STUDIO E INTERVENTO DI RESTAURO SU UN MODELLINO FITTILE DI GROTTA-NINFEO DA LOCRI EPIZEFIRI

The artifact, the subject of this thesis, is a model of nymphaeum-cave type B 1, a cave with scenes and a reservoir, dating to the IV century BC found in the Santuario delle Acque at Casino Macrì within the parco archeologico of Locri Epizefiri. The cave is decorated internally and on the pediment with elements applied in the shape of 'bowls' and stalactites, as well as five figurative ceramics, quite unique in their genre than those present on the other nymphaeums of Locri. Between the end of the 3rd century B.C., and the beginning of 2nd century B.C. the Santuario delle Acque has been abandoned and all the objects of worship have been ritually destroyed, including the nymphaeum model, whose fragments were scattered in a restricted area of the sanctuary. From the bibliography of Locri's nympheum s, the liquids poured into the reservoir seemed to flow through a suitable channeling or with capillarity. Before the restoration operation, the nympheum was subjected to tomographic surveys (TACs) to verify and understand the presence of the canalization. The intervention was preceded by an interdisciplinary study involving scientific and imaging laboratories at the Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale. The study assisted and guided the methodological restoration choices and allowed to identify the most appropriate solution for the aesthetic presentation. From scientific investigations (SEM, XRF and FTIR) and optical microscope observations, made on the fragments that make up the nympheum, it is shown that they are covered by earth deposits mixed with carbonate concretions of various aspect and blackish-brown spots made of iron-manganese. Specifically, the restoration project provided a combined method of chemical, mechanical (with ultrasonic scaler) and physical ( with laser) cleansing of fragments and their gluing. At the end of these operations, the methodological issues were addressed for the structural integration of the artifact, assisted by virtual integration proposals, that guided the choice. The artifact has only been integrated to a minimum in order to allow future disassembly and not to mislead their reading. At the center of the elaborate is the study of the execution techniques of the artifact. The complex cleansing has revealed a surface with rich important iconographic details by clarifying the execution technique, the constructive succession of the elements, the function and use of these artefacts. In addition, a number of expedients used by the artisan have been identified to facilitate the realization of the object.

Il manufatto, oggetto di studio della presente tesi è un modellino di grotta ninfeo del tipo B 1, a grotta con quinte e serbatoio, risalente al IV secolo a.C., rinvenuto nel Santuario delle Acque presso il Casino Macrì, all'interno del parco archeologico di Locri Epizefiri. L'antro è decorato internamente e sul frontone con elementi applicati a forma di 'scodellette' e stalattiti, oltre a cinque coroplastiche uniche nel loro genere rispetto a quelle presenti sugli altri modellini locresi. Tra la fine del III secolo a.C. e l'inizio del II secolo a.C., il Santuario delle Acque è stato abbandonato e tutti gli arredi di culto sono stati obliterati ritualmente, compreso il modellino di ninfeo, i cui frammenti sono stati sparsi in un'area circoscritta del santuario. Dalla bibliografia sui ninfei locresi risulta che all'interno del serbatoio venissero versati liquidi che defluivano attraverso un'apposita canalizzazione o per capillarità. Prima dell'intervento di restauro il ninfeo è stato sottoposto ad indagine tomografica (TAC), proprio per verificare e comprendere la presenza della canalizzazione. L'intervento è stato preceduto da uno studio interdisciplinare che ha coinvolto i laboratori scientifici e quelli di imaging del Centro di Conservazione e Restauro la Venaria Reale, che hanno coadiuvato e guidato le scelte metodologiche di restauro ed hanno permesso di identificare la più giusta soluzione per la presentazione estetica. Dalle indagini scientifiche (SEM, XRF e FTIR) e dall'osservazione al microscopio ottico, effettuate sui frammenti che compongono il ninfeo, risulta che essi sono coperti da depositi terrosi misti a concrezioni carbonatiche di vario aspetto e macchie bruno-nerastre composte da ferro-manganese. Nello specifico l'intervento di restauro ha previsto un metodo combinato di pulitura chimica, meccanica (con ablatore a ultrasuoni) e fisica (con laser), dei frammenti, e il loro incollaggio. Alla fine di tali operazioni sono state affrontate le problematiche metodologiche per l'integrazione strutturale del manufatto, coadiuvate da proposte di integrazione virtuale, che ne hanno guidato la scelta. Il manufatto è stato integrato solo in minima parte sia per permettere un futuro smontaggio sia per non fuorviarne la lettura. Al centro dell'elaborato è lo studio delle tecniche esecutive del manufatto. La complessa pulitura ha permesso di scoprire una superficie ricca di importanti particolari iconografici, di fare chiarezza sulla tecnica esecutiva, sulla successione costruttiva degli elementi, sul funzionamento e l'uso di questi manufatti. Inoltre sono stati identificati una serie di accorgimenti utilizzati dall'artigiano per facilitare la realizzazione dell'oggetto.