Con il presente lavoro si sono analizzati i principali aspetti della disciplina della bancarotta fraudolenta societaria. Tale ipotesi di bancarotta, definita ¿impropria¿ al fine di distinguerla da quella ¿propria¿ dell'imprenditore, è realizzata dagli amministratori, dai direttori generali, dai sindaci e dai liquidatori di società che siano state dichiarate fallite. Nel primo capitolo del presente elaborato, si sono analizzati gli aspetti più rilevanti in tema di bancarotta, quali ad esempio i soggetti attivi e la loro responsabilità in ambito civile e il ruolo che assume la sentenza dichiarativa di fallimento nei diversi ambiti operativi del diritto penal-fallimentare. Nel capitolo successivo si è poi voluto approfondire in modo specifico il reato di bancarotta fraudolenta societaria operando un'analisi dell'evoluzione normativa della fattispecie, ponendo particolare attenzione alle modifiche apportate dal D.Lgs n. 61 del 2002 e dalla L. n. 69 del 2015. Modifiche che hanno avuto effetti sia sulla disciplina della bancarotta sia sui reati societari richiamati nel capoverso n. 1 dell'articolo 223 l.fall. Si è anche dato rilievo alla responsabilità penale dei soggetti che operano in ambito societario pur essendo privi delle qualifiche soggettive richieste dalla legge stessa, analizzando e argomentando i vari profili problematici che ne derivano. Con il terzo capitolo, invece, si è cercato di trattare in modo più approfondito il tema dell'elemento soggettivo del reato ma anche quello relativo all'elemento di maggiore novità: il legislatore del 2002 ha espressamente previsto l'introduzione di un nesso eziologico tra il reato societario e il dissesto della società. In ultima analisi, infine, si è focalizzata l'attenzione sul problema di diritto intertemporale sorto, a seguito della riforma, tra la vecchia e la nuova fattispecie di bancarotta societaria impropria, muovendo dai diversi orientamenti giurisprudenziali che hanno richiesto l'intervento delle Sezioni Unite al fine di dirimere il contrasto sorto all'interno della Sezione V della Corte di Cassazione.

La bancarotta societaria: art. 223 cpv n. 1 Legge Fallimentare

NIRTA, GAIA MARTINA
2016/2017

Abstract

Con il presente lavoro si sono analizzati i principali aspetti della disciplina della bancarotta fraudolenta societaria. Tale ipotesi di bancarotta, definita ¿impropria¿ al fine di distinguerla da quella ¿propria¿ dell'imprenditore, è realizzata dagli amministratori, dai direttori generali, dai sindaci e dai liquidatori di società che siano state dichiarate fallite. Nel primo capitolo del presente elaborato, si sono analizzati gli aspetti più rilevanti in tema di bancarotta, quali ad esempio i soggetti attivi e la loro responsabilità in ambito civile e il ruolo che assume la sentenza dichiarativa di fallimento nei diversi ambiti operativi del diritto penal-fallimentare. Nel capitolo successivo si è poi voluto approfondire in modo specifico il reato di bancarotta fraudolenta societaria operando un'analisi dell'evoluzione normativa della fattispecie, ponendo particolare attenzione alle modifiche apportate dal D.Lgs n. 61 del 2002 e dalla L. n. 69 del 2015. Modifiche che hanno avuto effetti sia sulla disciplina della bancarotta sia sui reati societari richiamati nel capoverso n. 1 dell'articolo 223 l.fall. Si è anche dato rilievo alla responsabilità penale dei soggetti che operano in ambito societario pur essendo privi delle qualifiche soggettive richieste dalla legge stessa, analizzando e argomentando i vari profili problematici che ne derivano. Con il terzo capitolo, invece, si è cercato di trattare in modo più approfondito il tema dell'elemento soggettivo del reato ma anche quello relativo all'elemento di maggiore novità: il legislatore del 2002 ha espressamente previsto l'introduzione di un nesso eziologico tra il reato societario e il dissesto della società. In ultima analisi, infine, si è focalizzata l'attenzione sul problema di diritto intertemporale sorto, a seguito della riforma, tra la vecchia e la nuova fattispecie di bancarotta societaria impropria, muovendo dai diversi orientamenti giurisprudenziali che hanno richiesto l'intervento delle Sezioni Unite al fine di dirimere il contrasto sorto all'interno della Sezione V della Corte di Cassazione.
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