La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa demielinizzante (1). Il processo di demielinizzazione determina danni o perdita della mielina, con rallentamento nella conduzione degli impulsi lungo le vie nervose che ne sono interessate, e la formazione di lesioni (placche) che possono evolvere da una fase infiammatoria iniziale ad una fase cronica, in cui assumono caratteristiche simili a cicatrici, da cui deriva il termine sclerosi. E' detta multipla perché il processo colpisce il sistema nervoso centrale in diverse parti e in tempi successivi (2). Nel mondo ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con sclerosi multipla, di cui 600.000 in Europa e circa 75.000 in Italia. La sclerosi multipla può esordire ad ogni età della vita, ma è diagnosticata per lo più tra i 20 e i 40 anni e nelle donne, che risultano colpite in numero doppio rispetto agli uomini. L'eziologia della sclerosi multipla è ancora ignota, ma sembrano essere fondamentali nell'insorgenza alcuni fattori, come l'ambiente e l'etnia (clima temperato, latitudine, origine caucasica, agenti tossici, livelli bassi di vitamina D), l'esposizione ad agenti infettivi (soprattutto nei primi anni di vita) ed una predisposizione genetica. Ad oggi non esistono terapie risolutive, ma vi sono numerosi trattamenti che riducono l'incidenza e la severità degli attacchi nella maggior parte dei casi (3). I farmaci impiegati nella fase acuta sono cortisonici, in particolare metilprednisolone, per il loro effetto antiinfiammatorio. Per il trattamento a lungo termine vengono utilizzati immunomodulanti che modulano la risposta immunitaria pur senza diminuirla (glatiramer acetato, interferoni, immunosoppressori (mitoxantrone), anticorpi monoclonali che sono in grado di legare un bersaglio specifico e di modificare in tal modo la risposta immunitaria (natalizumab)). Infine, nel trattamento dei sintomi vengono utilizzati farmaci per l'ansia, la depressione, la fatica, il dolore neuropatico e disturbi di sensibilità, le disfunzioni erettili, i disturbi urinari, la stitichezza e i disturbi parossistici. Nel mondo ci sono più di 30 molecole in sperimentazione. Tra queste, quelle in fase più avanzata di sperimentazione sono gli anticorpi per bloccare l'attivazione dei linfociti T e bloccare i linfociti B. Riferimenti bibliografici: 1) www.aism.it 2) N. Canal, A. Ghezzi, M. Zaffaroni (2011) ¿Sclerosi multipla. Attualità e prospettive¿, 528, Ed. Elsevier. 3) J.S. Burks, K.P. Johnson (2000) ¿Multiple sclerosis: diagnosis, medical management, and rehabilitation¿, 598, Ed. Demos.

Approcci terapeutici nella sclerosi multipla

DE VUONO, STEFANIA
2015/2016

Abstract

La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa demielinizzante (1). Il processo di demielinizzazione determina danni o perdita della mielina, con rallentamento nella conduzione degli impulsi lungo le vie nervose che ne sono interessate, e la formazione di lesioni (placche) che possono evolvere da una fase infiammatoria iniziale ad una fase cronica, in cui assumono caratteristiche simili a cicatrici, da cui deriva il termine sclerosi. E' detta multipla perché il processo colpisce il sistema nervoso centrale in diverse parti e in tempi successivi (2). Nel mondo ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con sclerosi multipla, di cui 600.000 in Europa e circa 75.000 in Italia. La sclerosi multipla può esordire ad ogni età della vita, ma è diagnosticata per lo più tra i 20 e i 40 anni e nelle donne, che risultano colpite in numero doppio rispetto agli uomini. L'eziologia della sclerosi multipla è ancora ignota, ma sembrano essere fondamentali nell'insorgenza alcuni fattori, come l'ambiente e l'etnia (clima temperato, latitudine, origine caucasica, agenti tossici, livelli bassi di vitamina D), l'esposizione ad agenti infettivi (soprattutto nei primi anni di vita) ed una predisposizione genetica. Ad oggi non esistono terapie risolutive, ma vi sono numerosi trattamenti che riducono l'incidenza e la severità degli attacchi nella maggior parte dei casi (3). I farmaci impiegati nella fase acuta sono cortisonici, in particolare metilprednisolone, per il loro effetto antiinfiammatorio. Per il trattamento a lungo termine vengono utilizzati immunomodulanti che modulano la risposta immunitaria pur senza diminuirla (glatiramer acetato, interferoni, immunosoppressori (mitoxantrone), anticorpi monoclonali che sono in grado di legare un bersaglio specifico e di modificare in tal modo la risposta immunitaria (natalizumab)). Infine, nel trattamento dei sintomi vengono utilizzati farmaci per l'ansia, la depressione, la fatica, il dolore neuropatico e disturbi di sensibilità, le disfunzioni erettili, i disturbi urinari, la stitichezza e i disturbi parossistici. Nel mondo ci sono più di 30 molecole in sperimentazione. Tra queste, quelle in fase più avanzata di sperimentazione sono gli anticorpi per bloccare l'attivazione dei linfociti T e bloccare i linfociti B. Riferimenti bibliografici: 1) www.aism.it 2) N. Canal, A. Ghezzi, M. Zaffaroni (2011) ¿Sclerosi multipla. Attualità e prospettive¿, 528, Ed. Elsevier. 3) J.S. Burks, K.P. Johnson (2000) ¿Multiple sclerosis: diagnosis, medical management, and rehabilitation¿, 598, Ed. Demos.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/88754