Le banche di credito cooperativo svolgono da sempre un ruolo fondamentale per la crescita dell'economia in tutta Europa. L'economia italiana, è caratterizzata da sempre da una struttura produttiva formata in prevalenza da piccole-medie imprese e per questo motivo, il sistema creditizio articolato a livello locale ha da sempre ricoperto un ruolo di primaria importanza nel nostro paese. Le tensioni nei mercati finanziari venutesi a creare dopo la crisi finanziaria hanno fatto emergere la necessità di cambiamenti legati al nuovo contesto nel quale si sono trovate ad operare le banche. Pesanti sono state le ripercussioni della crisi sulla raccolta, sul patrimonio e sulla redditività del sistema bancario ed è per questo che, nel giugno del 2012 è stata costituita l'Unione Bancaria Europea al fine di perseguire un insieme di obiettivi: spezzare il legame tra rischio sovrano e fragilità dei sistemi bancari nazionali, rafforzare l'integrazione tra i sistemi bancari in Europa e dare una dimensione europea all'attività di supervisione sulle banche, attraverso un nuovo assetto istituzionale nello svolgimento dell'attività di vigilanza sul sistema bancario europeo. Le Banche di Credito Cooperativo si trovano oggi in una situazione di minore solidità rispetto a qualche anno fa e dopo che, nel 2016, è entrato in vigore nel nostro paese il Single Resolution Mechanism e insieme il Bail In, molti istituti bancari di piccole-medie dimensioni, tra cui le BCC, trovatesi in situazione di crisi finanziaria e di insolvenza hanno avuto come unica strada percorribile quella della liquidazione. È diventato pertanto vitale creare le condizioni per facilitare il ricorso al mercato dei capitali. La soluzione a questo problema è stata individuata nell'idea di aggregare tutte le BCC in due gruppi bancari ampi, ben integrati, con una robusta dotazione patrimoniale iniziale e capaci quindi di attirare investitori esterni anche accedendo al mercato dei capitali. Nella stesura di questo elaborato, dopo una prima parte in cui parlerò della storia, della struttura e delle peculiarità del sistema delle banche di credito cooperativo, nella seconda parte procederò col descrivere la storia e il susseguirsi degli eventi che sono stati portati dalla necessità di intraprendere un percorso di cambiamento strutturale al fine di rafforzare l'intero sistema creditizio europeo. Nella terza parte andrò quindi a descrivere le dinamiche che hanno portato all'ideazione, fino all'approvazione del Decreto di Riforma delle BCC, il decreto legge n°18 del 2016, che ha consentito a questo tipo di istituti di ottenere una dotazione patrimoniale elevata e quindi di avere la possibilità di ricorrere in modo più rapido e agevole al mercato, prevedendo la nascita di strutture di gruppo che permettono di superare i vincoli del modello cooperativo e salvaguardare allo stesso tempo le caratteristiche essenziali del movimento quali la mutualità e la cooperazione. Infine, nella quarta ed ultima parte andrò ad approfondire il tema dei crediti deteriorati nel sistema bancario italiano, effettuando un'analisi e un confronto tra le BCC delle regioni Piemonte e Lazio, pe un totale di 26 istituti. Ho svolto questo case-study utilizzando alcuni indicatori di bilancio delle BCC piemontesi e laziali soffermandomi sull'impatto che il credito deteriorato ha avuto nella redditività di tali banche nell'arco temporale che va dal 2011 al 2015.

La Riforma Del Credito Cooperativo: Analisi E Confronto Tra Piemonte E Lazio

GERBALDO, ROBERTO
2015/2016

Abstract

Le banche di credito cooperativo svolgono da sempre un ruolo fondamentale per la crescita dell'economia in tutta Europa. L'economia italiana, è caratterizzata da sempre da una struttura produttiva formata in prevalenza da piccole-medie imprese e per questo motivo, il sistema creditizio articolato a livello locale ha da sempre ricoperto un ruolo di primaria importanza nel nostro paese. Le tensioni nei mercati finanziari venutesi a creare dopo la crisi finanziaria hanno fatto emergere la necessità di cambiamenti legati al nuovo contesto nel quale si sono trovate ad operare le banche. Pesanti sono state le ripercussioni della crisi sulla raccolta, sul patrimonio e sulla redditività del sistema bancario ed è per questo che, nel giugno del 2012 è stata costituita l'Unione Bancaria Europea al fine di perseguire un insieme di obiettivi: spezzare il legame tra rischio sovrano e fragilità dei sistemi bancari nazionali, rafforzare l'integrazione tra i sistemi bancari in Europa e dare una dimensione europea all'attività di supervisione sulle banche, attraverso un nuovo assetto istituzionale nello svolgimento dell'attività di vigilanza sul sistema bancario europeo. Le Banche di Credito Cooperativo si trovano oggi in una situazione di minore solidità rispetto a qualche anno fa e dopo che, nel 2016, è entrato in vigore nel nostro paese il Single Resolution Mechanism e insieme il Bail In, molti istituti bancari di piccole-medie dimensioni, tra cui le BCC, trovatesi in situazione di crisi finanziaria e di insolvenza hanno avuto come unica strada percorribile quella della liquidazione. È diventato pertanto vitale creare le condizioni per facilitare il ricorso al mercato dei capitali. La soluzione a questo problema è stata individuata nell'idea di aggregare tutte le BCC in due gruppi bancari ampi, ben integrati, con una robusta dotazione patrimoniale iniziale e capaci quindi di attirare investitori esterni anche accedendo al mercato dei capitali. Nella stesura di questo elaborato, dopo una prima parte in cui parlerò della storia, della struttura e delle peculiarità del sistema delle banche di credito cooperativo, nella seconda parte procederò col descrivere la storia e il susseguirsi degli eventi che sono stati portati dalla necessità di intraprendere un percorso di cambiamento strutturale al fine di rafforzare l'intero sistema creditizio europeo. Nella terza parte andrò quindi a descrivere le dinamiche che hanno portato all'ideazione, fino all'approvazione del Decreto di Riforma delle BCC, il decreto legge n°18 del 2016, che ha consentito a questo tipo di istituti di ottenere una dotazione patrimoniale elevata e quindi di avere la possibilità di ricorrere in modo più rapido e agevole al mercato, prevedendo la nascita di strutture di gruppo che permettono di superare i vincoli del modello cooperativo e salvaguardare allo stesso tempo le caratteristiche essenziali del movimento quali la mutualità e la cooperazione. Infine, nella quarta ed ultima parte andrò ad approfondire il tema dei crediti deteriorati nel sistema bancario italiano, effettuando un'analisi e un confronto tra le BCC delle regioni Piemonte e Lazio, pe un totale di 26 istituti. Ho svolto questo case-study utilizzando alcuni indicatori di bilancio delle BCC piemontesi e laziali soffermandomi sull'impatto che il credito deteriorato ha avuto nella redditività di tali banche nell'arco temporale che va dal 2011 al 2015.
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