This work is divided in three sections. The first part is to be considered an introductory chapter about the importance of the Epic Cycle in Ancient Greek culture and its relation with the Homeric Poems, its most famous components. It is also discussed the chronology and the authorship of the lost poems, especially the so called ¿Trojan Cycle¿. The second section introduces the work of Proclus, lost as well, through the review of Photius, and the identity of Proclus himself is discussed, whether he was the V AD philosopher or a II AD grammarian. Then the problem of his sources is briefly examined, debating whether he still had access to the poems or if they were already lost in the Late Antiquity and he could only read earlier epitomes. Then the manuscripts containing the epitomes of the Trojan Cycle and Proclus' Vita Homeri used as prolegomena to the Homeric poems are presented and analysed, the ms. Venetus A in particular. Since it is the only one once containing the whole excerpts from the Chrestomathy, but it is unluckily damaged at the beginning, resulting in the loss of the summary of the Cypria, to which the third and last section is dedicated.
Il lavoro è suddiviso in tre parti. La prima parte è costituita da un capitolo introduttivo alla cosiddetta ¿questione ciclica¿, un'analisi del rapporto dei poemi del Ciclo Epico con i suoi più celebri esponenti, i poemi omerici, e alcune ipotesi cronologiche e di attribuzione. L'attenzione è rivolta soprattutto al cosiddetto ¿Ciclo Troiano¿. Questo capitolo preparatorio serve ad aprire la strada all'analisi delle epitomi del Ciclo estratte dalla Crestomazia di Proclo Che costituisce la seconda parte della tesi. Partendo dalla recensione dell'opera, perduta, a cura di Fozio, si analizza la figura misteriosa dell'autore, la cui identità rimane in dubbio tra il più celebre filosofo neoplatonico del V sec. a.C. o un grammatico del II sec. a.C. circa. Segue poi una discussione sulle fonti delle sue epitomi e quindi sulla effettiva sopravvivenza dei canti ciclici, almeno tra circoli ristretti di intellettuali, dopo l'ellenismo e fin nel tardo antico inoltrato. Negli ultimi capitoli si parla della tradizione manoscritta molto particolare delle epitomi, scelte come prolegomena ai poemi omerici, l'Iliade in particolare. L'unico manoscritto in cui si trovavano tutte le epitomi, assieme alla Vita Homeri attribuita allo stesso Proclo, era il celebre Venetus A, fino alla perdita del quaternione contenente il riassunto dei Cypria, il più lungo e famoso. La terza e ultima parte si concentra appunto su questo manoscritto e si avanzano alcune ipotesi sul testo.
Proclo e il Ciclo Epico. La tradizione manoscritta dei frammenti della Crestomazia
CASALEGNO, GIULIA
2016/2017
Abstract
Il lavoro è suddiviso in tre parti. La prima parte è costituita da un capitolo introduttivo alla cosiddetta ¿questione ciclica¿, un'analisi del rapporto dei poemi del Ciclo Epico con i suoi più celebri esponenti, i poemi omerici, e alcune ipotesi cronologiche e di attribuzione. L'attenzione è rivolta soprattutto al cosiddetto ¿Ciclo Troiano¿. Questo capitolo preparatorio serve ad aprire la strada all'analisi delle epitomi del Ciclo estratte dalla Crestomazia di Proclo Che costituisce la seconda parte della tesi. Partendo dalla recensione dell'opera, perduta, a cura di Fozio, si analizza la figura misteriosa dell'autore, la cui identità rimane in dubbio tra il più celebre filosofo neoplatonico del V sec. a.C. o un grammatico del II sec. a.C. circa. Segue poi una discussione sulle fonti delle sue epitomi e quindi sulla effettiva sopravvivenza dei canti ciclici, almeno tra circoli ristretti di intellettuali, dopo l'ellenismo e fin nel tardo antico inoltrato. Negli ultimi capitoli si parla della tradizione manoscritta molto particolare delle epitomi, scelte come prolegomena ai poemi omerici, l'Iliade in particolare. L'unico manoscritto in cui si trovavano tutte le epitomi, assieme alla Vita Homeri attribuita allo stesso Proclo, era il celebre Venetus A, fino alla perdita del quaternione contenente il riassunto dei Cypria, il più lungo e famoso. La terza e ultima parte si concentra appunto su questo manoscritto e si avanzano alcune ipotesi sul testo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/90377