Definire una specie è a tutt'oggi ancora molto complesso, in generale essa identifica un gruppo di organismi che incrociandosi dà origine a progenie feconda. Attualmente, la distinzione basata esclusivamente su marcatori morfologici non è più sufficiente per identificare e classificare un organismo ed è per questo che si è passati all'utilizzo di metodi biomolecolari. I primi ad introdurre un nuovo metodo di identificazione tramite il DNA barcoding sono stati alcuni ricercatori dell'Università di Guelph in Canada, i quali hanno pubblicato nel 2002 uno studio intitolato ¿Biological identifications through DNA barcodes¿. Il sistema di identificazione basato sul DNA barcoding permette la distinzione degli organismi attraverso l'analisi di sequenze di DNA che possono essere considerate come ¿tag genetici¿ presenti in tutte le cellule. Queste brevi sequenze di DNA sono ottenute da regioni specifiche del genoma e sono chiamate DNA barcodes. Un DNA barcode per essere ottimale e funzionale all'analisi deve possedere tre caratteristiche fondamentali: (i) universalità, (ii) variabilità; (iii) robustezza. Il DNA non è contenuto esclusivamente nel nucleo cellulare, ma anche nei mitocondri (mtDNA) e nei plastidi (organelli presenti solo nelle cellule vegetali). In particolare è stato scelto sul genoma mitocondriale come DNA barcode, il gene della citocromo c sub-unità 1 (COI), che codifica per un enzima necessario alla respirazione cellulare, il quale è risultato avere tutte le caratteristiche per poter essere usato per distinguere un organismo da un altro: esso presenta grandi differenze nucleotidiche tra specie e piccole differenze entro la specie; è presente in grande quantità visto l'elevato numero di mitocondri per ogni cellula; non presenta introni e la sua modalità di eredità è aploide. Dallo studio di questi aspetti è partito nei primi anni 2000 un progetto chiamato DNA Barcode Of Life (BOLD) che ha come obiettivo l'acquisizione e la conservazione delle sequenze dei geni COI isolati nelle diverse specie. All'interno del progetto BOLD, alcuni ricercatori, hanno dato vita nel 2005 in Canada ad un altro progetto chiamato Fish Barcode of Life Initiative (Fish-Bol) con lo scopo di creare una banca dati dei geni COI di tutte le specie ittiche presenti in natura. Durante il mio lavoro di ricerca bibliografica ho voluto approfondire il progetto Fish-Bol riportando due casi di studio. Il primo ('Application of DNA barcoding for controlling of the species from Octopus genus' di Debenedetti et al, pubblicato nel 2014 sulla rivista 'Italian Journal of Food Safety') applica la strategia del DNA barcoding per l'identificazione di specie appartenenti al genere Octopus (polpo), mentre il secondo caso di studio ('Identifying pelagic fish eggs in the southeast Yucatan Peninsula using DNA barcodes' di Leyva-Cruz, pubblicato nel 2016 sulla rivista 'Genome') è stata invece utilizzata la tecnica del DNA barcoding per identificare la specie di appartenenza di uova di pesce, una tipologia di campione inusuale. La tecnica del DNA barcoding rappresenta un metodo efficace e rapido per l'identificazione delle specie. E' necessario, però, standardizzare e rendere accessibili a tutti le informazioni sulle ricerche condotte in modo tale che queste siano utilizzabili sia in campo alimentare che in campo ecologico, al fine di attuare un consumo consapevole e ragionato, non solo per la tutela personale ma anche delle risorse naturali.

Identificazione di specie e frodi alimentari: Il progetto Fish-Bol

MASINARI, ISABELLA
2016/2017

Abstract

Definire una specie è a tutt'oggi ancora molto complesso, in generale essa identifica un gruppo di organismi che incrociandosi dà origine a progenie feconda. Attualmente, la distinzione basata esclusivamente su marcatori morfologici non è più sufficiente per identificare e classificare un organismo ed è per questo che si è passati all'utilizzo di metodi biomolecolari. I primi ad introdurre un nuovo metodo di identificazione tramite il DNA barcoding sono stati alcuni ricercatori dell'Università di Guelph in Canada, i quali hanno pubblicato nel 2002 uno studio intitolato ¿Biological identifications through DNA barcodes¿. Il sistema di identificazione basato sul DNA barcoding permette la distinzione degli organismi attraverso l'analisi di sequenze di DNA che possono essere considerate come ¿tag genetici¿ presenti in tutte le cellule. Queste brevi sequenze di DNA sono ottenute da regioni specifiche del genoma e sono chiamate DNA barcodes. Un DNA barcode per essere ottimale e funzionale all'analisi deve possedere tre caratteristiche fondamentali: (i) universalità, (ii) variabilità; (iii) robustezza. Il DNA non è contenuto esclusivamente nel nucleo cellulare, ma anche nei mitocondri (mtDNA) e nei plastidi (organelli presenti solo nelle cellule vegetali). In particolare è stato scelto sul genoma mitocondriale come DNA barcode, il gene della citocromo c sub-unità 1 (COI), che codifica per un enzima necessario alla respirazione cellulare, il quale è risultato avere tutte le caratteristiche per poter essere usato per distinguere un organismo da un altro: esso presenta grandi differenze nucleotidiche tra specie e piccole differenze entro la specie; è presente in grande quantità visto l'elevato numero di mitocondri per ogni cellula; non presenta introni e la sua modalità di eredità è aploide. Dallo studio di questi aspetti è partito nei primi anni 2000 un progetto chiamato DNA Barcode Of Life (BOLD) che ha come obiettivo l'acquisizione e la conservazione delle sequenze dei geni COI isolati nelle diverse specie. All'interno del progetto BOLD, alcuni ricercatori, hanno dato vita nel 2005 in Canada ad un altro progetto chiamato Fish Barcode of Life Initiative (Fish-Bol) con lo scopo di creare una banca dati dei geni COI di tutte le specie ittiche presenti in natura. Durante il mio lavoro di ricerca bibliografica ho voluto approfondire il progetto Fish-Bol riportando due casi di studio. Il primo ('Application of DNA barcoding for controlling of the species from Octopus genus' di Debenedetti et al, pubblicato nel 2014 sulla rivista 'Italian Journal of Food Safety') applica la strategia del DNA barcoding per l'identificazione di specie appartenenti al genere Octopus (polpo), mentre il secondo caso di studio ('Identifying pelagic fish eggs in the southeast Yucatan Peninsula using DNA barcodes' di Leyva-Cruz, pubblicato nel 2016 sulla rivista 'Genome') è stata invece utilizzata la tecnica del DNA barcoding per identificare la specie di appartenenza di uova di pesce, una tipologia di campione inusuale. La tecnica del DNA barcoding rappresenta un metodo efficace e rapido per l'identificazione delle specie. E' necessario, però, standardizzare e rendere accessibili a tutti le informazioni sulle ricerche condotte in modo tale che queste siano utilizzabili sia in campo alimentare che in campo ecologico, al fine di attuare un consumo consapevole e ragionato, non solo per la tutela personale ma anche delle risorse naturali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/90810