiche, tra cui in particolare l'innalzamento delle temperature medie. Le specie viventi si evolvono in maniera da conservare una elevata capacità di adattamento alle nuove condizioni climatiche: tuttavia tale processo si manifesta in tempi mediamente lunghi, mentre l'attuale cambiamento climatico avviene con ritmi estremamente rapidi, molto più che non nelle precedenti occasioni. Come possibile conseguenza di ciò, si può assistere alla scomparsa di una determinata specie da una regione o, peggio, alla sua completa estinzione, in quanto non è riuscita ad adattarsi al cambiamento, né modificando la sua fisiologia, né spostandosi in nuovi habitat con caratteristiche ecologiche compatibili con la sua sopravvivenza. Una delle soluzioni offerte negli ultimi anni dalla scienza è la cosiddetta ¿migrazione assistita, ¿assisted migration¿, ossia lo spostamento da parte dell'uomo di individui appartenenti a determinate specie in aree ove le condizioni ecologiche sono più favorevoli, espandendo così il range naturale e mitigando gli effetti del cambiamento climatico. La migrazione assistita viene utilizzata sia per salvare alcune specie che altrimenti non riuscirebbero ad adattarsi in tempo a questo repentino cambiamento di clima, sia per mantenere in buone condizioni le foreste adibite alla produzione e, in ultimo, per evitare eccessive perdite di biodiversità degli ecosistemi. La pratica della migrazione assistita è stata inizialmente messa a punto in Canada, una delle zone maggiormente interessate dalla problematica delle modificazioni climatiche, e successivamente si è estesa anche in altri Paesi: in Europa è stato attivato uno specifico progetto di ricerca, denominato FORGER (Towords the Sustainable Management of Forest Genetic Resources in Europe). In generale, la migrazione assistita si concretizza spostando semi e/o semenzali selezionati verso quote più elevate e verso i rispettivi poli dei due emisferi, in quanto, aumentando l'altitudine e la latitudine, le temperature medie tendono ad abbassarsi, rispecchiando quelle che caratterizzavano gli areali di origine. Le specie più vulnerabili al cambiamento climatico e che per prime necessitano dell'applicazione della migrazione assistita sono quelle rare, longeve, adattate a un luogo particolare, geograficamente e geneticamente isolate o minacciate dalla frammentazione e dalle epidemie di malattie o pullulazione di insetti. La migrazione assistita, tuttavia, oltre a manifestare i sopracitati vantaggi, può portare anche a problematiche legate all'introduzione di nuove specie in areali in cui non erano presenti. Tali specie possono diventare invasive a scapito delle autoctone, oppure al contrario possono non adattarsi al nuovo ambiente e andare incontro a mortalità e di conseguenza a causare consistenti perdite di investimenti. Naturalmente, maggiore è la differenza tra l'areale di origine dei semi e il nuovo sito di impianto, maggiori saranno i rischi di disadattamento. Gli eventuali problemi derivanti dall'attuazione della migrazione, dovranno comunque essere sempre considerati in relazione ai rischi a cui si andrebbe incontro nel caso in cui non si intervenisse. Nella relazione vengono riportati alcuni casi studio su specie arboree effettuati in Canada e un esempio di possibile attuazione di migrazione assistita che potrebbe essere applicata nel bacino del Mediterraneo.

La migrazione assistita

BISIO, SILVIA
2016/2017

Abstract

Il clima è da sempre stato oggetto di fluttuazioni per cause naturali, cui, negli ultimi secoli, si è aggiunta l'attività antropica. E' proprio per quest'ultima causa che ultimamente si sta assistendo a un rapido innalzamento della concentrazione dei gas serra, naturalmente presenti nell'atmosfera, con conseguenti modificazioni climatiche, tra cui in particolare l'innalzamento delle temperature medie. Le specie viventi si evolvono in maniera da conservare una elevata capacità di adattamento alle nuove condizioni climatiche: tuttavia tale processo si manifesta in tempi mediamente lunghi, mentre l'attuale cambiamento climatico avviene con ritmi estremamente rapidi, molto più che non nelle precedenti occasioni. Come possibile conseguenza di ciò, si può assistere alla scomparsa di una determinata specie da una regione o, peggio, alla sua completa estinzione, in quanto non è riuscita ad adattarsi al cambiamento, né modificando la sua fisiologia, né spostandosi in nuovi habitat con caratteristiche ecologiche compatibili con la sua sopravvivenza. Una delle soluzioni offerte negli ultimi anni dalla scienza è la cosiddetta ¿migrazione assistita, ¿assisted migration¿, ossia lo spostamento da parte dell'uomo di individui appartenenti a determinate specie in aree ove le condizioni ecologiche sono più favorevoli, espandendo così il range naturale e mitigando gli effetti del cambiamento climatico. La migrazione assistita viene utilizzata sia per salvare alcune specie che altrimenti non riuscirebbero ad adattarsi in tempo a questo repentino cambiamento di clima, sia per mantenere in buone condizioni le foreste adibite alla produzione e, in ultimo, per evitare eccessive perdite di biodiversità degli ecosistemi. La pratica della migrazione assistita è stata inizialmente messa a punto in Canada, una delle zone maggiormente interessate dalla problematica delle modificazioni climatiche, e successivamente si è estesa anche in altri Paesi: in Europa è stato attivato uno specifico progetto di ricerca, denominato FORGER (Towords the Sustainable Management of Forest Genetic Resources in Europe). In generale, la migrazione assistita si concretizza spostando semi e/o semenzali selezionati verso quote più elevate e verso i rispettivi poli dei due emisferi, in quanto, aumentando l'altitudine e la latitudine, le temperature medie tendono ad abbassarsi, rispecchiando quelle che caratterizzavano gli areali di origine. Le specie più vulnerabili al cambiamento climatico e che per prime necessitano dell'applicazione della migrazione assistita sono quelle rare, longeve, adattate a un luogo particolare, geograficamente e geneticamente isolate o minacciate dalla frammentazione e dalle epidemie di malattie o pullulazione di insetti. La migrazione assistita, tuttavia, oltre a manifestare i sopracitati vantaggi, può portare anche a problematiche legate all'introduzione di nuove specie in areali in cui non erano presenti. Tali specie possono diventare invasive a scapito delle autoctone, oppure al contrario possono non adattarsi al nuovo ambiente e andare incontro a mortalità e di conseguenza a causare consistenti perdite di investimenti. Naturalmente, maggiore è la differenza tra l'areale di origine dei semi e il nuovo sito di impianto, maggiori saranno i rischi di disadattamento. Gli eventuali problemi derivanti dall'attuazione della migrazione, dovranno comunque essere sempre considerati in relazione ai rischi a cui si andrebbe incontro nel caso in cui non si intervenisse. Nella relazione vengono riportati alcuni casi studio su specie arboree effettuati in Canada e un esempio di possibile attuazione di migrazione assistita che potrebbe essere applicata nel bacino del Mediterraneo.
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