La domanda principale alla base di questa ricerca è sorta in seguito a un crescente interesse personale verso la zona mediterranea e medio-orientale. Si tratta di dare una spiegazione al ritorno dell'autoritarismo in Egitto con l'ascesa di al-Sisi, nonostante ci fossero numerose premesse che facevano intravedere un possibile risvolto democratico delle rivolte del 2011. Le spiegazioni possono essere tante, alcune più superficiali altre più complesse, il presente lavoro si concentrerà più sulle responsabilità degli attori principali e sui loro comportamenti ¿controproducenti¿ e sulle cause più profonde. In particolare, il primo capitolo verterà ad una breve ricostruzione delle vicende storiche: è impossibile, infatti, comprendere appieno la primavera araba egiziana se non si evidenziano le tappe principali della storia dell'Egitto contemporaneo. L'excursus storico inizia con la lotta per l'indipendenza dalla Gran Bretagna e con la rivoluzione degli Ufficiali Liberi, passando a esaminare gli ultimi sessant'anni di storia egiziana tramite le figure chiave dei Presidenti: Nasser e il risveglio dell'Egitto, Sadat con la denasserizzazione e la questione israeliana e infine Mubarak. È necessario analizzare gli anni del regime di quest'ultimo per capire il fermento e i moti di protesta e rivoluzione della popolazione egiziana che non si spiegano se non evidenziando le condizioni economiche e sociali in cui verteva il Paese. Infine, verrà delineata una sintesi degli avvenimenti dal 2011 al presente, partendo dalle rivolte del 25 gennaio, arrivando alla destituzione di Mohamed Morsi e all'ascesa di al-Sisi. Il secondo capitolo si concentrerà sugli attori principali della Primavera araba: si parte dall'esercito, attore ben radicato nella storia dell'Egitto contemporaneo e protagonista indiscusso degli ultimi anni, passando dalla Fratellanza Musulmana, si traccerà una breve descrizione della nascita, dello sviluppo e dell'ideologia di questa organizzazione, in stretta connessione con la Fratellanza, si parlerà anche della galassia salafita e in seguito verrà dato spazio anche ad altri comparti della società civile che potrebbero sembrare minoritari ma che in realtà hanno giocato un ruolo importante sia nei moti di protesta sia nel post-rivoluzione, ovvero i partiti liberali, le organizzazioni civili e laiche e la minoranza religiosa cristiano-copta. Nell'ultimo capitolo, infine, verranno delineate le cause per le quali alla Primavera Araba egiziana non ha fatto seguito un processo di democratizzazione bensì l'instaurazione di un regime autoritario. Verranno analizzati la mancanza di un preciso progetto per il post-rivoluzione, le cattive decisioni degli attori principali e infine si dirà come la struttura stessa del Paese nasconda un autoritarismo latente e resiliente che gli avvenimenti tra il 2011 e il 2013 non sono riusciti a estirpare.

Il fallimento della democratizzazione in Egitto a seguito della Primavera Araba

CERUTTI, GIULIA LUISA
2016/2017

Abstract

La domanda principale alla base di questa ricerca è sorta in seguito a un crescente interesse personale verso la zona mediterranea e medio-orientale. Si tratta di dare una spiegazione al ritorno dell'autoritarismo in Egitto con l'ascesa di al-Sisi, nonostante ci fossero numerose premesse che facevano intravedere un possibile risvolto democratico delle rivolte del 2011. Le spiegazioni possono essere tante, alcune più superficiali altre più complesse, il presente lavoro si concentrerà più sulle responsabilità degli attori principali e sui loro comportamenti ¿controproducenti¿ e sulle cause più profonde. In particolare, il primo capitolo verterà ad una breve ricostruzione delle vicende storiche: è impossibile, infatti, comprendere appieno la primavera araba egiziana se non si evidenziano le tappe principali della storia dell'Egitto contemporaneo. L'excursus storico inizia con la lotta per l'indipendenza dalla Gran Bretagna e con la rivoluzione degli Ufficiali Liberi, passando a esaminare gli ultimi sessant'anni di storia egiziana tramite le figure chiave dei Presidenti: Nasser e il risveglio dell'Egitto, Sadat con la denasserizzazione e la questione israeliana e infine Mubarak. È necessario analizzare gli anni del regime di quest'ultimo per capire il fermento e i moti di protesta e rivoluzione della popolazione egiziana che non si spiegano se non evidenziando le condizioni economiche e sociali in cui verteva il Paese. Infine, verrà delineata una sintesi degli avvenimenti dal 2011 al presente, partendo dalle rivolte del 25 gennaio, arrivando alla destituzione di Mohamed Morsi e all'ascesa di al-Sisi. Il secondo capitolo si concentrerà sugli attori principali della Primavera araba: si parte dall'esercito, attore ben radicato nella storia dell'Egitto contemporaneo e protagonista indiscusso degli ultimi anni, passando dalla Fratellanza Musulmana, si traccerà una breve descrizione della nascita, dello sviluppo e dell'ideologia di questa organizzazione, in stretta connessione con la Fratellanza, si parlerà anche della galassia salafita e in seguito verrà dato spazio anche ad altri comparti della società civile che potrebbero sembrare minoritari ma che in realtà hanno giocato un ruolo importante sia nei moti di protesta sia nel post-rivoluzione, ovvero i partiti liberali, le organizzazioni civili e laiche e la minoranza religiosa cristiano-copta. Nell'ultimo capitolo, infine, verranno delineate le cause per le quali alla Primavera Araba egiziana non ha fatto seguito un processo di democratizzazione bensì l'instaurazione di un regime autoritario. Verranno analizzati la mancanza di un preciso progetto per il post-rivoluzione, le cattive decisioni degli attori principali e infine si dirà come la struttura stessa del Paese nasconda un autoritarismo latente e resiliente che gli avvenimenti tra il 2011 e il 2013 non sono riusciti a estirpare.
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