Questo lavoro si propone di cogliere le connessioni tra pratica riflessiva e operatività dell'assistente sociale, sottolineando le difficoltà che questo rapporto genera nella quotidianità dei servizi, in particolare negli UEPE, dove è forte anche la dimensione del controllo. La prima parte dell'elaborato contestualizza l'operato dell'assistente sociale, con le sue peculiarità, all'interno dell'UEPE, con la finalità di poter analizzare le tensioni eventuali tra i valori personali dell'operatore e l'etica professionale, nonché per cogliere gli eventuali problemi derivanti dal perdurare nel tempo di pregiudizi del professionista che fortificandosi nel tempo potrebbero inficiare il processo di aiuto e la sua individualizzazione. Queste criticità verranno poi analizzate usando come chiave di lettura la pratica riflessiva, sottolineando quanto questa sia utile, se non addirittura indispensabile, per potersi rapportare con le persone-utenti, con i propri colleghi e con i vertici organizzativi. La seconda parte del lavoro si concentra sul contesto autoritativo, andando ad analizzare nello specifico le funzioni dell'UEPE e degli assistenti sociali operanti al suo interno. Particolare rilevanza viene data ad alcuni tipi di misure alternative e alla loro evoluzione nel corso del tempo. La riflessione si focalizza in particolare sull'UEPE di Cuneo, per poter osservare più nello specifico le modalità di gestione operativa e il rapporto degli operatori con la pratica riflessiva. L'ultimo capitolo è basato su alcune interviste, dieci, proposte proprio agli assistenti sociali di questo servizio, per disporre così di testimonianze dirette che permettessero di conoscere le posizioni di alcuni professionisti non solo in relazione alla riflessività, ma anche alla supervisione e alla formazione continua.

Tra riflessività e controllo. L'assistente sociale all'interno degli UEPE.

CAMILLA, GIORGIA
2016/2017

Abstract

Questo lavoro si propone di cogliere le connessioni tra pratica riflessiva e operatività dell'assistente sociale, sottolineando le difficoltà che questo rapporto genera nella quotidianità dei servizi, in particolare negli UEPE, dove è forte anche la dimensione del controllo. La prima parte dell'elaborato contestualizza l'operato dell'assistente sociale, con le sue peculiarità, all'interno dell'UEPE, con la finalità di poter analizzare le tensioni eventuali tra i valori personali dell'operatore e l'etica professionale, nonché per cogliere gli eventuali problemi derivanti dal perdurare nel tempo di pregiudizi del professionista che fortificandosi nel tempo potrebbero inficiare il processo di aiuto e la sua individualizzazione. Queste criticità verranno poi analizzate usando come chiave di lettura la pratica riflessiva, sottolineando quanto questa sia utile, se non addirittura indispensabile, per potersi rapportare con le persone-utenti, con i propri colleghi e con i vertici organizzativi. La seconda parte del lavoro si concentra sul contesto autoritativo, andando ad analizzare nello specifico le funzioni dell'UEPE e degli assistenti sociali operanti al suo interno. Particolare rilevanza viene data ad alcuni tipi di misure alternative e alla loro evoluzione nel corso del tempo. La riflessione si focalizza in particolare sull'UEPE di Cuneo, per poter osservare più nello specifico le modalità di gestione operativa e il rapporto degli operatori con la pratica riflessiva. L'ultimo capitolo è basato su alcune interviste, dieci, proposte proprio agli assistenti sociali di questo servizio, per disporre così di testimonianze dirette che permettessero di conoscere le posizioni di alcuni professionisti non solo in relazione alla riflessività, ma anche alla supervisione e alla formazione continua.
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