Il principio del consenso informato al trattamento medico è fondato sul diritto alla salute e il diritto all'autodeterminazione (artt. 2, 13 e 32 Cost.); tuttavia, nella pratica clinica l'acquisizione del consenso del paziente è vista frequentemente come un mero adempimento burocratico. La firma del paziente su un modulo per registrare il consenso è percepita come un passaggio obbligato se non una sorta di esonero di responsabilità da parte del medico. Affinché il consenso informato, invece, diventi un principio effettivo e concretamente realizzato, è necessario che venga riconosciuto come un processo indispensabile, preliminare al trattamento medico e composto da due fasi: l'informazione, da fornire in modo ¿comprensibile ed esaustivo¿ (Codice di deontologia medica), e l'acquisizione del consenso. Le amministrazioni sanitarie possono intervenire in questo senso con azioni di semplificazione amministrativa per migliorare la qualità del servizio reso agli utenti, senza lasciare il consenso informato alla discrezionalità e sensibilità del singolo operatore. Da una parte, la struttura sanitaria può intervenire con azioni di semplificazione organizzativa: prevedere e far rispettare protocolli condivisi per la gestione del processo; agire sulla formazione del personale sanitario che se ne occupa, sia sugli aspetti comportamentali-relazionali sia su quelli linguistici; stabilire modi e tempi per un uso efficace della modulistica. Dall'altra parte, l'amministrazione sanitaria può agire in termini di semplificazione del linguaggio adoperato, sia nei moduli in cui viene registrato il consenso e nelle informative scritte, sia utilizzato dal medico nel colloquio orale con il paziente: definire quale debba essere il contenuto dell'informazione e fornire indicazioni affinché l'informazione venga fornita con un linguaggio chiaro e comprensibile.
Consenso informato, linguaggio e semplificazione amministrativa
QUARTO, ROBERTA
2015/2016
Abstract
Il principio del consenso informato al trattamento medico è fondato sul diritto alla salute e il diritto all'autodeterminazione (artt. 2, 13 e 32 Cost.); tuttavia, nella pratica clinica l'acquisizione del consenso del paziente è vista frequentemente come un mero adempimento burocratico. La firma del paziente su un modulo per registrare il consenso è percepita come un passaggio obbligato se non una sorta di esonero di responsabilità da parte del medico. Affinché il consenso informato, invece, diventi un principio effettivo e concretamente realizzato, è necessario che venga riconosciuto come un processo indispensabile, preliminare al trattamento medico e composto da due fasi: l'informazione, da fornire in modo ¿comprensibile ed esaustivo¿ (Codice di deontologia medica), e l'acquisizione del consenso. Le amministrazioni sanitarie possono intervenire in questo senso con azioni di semplificazione amministrativa per migliorare la qualità del servizio reso agli utenti, senza lasciare il consenso informato alla discrezionalità e sensibilità del singolo operatore. Da una parte, la struttura sanitaria può intervenire con azioni di semplificazione organizzativa: prevedere e far rispettare protocolli condivisi per la gestione del processo; agire sulla formazione del personale sanitario che se ne occupa, sia sugli aspetti comportamentali-relazionali sia su quelli linguistici; stabilire modi e tempi per un uso efficace della modulistica. Dall'altra parte, l'amministrazione sanitaria può agire in termini di semplificazione del linguaggio adoperato, sia nei moduli in cui viene registrato il consenso e nelle informative scritte, sia utilizzato dal medico nel colloquio orale con il paziente: definire quale debba essere il contenuto dell'informazione e fornire indicazioni affinché l'informazione venga fornita con un linguaggio chiaro e comprensibile.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/90730