La mia tesi, dopo una prima parte introduttiva dedicata a vita e opere di Francesco Patrizi negli anni trascorsi a Padova, Ferrara, e Roma, illustra i rapporti di Patrizi con la cultura greca e bizantina. In particolare, dopo aver accennato alla tradizione del Pañcatantra, si occupa della traduzione greca dall'arabo rappresentata dallo Stephahites kai Ichnelates di Simeone Seth, della genesi dell'opera, della sua tradizione e della sua lingua, per concentrarsi infine sull'analisi del Governo de' regni (testo pubblicato per la prima volta a Ferrara nel 1583), traduzione italiana attribuita da alcuni studiosi a Giulio Nuti, ma con ogni probabilità opera di Francesco Patrizi. Si tratta di un'opera irta di insidie e problemi testuali e filologici, primo fra tutti (oltre all'identità del traduttore, da lungo tempo controversa) la questione delle fonti greche, che già lo studioso greco John Theophanes Papademetriou ha indicato nel ms. Escorialense Y.-III.-6. Nell'ultima parte del mio lavoro ho svolto una campionatura che compara il testo del codice con il testo della cinquecentina di Patrizi, mettendo in rilievo ora gli esempi di traduzione letterale, ora gli esempi di distacco dal testo originale e quindi i momenti di traduzione più libera, oltre alle omissioni e alle più ampie lacune. Ma il risultato più interessante raggiunto nella mia tesi mi pare quello di aver chiarito, attraverso prove interne ed esterne, il fatto che il citato Escorialense, nelle due versioni che contiene (E ed E2) è la sicura fonte del Governo de' regni.
Francesco Patrizi e la cultura delle Corti nel secondo Cinquecento. La traduzione italiana dello "Stephanites kai Ichnelates" nel ms. greco Y.-III.-6 della Biblioteca dell'Escorial.
BECCARIA, GIULIA
2016/2017
Abstract
La mia tesi, dopo una prima parte introduttiva dedicata a vita e opere di Francesco Patrizi negli anni trascorsi a Padova, Ferrara, e Roma, illustra i rapporti di Patrizi con la cultura greca e bizantina. In particolare, dopo aver accennato alla tradizione del Pañcatantra, si occupa della traduzione greca dall'arabo rappresentata dallo Stephahites kai Ichnelates di Simeone Seth, della genesi dell'opera, della sua tradizione e della sua lingua, per concentrarsi infine sull'analisi del Governo de' regni (testo pubblicato per la prima volta a Ferrara nel 1583), traduzione italiana attribuita da alcuni studiosi a Giulio Nuti, ma con ogni probabilità opera di Francesco Patrizi. Si tratta di un'opera irta di insidie e problemi testuali e filologici, primo fra tutti (oltre all'identità del traduttore, da lungo tempo controversa) la questione delle fonti greche, che già lo studioso greco John Theophanes Papademetriou ha indicato nel ms. Escorialense Y.-III.-6. Nell'ultima parte del mio lavoro ho svolto una campionatura che compara il testo del codice con il testo della cinquecentina di Patrizi, mettendo in rilievo ora gli esempi di traduzione letterale, ora gli esempi di distacco dal testo originale e quindi i momenti di traduzione più libera, oltre alle omissioni e alle più ampie lacune. Ma il risultato più interessante raggiunto nella mia tesi mi pare quello di aver chiarito, attraverso prove interne ed esterne, il fatto che il citato Escorialense, nelle due versioni che contiene (E ed E2) è la sicura fonte del Governo de' regni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/90368