L'obiettivo di questo lavoro è stato quello di analizzare il rapporto tra l'efficacia e la gestione del capitale circolante e la performance aziendale, ed in particolare di capire come il circolante potesse influenzare i risultati aziendali in termini di redditività. Come indice di misura dell'efficacia del circolante è stato usato il Cash Converison Cycle (CCC), che esprime l'intervallo di tempo che un'impresa in media impiega per vendere il proprio inventario, riscuotere i propri crediti dai clienti e pagare i proprio fornitori. Sono state individuate e analizzate le sue componenti: D.S.O indice di rotazione dei crediti commerciali, D.I.O indice di rotazione del magazzino ed D.P.O l'indice di rotazione dei debiti commerciali. Come indice di misurazione di performance è stato scelto l'Economic Value Added (EVA), il quale definisce la redditività di una società come valore aggiunto creato dalla gestione, risultante dalla differenza tra Net Operating Profit After Taxes e capitale investito parametrato per il costo medio ponderato del capitale. Lo studio è stato condotto su sei società italiane non quotate, dal 2010 al 2015: Nestlè Italiana S.p.A. , Mondelez Italia S.r.l, Lindt & Sprungli S.p.A., Barilla G.&R.Fratelli S.p.A., Bauli S.p.A. e Acqua Minerale San Benedetto S.p.A.. La correlazione di Pearson calcolata tra le variabili delle società, nel periodo analizzato, ha individuato una correlazione negativa di grado moderato, quasi forte, tra velocità di incasso dei crediti e performance aziendale, confermando i risultati di molte ricerche effettuate in campo internazionale. Negativa di grado moderato anche la correlazione tra CCC ed EVA: l'assunto chiave è quello che vede ad un riduzione del tempo intercorrente tra l'acquisto delle materie prime e l'incasso finale dai clienti susseguente le vendite, un aumento della liquidità per l'azienda. Questo risultato ha principalmente due impatti per una azienda: maggior solvibilità e quindi minor costo delle risorse provenienti da finanziatori esterni, e capacità di autofinanziamento. Correlazioni invece deboli e meno rilevanti sono state individuate tra la redditività da una parte e il D.I.O e il D.P.O. dall'altra, tuttavia indicative di una direzione concettuale. Per quanto riguarda la velocità della rotazione delle scorte, essa risulta avere una relazione negativa con la performance aziendale: ad una riduzione del tempo impiegato dalle merci nel transitare dal magazzino corrisponde un aumento della redditività. Positiva invece è risultata la correlazione tra EVA e i tempi di pagamento verso i fornitori: converrebbe quindi all'azienda estendere i giorni impiegati per pagare le proprie fatture, sfruttando il finanziamento naturale e meno oneroso concesso dai propri supplier. Si può dunque affermare che la gestione del capitale circolante produce effetti tangibili sulla redditività di un'impresa: l'impatto e la direzione varia a seconda della natura dell'azienda e della relativa attività svolta, tuttavia, un minimo comun denominatore positivo per la redditività è individuabile in un più corto ciclo del circolante, ed in particolare di un più basso indice di rotazione dei crediti commerciali. Per quanto riguarda il livello assoluto del capitale circolante ottimale, esso va studiato in relazione a diverse componenti aziendali: non è possibile concludere in modo assoluto che tanto minore sia il suo livello, tanto maggiore sarà il valore aggiunto creato da una società.
Rapporto tra il Capitale Circolante e l'Economic Value Added (EVA) nel settore food and beverage: benchmark competitors Ferrero S.p.a.
GIAMMARRESI, MIRCO
2016/2017
Abstract
L'obiettivo di questo lavoro è stato quello di analizzare il rapporto tra l'efficacia e la gestione del capitale circolante e la performance aziendale, ed in particolare di capire come il circolante potesse influenzare i risultati aziendali in termini di redditività. Come indice di misura dell'efficacia del circolante è stato usato il Cash Converison Cycle (CCC), che esprime l'intervallo di tempo che un'impresa in media impiega per vendere il proprio inventario, riscuotere i propri crediti dai clienti e pagare i proprio fornitori. Sono state individuate e analizzate le sue componenti: D.S.O indice di rotazione dei crediti commerciali, D.I.O indice di rotazione del magazzino ed D.P.O l'indice di rotazione dei debiti commerciali. Come indice di misurazione di performance è stato scelto l'Economic Value Added (EVA), il quale definisce la redditività di una società come valore aggiunto creato dalla gestione, risultante dalla differenza tra Net Operating Profit After Taxes e capitale investito parametrato per il costo medio ponderato del capitale. Lo studio è stato condotto su sei società italiane non quotate, dal 2010 al 2015: Nestlè Italiana S.p.A. , Mondelez Italia S.r.l, Lindt & Sprungli S.p.A., Barilla G.&R.Fratelli S.p.A., Bauli S.p.A. e Acqua Minerale San Benedetto S.p.A.. La correlazione di Pearson calcolata tra le variabili delle società, nel periodo analizzato, ha individuato una correlazione negativa di grado moderato, quasi forte, tra velocità di incasso dei crediti e performance aziendale, confermando i risultati di molte ricerche effettuate in campo internazionale. Negativa di grado moderato anche la correlazione tra CCC ed EVA: l'assunto chiave è quello che vede ad un riduzione del tempo intercorrente tra l'acquisto delle materie prime e l'incasso finale dai clienti susseguente le vendite, un aumento della liquidità per l'azienda. Questo risultato ha principalmente due impatti per una azienda: maggior solvibilità e quindi minor costo delle risorse provenienti da finanziatori esterni, e capacità di autofinanziamento. Correlazioni invece deboli e meno rilevanti sono state individuate tra la redditività da una parte e il D.I.O e il D.P.O. dall'altra, tuttavia indicative di una direzione concettuale. Per quanto riguarda la velocità della rotazione delle scorte, essa risulta avere una relazione negativa con la performance aziendale: ad una riduzione del tempo impiegato dalle merci nel transitare dal magazzino corrisponde un aumento della redditività. Positiva invece è risultata la correlazione tra EVA e i tempi di pagamento verso i fornitori: converrebbe quindi all'azienda estendere i giorni impiegati per pagare le proprie fatture, sfruttando il finanziamento naturale e meno oneroso concesso dai propri supplier. Si può dunque affermare che la gestione del capitale circolante produce effetti tangibili sulla redditività di un'impresa: l'impatto e la direzione varia a seconda della natura dell'azienda e della relativa attività svolta, tuttavia, un minimo comun denominatore positivo per la redditività è individuabile in un più corto ciclo del circolante, ed in particolare di un più basso indice di rotazione dei crediti commerciali. Per quanto riguarda il livello assoluto del capitale circolante ottimale, esso va studiato in relazione a diverse componenti aziendali: non è possibile concludere in modo assoluto che tanto minore sia il suo livello, tanto maggiore sarà il valore aggiunto creato da una società.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
755424_tesi_circolanteedeva-mircogiammarresi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
41.72 MB
Formato
Adobe PDF
|
41.72 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/90230