"It's best to burn in a one big flame than slowly turn off" (April 5, 1994): by Kurt Cobain, singer of the group Nirvana, who killed himself with a rifle shot to his brain. All throughout history the dual concept of thanatos/bios has been subjected to mankind's social context (religious, political, economical). Examples of such can be found in ancient Egypt, where it was allowed to powerful men to take their own life rather than being executed. Moreover, with the ancient Greeks, who considered suicide a noble act in service of the gods. Lastly, in the Old Testament suicide was not yet condemned, it was later on that the very nature of the suicide changed becoming a double murder, in order to restrain the martyr cases happening all over (cfr. St. Augustine-New Testament). The phenomenon mentioned above is part of a wide net of correlated dynamics and factors, stemming from a variety of fields: psychology, sociology and biology. Inorder to shed light on some of its aspects, the topic will be discussed through a short analysis of a selection of studies. The following report is structured in three chapters: - The first one deals with the technical framing of the suicidal topic with respect to the Durkheimian Theory and other dynamics and consequences of the phenomenon. - The second chapter faces the self-damaging phenomenon as a predictor of the suicide, supported by the results of various studies, pointing out the characteristics that determine it and the tools of this descovery. - The third chapter contains the strategies of intervention to prevent and react to it, in the entire community.
¿E' meglio ardere in un'unica fiamma piuttosto che spegnersi lentamente¿ (5 aprile 1994): di Kurt Cobain, cantate dei Nirvana morto suicida, sparandosi un colpo di fucile alla testa. L'uomo nel corso della storia ha avuto nei confronti del binomio thanatos/bios un atteggiamento condizionato dal contesto sociale in cui viveva (religione, politica, condizioni sociali ed economiche). Significativi esempi provengono: dall'antico Egitto la cui cultura consentiva soltanto ai potenti di suicidarsi per sfuggire ad una morte poco dignitosa; dagli antichi greci che consideravano il suicidio un gesto nobile se compiuto per compiacere gli Dèi. Ed ancora nel Vecchio Testamento il suicidio non era condannato, ma per contenere il fenomeno del martirio, si pose fine alla concezione precedente, definendo il suicidio come un duplice assassinio (cfr. Sant'Agostino -Nuovo Testamento). Per esigenze espositive, la trattazione dell'argomento avverrà attraverso un'analisi sintetica di alcuni studi al fine di chiarire taluni aspetti allo stato ancora controversi di questo complesso fenomeno che coinvolge una fitta rete di interrelazioni di dinamiche e di fattori, di natura psicologica, sociale e biologica. La seguente relazione è strutturata in tre capitoli: - il primo si occupa dell'inquadramento teorico della tematica suicidaria con un occhio alla Teoria Durkheimiana ed altre dinamiche e sfaccettature del fenomeno. - il secondo capitolo affronta il fenomeno dell'autolesionismo come fattore predittivo del suicidio, riportando i risultati di vari studi, indicando le caratteristiche che lo determinano e gli strumenti di rilevazione. - nel terzo capitolo sono riportate le strategie di intervento preventivo e reattivo nell'intera comunità.
Analisi del fenomeno suicidario attraverso il confronto con l'autolesionismo come fattore predittivo: parallelismi-attinenze-differenze
FERRAUTO, FEDERICA
2014/2015
Abstract
¿E' meglio ardere in un'unica fiamma piuttosto che spegnersi lentamente¿ (5 aprile 1994): di Kurt Cobain, cantate dei Nirvana morto suicida, sparandosi un colpo di fucile alla testa. L'uomo nel corso della storia ha avuto nei confronti del binomio thanatos/bios un atteggiamento condizionato dal contesto sociale in cui viveva (religione, politica, condizioni sociali ed economiche). Significativi esempi provengono: dall'antico Egitto la cui cultura consentiva soltanto ai potenti di suicidarsi per sfuggire ad una morte poco dignitosa; dagli antichi greci che consideravano il suicidio un gesto nobile se compiuto per compiacere gli Dèi. Ed ancora nel Vecchio Testamento il suicidio non era condannato, ma per contenere il fenomeno del martirio, si pose fine alla concezione precedente, definendo il suicidio come un duplice assassinio (cfr. Sant'Agostino -Nuovo Testamento). Per esigenze espositive, la trattazione dell'argomento avverrà attraverso un'analisi sintetica di alcuni studi al fine di chiarire taluni aspetti allo stato ancora controversi di questo complesso fenomeno che coinvolge una fitta rete di interrelazioni di dinamiche e di fattori, di natura psicologica, sociale e biologica. La seguente relazione è strutturata in tre capitoli: - il primo si occupa dell'inquadramento teorico della tematica suicidaria con un occhio alla Teoria Durkheimiana ed altre dinamiche e sfaccettature del fenomeno. - il secondo capitolo affronta il fenomeno dell'autolesionismo come fattore predittivo del suicidio, riportando i risultati di vari studi, indicando le caratteristiche che lo determinano e gli strumenti di rilevazione. - nel terzo capitolo sono riportate le strategie di intervento preventivo e reattivo nell'intera comunità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/90657