Le condizioni di povertà e instabilità strutturale di molti stati subsahariani sono state negli anni oggetto di tentativi internazionali di peacebuilding, ovverosia di instaurare quelle condizioni (istituzionali, economiche, politiche etc.) che garantissero l'instaurazione di una pace duratura. Tuttavia, le missioni e i piani di sviluppo ispirati alla pace liberale hanno manifestato un'eccessiva rigidità normativa e, nei fatti, scarsi successi; la rivalutazione di questo approccio in una chiave maggiormente pragmatica, con la prioritarizzazione della stabilità statale (statebuilding), ha certamente permesso dei passi avanti, ma manca di interpretare l'artificiosità originale della nazione al pari dello Stato. Come dimostrato dallo straordinario successo della Tanzania di Nyerere, le politiche di costruzione dell'identità nazionale lavorano sulla sostenibilità del sistema statale ne lungo termine e, quindi, appaiono complementari agli approcci operativi ora esistenti. La comparazione tra la prima Tanzania e le difficoltà del Mali moderno, inoltre, riserva sorprendenti analogie; anche nel contesto maliano, seppur con le dovute specificazioni, apparrebbe dunque legittimo aspettarsi un lavoro di nationbuilding che agisca in modo parallelo al peacebuilding istituzionale e militare attualmente operante.
Abbattere i muri per erigere i ponti: la costruzione delle identità nazionali come strumento di prevenzione dei conflitti
MERLO, FRANCESCO
2016/2017
Abstract
Le condizioni di povertà e instabilità strutturale di molti stati subsahariani sono state negli anni oggetto di tentativi internazionali di peacebuilding, ovverosia di instaurare quelle condizioni (istituzionali, economiche, politiche etc.) che garantissero l'instaurazione di una pace duratura. Tuttavia, le missioni e i piani di sviluppo ispirati alla pace liberale hanno manifestato un'eccessiva rigidità normativa e, nei fatti, scarsi successi; la rivalutazione di questo approccio in una chiave maggiormente pragmatica, con la prioritarizzazione della stabilità statale (statebuilding), ha certamente permesso dei passi avanti, ma manca di interpretare l'artificiosità originale della nazione al pari dello Stato. Come dimostrato dallo straordinario successo della Tanzania di Nyerere, le politiche di costruzione dell'identità nazionale lavorano sulla sostenibilità del sistema statale ne lungo termine e, quindi, appaiono complementari agli approcci operativi ora esistenti. La comparazione tra la prima Tanzania e le difficoltà del Mali moderno, inoltre, riserva sorprendenti analogie; anche nel contesto maliano, seppur con le dovute specificazioni, apparrebbe dunque legittimo aspettarsi un lavoro di nationbuilding che agisca in modo parallelo al peacebuilding istituzionale e militare attualmente operante.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/90869