CONTESTO: Il carcinoma corticosurrenalico (CCS) è una neoplasia rara (0,5-2 casi/milione/anno) ed è associato ad una grave prognosi poiché il tasso di sopravvivenza a 5 anni è del 16-47%, che precipita nei casi di tumore metastatico a 5-10%. La prognosi è influenzata soprattutto dallo stadio alla diagnosi e dalla radicalità del trattamento chirurgico iniziale. La prima opzione terapeutica per il trattamento del CCS e l'unica con intento curativo è la chirurgia, ma nonostante ciò, più del 75% dei pazienti va incontro a recidiva, per tale motivo il mitotane è entrato nell'algoritmo terapeutico del CCS come trattamento adiuvante dopo chirurgia radicale. Questo farmaco viene utilizzato già da una quarantina di anni, ma solo dal 2007 viene impiegato con maggior convinzione, grazie anche ai risultati ottenuti dal gruppo di Terzolo, che hanno dimostrato come il suo utilizzo sia legato ad una prolungata sopravvivenza libera da recidiva (RFS). Comunque, l'evidenza a favore della terapia adiuvante con mitotane rimane discussa e anche questo lavoro appena citato non può considerarsi conclusivo, data la sua natura retrospettiva. OBIETTIVI: Lo studio si inserisce in questo contesto, con lo scopo di analizzare l'esperienza della Medicina Interna I dell'Ospedale San Luigi Gonzaga, centro di riferimento in Italia per i pazienti con CCS. Sono stati raccolti in modo retrospettivo i dati di 154 pazienti seguiti presso questo centro dal 1988 fino al 2017. Per supportare l'ipotesi che la terapia adiuvante con mitotane abbia un beneficio in termini di sopravvivenza libera da recidiva (RFS) e di sopravvivenza globale (OS) ci si è posti come primo obiettivo dello studio il confronto tra un gruppo di pazienti che ha assunto in mitotane in adiuvante e un gruppo controllo dove è stata scelta la semplice osservazione. Altro scopo del lavoro è stato quello di analizzare, attraverso l'analisi multivariata, quali siano i fattori associati ad una minore recidiva e ad una maggiore sopravvivenza, sempre confrontando il gruppo mitotane e quello controllo. Ultimo endpoint è stato quello di verificare i benefici del mantenimento dei livelli di mitotanemia in range per il 50% del trattamento. CONCLUSIONI: Da questo studio si può desumere come la terapia adiuvante con mitotane abbia mostrato un beneficio nel ridurre la recidiva tumorale, mentre occorre un periodo di osservazione più lungo, un campione più numeroso di pazienti e una migliore analisi dei fattori intercorrenti tra la prima recidiva e la morte, per apprezzare l'incidenza della terapia adiuvante con mitotane sulla sopravvivenza globale. Per quanto riguarda i fattori prognostici di recidiva tumorale, ciò che assume maggiore importanza è la secrezione ormonale, il Weiss score, la conta mitotica e il ki-67. Invece i predittori di sopravvivenza globale sono lo stadio, la secrezione ormonale, il Weiss score, la conta mitotica e il ki-67. Rispetto al mantenimento dei livelli di mitotanemia in range per il 50% del trattamento si è ottenuto un aumento della sopravvivenza libera da recidiva, ma il dato non è supportato da significatività statistica.
Outcome della terapia adiuvante con mitotane in pazienti con carcinoma surrenalico: l'esperienza dell'Ospedale San Luigi
CALABRESE, ANNA
2016/2017
Abstract
CONTESTO: Il carcinoma corticosurrenalico (CCS) è una neoplasia rara (0,5-2 casi/milione/anno) ed è associato ad una grave prognosi poiché il tasso di sopravvivenza a 5 anni è del 16-47%, che precipita nei casi di tumore metastatico a 5-10%. La prognosi è influenzata soprattutto dallo stadio alla diagnosi e dalla radicalità del trattamento chirurgico iniziale. La prima opzione terapeutica per il trattamento del CCS e l'unica con intento curativo è la chirurgia, ma nonostante ciò, più del 75% dei pazienti va incontro a recidiva, per tale motivo il mitotane è entrato nell'algoritmo terapeutico del CCS come trattamento adiuvante dopo chirurgia radicale. Questo farmaco viene utilizzato già da una quarantina di anni, ma solo dal 2007 viene impiegato con maggior convinzione, grazie anche ai risultati ottenuti dal gruppo di Terzolo, che hanno dimostrato come il suo utilizzo sia legato ad una prolungata sopravvivenza libera da recidiva (RFS). Comunque, l'evidenza a favore della terapia adiuvante con mitotane rimane discussa e anche questo lavoro appena citato non può considerarsi conclusivo, data la sua natura retrospettiva. OBIETTIVI: Lo studio si inserisce in questo contesto, con lo scopo di analizzare l'esperienza della Medicina Interna I dell'Ospedale San Luigi Gonzaga, centro di riferimento in Italia per i pazienti con CCS. Sono stati raccolti in modo retrospettivo i dati di 154 pazienti seguiti presso questo centro dal 1988 fino al 2017. Per supportare l'ipotesi che la terapia adiuvante con mitotane abbia un beneficio in termini di sopravvivenza libera da recidiva (RFS) e di sopravvivenza globale (OS) ci si è posti come primo obiettivo dello studio il confronto tra un gruppo di pazienti che ha assunto in mitotane in adiuvante e un gruppo controllo dove è stata scelta la semplice osservazione. Altro scopo del lavoro è stato quello di analizzare, attraverso l'analisi multivariata, quali siano i fattori associati ad una minore recidiva e ad una maggiore sopravvivenza, sempre confrontando il gruppo mitotane e quello controllo. Ultimo endpoint è stato quello di verificare i benefici del mantenimento dei livelli di mitotanemia in range per il 50% del trattamento. CONCLUSIONI: Da questo studio si può desumere come la terapia adiuvante con mitotane abbia mostrato un beneficio nel ridurre la recidiva tumorale, mentre occorre un periodo di osservazione più lungo, un campione più numeroso di pazienti e una migliore analisi dei fattori intercorrenti tra la prima recidiva e la morte, per apprezzare l'incidenza della terapia adiuvante con mitotane sulla sopravvivenza globale. Per quanto riguarda i fattori prognostici di recidiva tumorale, ciò che assume maggiore importanza è la secrezione ormonale, il Weiss score, la conta mitotica e il ki-67. Invece i predittori di sopravvivenza globale sono lo stadio, la secrezione ormonale, il Weiss score, la conta mitotica e il ki-67. Rispetto al mantenimento dei livelli di mitotanemia in range per il 50% del trattamento si è ottenuto un aumento della sopravvivenza libera da recidiva, ma il dato non è supportato da significatività statistica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/89374